Le polemiche sullo spostamento della capitale israeliana Il Giornale: un articolo ambiguo sulla decisione del Congresso americano di stanziare fondi per lo spostamento della ambasciata americana
Testata: Il Giornale Data: 08 ottobre 2002 Pagina: 10 Autore: Alberto Indelicato Titolo: «Israele, il rischio calcolato di Bush»
Il Giornale riprende la annosa questione dello spostamento della ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Pochi giorni fa il Congresso americano ha approvato una legge di bilancio 2003 nella quale ha inserito lo stanziamento relativo alle spese per lo spostamento dell'ambasciata a Gerusalemme "capitale d'Israele". Alberto Indelicato scrive un articolo sostanzialemte corretto anche se, da alcune frasi, emerge una sorta di ambiguità. "Tuttavia proprio negli stessi giorni il Congresso Americano ha offerto al suo alleato mediorientale qualcosa di molto più importante e sostanziale dell'azione militare a cui Tsahal ha dovuto a malincuore rifiutare (e che potrebbe ritentare in qualsiasi momento). Gli israeliani hanno ottenuto ciò a cui ambivano dal 1967 se non addirittura dal 1948: il riconoscimento americano di Gerusalemme quale capitale del loro stato." L'azione militare dell'esercito israeliano puntava all'arresto di 20 terroristi, qualsiasi israeliano preferirebbe la fine del terrorismo che l'approvazione da parte degli Stati Uniti della propria capitale. Perchè far credere ai lettori che l'esercito israeliano non pensi ad altro che alla guerra? I giovani soldati che assediavano il quartier generale di Arafat hanno rifiutato l'azione militare a malincuore perchè non sono riusciti ad arrestare i capi terroristi, non certo per la fine dell'azione in sè; a dispetto di quanto il giornalista voglia far credere,i giovani israeliani non si divertono a sprecare la propria giovinezza nella guerra. "Ciò malgrado, non si deve sottovalutare il senso di frustrazione che si va diffondendo nel mondo mussulmano" Gli stati arabi potrebbero abbandonare i loro continui sensi di frustrazione ed aiutare concretamente, e non solo con le armi, la costruzione dello stato palestinese. "che anche se politicamente sterile potrebbe tradursi in gesti estremi di terrorismo e non soltanto contro le persone e gli interessi degli Stati Uniti." E da quando i governi cedono ai ricatti? Non dimentichiamo che se c'è uno Stato continuamente minacciato nella sua stessa esistenza, quello è Israele. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione de Il Giornale. Cliccando sul link sottostante si aprirà un' e-mail già pronta per essere compilata e spedita.