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Il Foglio Rassegna Stampa
16.03.2021 Siria: la dittatura sanguinaria di Bashar e Asma Assad
Commenti di Daniele Raineri, Paola Peduzzi

Testata: Il Foglio
Data: 16 marzo 2021
Pagina: 1
Autore: Daniele Raineri - Paola Peduzzi
Titolo: «Assad l'instabile - La signora della guerra»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/03/2021, a pag.1, con il titolo "Assad l'instabile", l'analisi di Daniele Raineri; con il titolo "La signora della guerra", il commento di Paola Peduzzi.

Ecco gli articoli:

Siria, sotto accusa per crimini di guerra Asma Assad, moglie del presidente  Bashar. Rischia di perdere la cittadinanza britannica - Open
Asma e Bashar Assad

Daniele Raineri: "Assad l'instabile"

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Daniele Raineri

Roma. Ieri è stato il decimo anniversario per convenzione dell'inizio della guerra civile in Siria e il regime del presidente Bashar el Assad ha di sicuro battuto l'opposizione e i gruppi armati che lo volevano cacciare, ma scambiare la sua situazione per il ritorno alla stabilità sarebbe un grosso errore. Prendiamo quello che succede a Daraa, la provincia più a sud del paese, quindi al capo opposto rispetto al nord ancora occupato dai gruppi armati. Li c'è un milione di persone che nell'estate 2018 aveva accettato un patto di riconciliazione con il regime - non uno solo, erano tanti piccoli patti di riconciliazione locali, il totale è di migliaia - e in teoria si era lasciato alle spalle la fama di "culla della rivoluzione". Era stata la gente di Daraa a scendere in strada per prima nel marzo del 2011 per protestare contro il sequestro e le torture da parte delle forze di sicurezza assadiste di alcuni bambini del posto che avevano scritto sui muri di una scuola slogan contro il rais e da li le manifestazioni si erano allargate al resto della Siria. Quasi tre anni dopo la cosiddetta riconciliazione con la gente, non passa un giorno in quella zona senza attacchi contro le forze assadiste. Di fatto, parlare di Daraa come di una provincia tornata sotto il controllo di Damasco sarebbe ingenuo. Nel 2020 sono morti circa quattrocento soldati e funzionari del governo in uno stillicidio di attacchi ai posti di blocco, aggressioni sulla porta di casa e agguati agli angoli delle strade. A febbraio è arrivata in zona la Quarta Divisione corazzata - un'unità di lealisti comandata da Maher el Assad, fratello di Bashar - per conquistare la città di Tafas e non è una notizia che suggerisca stabilità. Tra l'altro molte delle forze di sicurezza sono ex ribelli riconvertiti in miliziani governativi dopo l'estate della riconciliazione, sono combattenti che si conoscono tutti e si uccidono in una guerriglia fratricida che è anche un regolamento di conti. Come se la situazione non fosse già tesa abbastanza, la Quarta Divisione è considerata al servizio degli iraniani, che da anni appoggiano il regime di Assad e in cambio hanno ottenuto una posizione di vantaggio militare in Siria. Spesso c'è attrito con il Quinto corpo, che è l'unità militare creata dai russi arruolando un po' di tutto. I russi comandano sulla parte occidentale della provincia e il governo di Assad appoggiato dall'Iran su quella orientale ed è una descrizione fedele di un paese che non è tornato alla stabilità. Troppi problemi non risolti, troppa dipendenza dagli aiuti di altri governi, troppe armi in circolo, troppa violenza. Vale la pena ricordare che in un'altra regione, quella del deserto di Badia, lo Stato islamico è ancora attivo e nel 2020 ha ucciso quattrocento soldati del governo. Ieri Ap ha pubblicato un'analisi sul disastro economico nella parte di Siria controllata da Assad con questa definizione: "la Repubblica delle code", perché la popolazione è costretta a fare code per ogni genere di prima necessità, dalla benzina al pane e "lo stipendio di un impiegato statale oggi vale 15 dollari rispetto ai 170 di un anno fa". L'economia è in sofferenza per la guerra civile, per il collasso del Libano che faceva da collegamento con il resto del mondo e per le sanzioni internazionali, che puniscono il regime per le atrocità commesse sui civili. Non c'è un lento ritorno al prima, si va avanti verso un'altra fase buia.

