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La Repubblica Rassegna Stampa
08.10.2002 I mujahidin che vivono in mezzo a noi
Magdi Allam: un'intervista agghiacciante all'imam di Carmagnola dove anche l'intervistatore........

Testata: La Repubblica
Data: 08 ottobre 2002
Pagina: 37
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Al Qaeda: come nel nome della Jihad aiuto i fedeli ad arruolarsi»
A pagina 37 de La Repubblica una lunga intervista di Magdi Allam al senegalese Abdulqadir FadlAllah Mamour, Imam della moschea di Carmagnola (un paese in provincia di Torino). L'intervista è un estratto dal libro "Bin Laden in Italia, viaggio nell'Islam radicale" (Mondadori).
L'intervista riportata sul quotidiano è fredda e agghiacciante, l'Imam di Carmagnola dice cose che sicuramente non possono, come invece afferma l'autore, sollevare la popolazione italiana dalle proprie preoccupazioni.
Magdi Allam però non commenta, dalle sue risposte sembra quasi che dia per scontato tutto ciò che l'imam gli racconta:

"Avevo chiamato al telefono AbdulQuadir la prima volta il 23 luglio, nella sua veste di imam della moschea di Carmagnola, e lui si era dilungato ad accusare l'Italia: "Noi musulmani siamo vittime della politica dell'Italia, degli arresti, delle accuse, dei ricatti. Dopo l'11 settembre è aumentata l'oppressione dei musulmani. Se i musulmani continuano a subire, sono sicuro che le conseguenze ci saranno, perchè i musulmani non dimenticano"
E' una minaccia? Magdi Allam non chiede informazioni più precise.
Magdi Allam:"Quando tieni i sermoni in moschea, inviti i fedeli ad arruolarsi per andare a fare la Jihad in Afghanistan in difesa del popolo afghano e di bin Laden?

"Se noi non lo facessimo non manterremmo l'impegno preso con Dio. Nel caso specifico dell' Afghanistan, trattandosi di un territorio attaccato la cui popolazione musulmana non è in grado di difendersi da sola, il Jihad è un dovere oggettivo, fard ayn, cioè a cui nessun fedele può sottrarsi."

Magdi Allam: "Ma concretamente ci sono dei fedeli che partono dall'Italia in Afghanistan per combattere al fianco di bin Laden e dei taleban?"

"Qui in Italia tutti i fratelli sono in ansia. Aspettano. Però non c'è la possibilità di entrare in Afghanistan. Se ci fosse la strada aperta Bossi sarebbe contento perchè l'Italia sarebbe vuota!"
Ma il resto degli italiani sicuramente preferirebbe che i cittadini musulmani rimanessero nel proprio paese e si integrassero con la popolazione piuttosto che andarsene ad imparare l'arte del terrorismo!


L'imam continua spiegando i vari passi che un musulmano deve compiere per arrivare in Afghanistan: internet, consolati, Turchia, Pakistan, Afghanistan, addestramento alla guerriglia.

Magdi Allam: "Ma qual'era l'addestramento che ricevevano nei campi di Al Qaeda?

"Addestramento militare. Ci sono diverse forme di addestramento, corporale, dei gruppi d'assalto, maneggiare gli esplosivi, queste cose qua. Siccome non abbiamo un esercito, una brigata, uno stato, i musulmani vengono addestrati alla guerriglia. Tutti i tipi di addestramento sono per il sabotaggio. Vedi dei giovani che insegnano loro come distruggere una grande città come Londra in 24 ore, essendo minimo 3 o 4 persone. In realtà è gente pericolosa perchè ha imparato delle cose pericolose."

Magdi Allam:"Come compiere degli attentati"

"Sai nell'addestramento gli insegnano di tutto, quindi.. Però ripeto, per quella gente lì l'obbiettivo non è l'Italia. Io voglio che lei lo scriva che a questa gente non interessa fare degli attentati in Italia. Sono dei professionisti fratello. Se volevano dar fastidio, fare qualcosa, l'avrebbero già fatto! Eh si, perchè nessuno ci può fermare. Uno che fa questo non gli importa di morire, non gli serve il carcere a vita. E' come in Palestina capito? Lasciateci vivere in pace."
E come si può vivere in pace dopo queste parole? L'Italia forse non è a rischio (è tutto però da dimostrare), ma Israele, gli Stati Uniti?
Non una parola, niente, come se la sicurezza internazionale, e non solo quella italiana, non fosse importante.
Un' intervista terribile che sconvolge i lettori , ma, a quanto pare, non Magdi Allam, che non commenta e non si stupisce di fronte a questa realtà.

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