Pericolo Iran, ecco chi lo sottovaluta Fabio Scuto riporta con enfasi la notizia
Testata: Il Fatto Quotidiano Data: 15 marzo 2021 Pagina: 19 Autore: Fabio Scuto Titolo: «Minaccia Iran, ex capi Mossad per il dialogo»
Riprendiamo dal FATTO Quotidiano di oggi, 15/03/2021, a pag.19 con il titolo "Minaccia Iran, ex capi Mossad per il dialogo", l'articolo di Fabio Scuto.
Pur di costruire un articolo di critica a Israele e a Benjamin Netanyahu, Fabio Scuto dilata le dichiarazioni di due ex capi del Mossad riportate dalla stampa israeliana fino a farne un articolo. La tesi è che l'Iran per Israele non sia un serio pericolo e che occorra a tutti i costi trovare un dialogo con gli ayatollah di Teheran. Purtroppo per Scuto e per il quotidiano fondato da Marco Travaglio, lo Stato ebraico non ha alcuna intenzione di suicidarsi, continuerà perciò a vigilare bene sulle azioni aggressive della dittatura sciita.
Ecco l'articolo:
Fabio Scuto
Non capita di frequente che due "Gatekeepers" d'Israele, due guardiani della sicurezza come Tamir Pardo e Efraym Halevy - entrambi hanno diretto il Mossad - escano allo scoperto per dire chiaramente che con l'Iran degli ayatollah bisogna parlare o trovare un "modus vivendi': Una smentita secca della politica del premier Benjamin Netanyahu, convinto che solo una soluzione militare contro Teheran possa tenere al sicuro lo Stato ebraico. "Sull'Iran, le politiche del governo mancano di un approccio unificato alle sfide future" - ha scritto Pardo sul quotidiano Yedioth Aaronoth - "Israele ha affrontato il trinceramento iraniano lungo la sua frontiera settentrionale (Siria, ndr) isolandosi dalle altre questioni relative alle politiche della Repubblica islamica. Ciò significa che la frontiera settentrionale è vista separatamente dalla minaccia predominante della corsa dell'Iran per ottenere armi nucleari e i mezzi per consegnarle".
Israele, scrive Pardo, ignora anche i vantaggi che potrebbero essere ottenuti dagli sforzi degli Stati Uniti e dei loro alleati per contrastare i piani dell'Iran, così come le politiche nei confronti dei palestinesi improntate a un maggior dialogo sarebbero parte di una strategia di più ampio respiro. "È tempo che Israele metta fine alle sue politiche reattive", conclude Pardo, "e formi un'ampia strategia basata su tutti gli interessi e le preoccupazioni che il paese sta affrontando". Intervistato alla tv anche l'ex Consigliere per la sicurezza nazionale ed ex capo del Mossad Efraim Halevy, che afferma che Israele dovrebbe rivisitare la sua strategia sull'accordo nucleare iraniano. "Sarebbe un errore mantenere la politica adottata da Israele quando il presidente Trump è stato eletto, convincendolo a lasciare l'accordo sul nucleare", ha spiegato Halevy, "e una volta che si lascia un accordo non c'è più una leva da usare sull'altra parte". Halevy crede che alla fine il modo migliore per servire gli interessi di Israele dovrebbe essere l'apertura di un dialogo con l'Iran. Dagli incontri segreti che ha avuto con gli iraniani negli ultimi dieci anni, racconta nell'intervista, ha colto il desiderio di molti iraniani di avere un dialogo, ma perché ciò avvenga, le due parti devono rispettarsi a vicenda.
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