Paola Peduzzi: "La signora della guerra"

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Paola Peduzzi

Milano. La Metropolitan Police di Londra ha aperto un'indagine preliminare sul ruolo di Asma Assad, moglie del dittatore siriano Bashar, nella guerra che da dieci anni affligge la Siria. Asma è accusata di aver incitato e incoraggiato il regime a commettere crimini di guerra contro il proprio popolo, e potrebbe essere condannata per terrorismo e perdere la cittadinanza britannica. Nata Asma Akhras da una famiglia siriana, papà cardiologo e mamma funzionaria dell'ambasciata di Damasco nel Regno Unito, proveniente da Homs (di religione sunnita) la first lady ha studiato Informatica e Letteratura francese, ha lavorato in alcune banche internazionali e, nel novembre del 2000, ha sposato Bashar el Assad, che era diventato da pochi mesi presidente della Siria. Anche Bashar aveva studiato all'estero, a Londra aveva incontrato Asma, pensavano a una vita assieme anche lontani dalla Siria, perché allora Bashar non era coinvolto nella successione di suo padre Hafez, non aveva nemmeno ricevuto la formazione militare prevista per i figli del rais. L'erede" (gli Assad si comportano come i monarchi della Siria) era il fratello maggiore Basil, che però mori in un incidente d'auto mentre andava all'aeroporto e fu così che Bashar, con Asma, si ritrovò a guidare la Siria. La coppia avrebbe dovuto riformare il paese, Asma all'inizio si comportava come una first lady anglosassone, tutta opere buone e missioni umanitarie. Per questo, allo scoppio della guerra in Siria, nel 2011, sull'onda delle primavere arabe, molti pensarono che le cose, tra gli Assad e il loro popolo, sarebbero andate diversamente. Pensarono male. Le forze del regime hanno ucciso centinaia di migliaia di siriani, almeno 14 mila persone sono state torturate e uccise, metà della popolazione ha dovuto lasciare le proprie case (la più grande crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale), nessuna rivoluzione di quella regione è stata sanguinosa e mortale come quella siriana. Eppure nella retina ci è rimasta l'immagine di Asma (che quando andava a scuola a Londra si faceva chiamare Emma) elegante e colta, "la rosa del deserto" celebrata da Vogue, la madre di tre figli educati alla scuola montessoriana, la "straniera" mal sopportata dalla famiglia Assad: stava chiusa nelle sue stanze, alle cene di famiglia la escludevano parlando il dialetto alawita, a lei, che già con l'arabo classico faceva fatica, incomprensibile. Asma nel frattempo è diventata tutt'altro: prima arma diplomatica del regime, con i suoi sorrisi e quel glamour a confonderci tutti, poi "Maria Antonietta di Damasco", come fu chiamata quando nel 2016 rilasciò una rara intervista televisiva in cui finse di non sapere nulla ll grande bluff di Asma Assad die sistema tutti i parenti e die« "D vero dittatore sono io" della ferocia del regime (bombe con i chiodi, attacchi con il gas, intere zone costrette alla fame per ottenere la loro capitolazione) mentre uscivano indiscrezioni sui suoi viaggi a Dubai per andare dal parrucchiere e fare shopping. La "straniera" ha anche avuto la meglio sulla famiglia Assad: ora sono i suoi parenti ad avere potere in molte aziende del paese, le uniche che danno una parvenza (parvenza: è tutta immagine, la storia di Asma) di sopravvivenza in un'economia morta com'è quella siriana. Asma dice di essere lei "il vero dittatore" di casa, e nelle immagini famigliari è sempre di più al centro, mentre "batta", "la paperella", come Asma chiama Bashar, sembra quasi defilato. L'Economist che ha pubblicato un lungo articolo su Asma raccontando le sue tante vite, da banchiera a "signora della guerra", conclude dicendo: la prossima vita è quella in cui Asma prende il posto di Bashar, uno degli incubi peggiori per i siriani, popolo privato dei propri sogni da dieci anni.

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