Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 10/03/2021, a pag.13 con il titolo "Ha successo perché è libero" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
La Neue Zürcher Zeitung lancia un'offensiva in Germania. Conquista copie e lettori, mentre la stampa tedesca è in difficoltà. Naturalmente si tratta di cifre limitate, ma perché la Nzz, il quotidiano più serio al mondo, e secondo altri anche il più noioso, è sempre più letto dai tedeschi? Forse, rispondono a Zurigo, a causa di una mancanza di liberalismo negli articoli e nei commenti nei giornali di Berlino, Francoforte, Monaco. Ogni opinione è lecita, non si dovrebbe ricordarlo, ma ad esempio, dopo la vittoria sia pure di stretta misura (il 51,2%) di quanti volevano vietare il burka in Svizzera, già domenica pomeriggio si sono letti online articoli astiosi sul settimanale Der Spiegel e sulla Süddeutsche Zeitung. I favorevoli sono stati accusati di razzismo, di islamofobia, si deve dialogare con l'Islam e non schiacciarlo, non è vero che le donne coperte dal burka o dal niqab adesso siano più libere. Condanne e non argomentazioni. Sulla Nzz ho trovato spiegazioni sul perché la Svizzera tedesca, più conservatrice, abbia votato a maggioranza per lo «ja» e quella francese, tradizionalmente di sinistra, per il «nein». Der andere Blick, un altro sguardo, la newsletter della Neuer Zürcher nel 2020 ha raggiunto 32 mila lettori tedeschi, il 70% in più rispetto al 2017. L'abbonamento costa 14,90 euro al mese.
Marc Felix Serrao
Marc Felix Serrao, capo della redazione di Berlino, ritiene che sia dovuto «alla scelta del suo quotidiano, dei redattori e dei collaboratori, di lasciare liberi i lettori di farsi una loro opinione, e che uno Stato deve limitarsi ai suoi compiti fondamentali lasciando in pace i cittadini». Eric Gujer, 58 anni, direttore della Nzz dal 2015, commenta: «il nostro è un giudizio liberale sulla Germania osservata da fuori, e abbiamo un ruolo particolare nel panorama dei media tedeschi». Gujer ha cominciato a lavorare da praticante in un giornale di provincia in Germania, è stato corrispondente da Mosca, e ha diretto la redazione di Berlino. Ad esempio, non deve essere considerato un tabù giudicare un problema come quello dell'emigrazione. E la redazione diretta da Serrao a Berlino in gran parte è formata da giornalisti tedeschi e non svizzeri: «Non è una questione di nazionalità», aggiunge Gujer, «ma di atteggiamento mentale». La Nzz è un quotidiano conservatore in economia ma con spirito liberale, il che non dovrebbe sorprendere. Tra Berlino, Monaco e Francoforte, dalla capitale alla Baviera, a due passi da Zurigo, dieci giornalisti informano sulla situazione in Germania. La Nzz è nata nel 1780, il più antico quotidiano svizzero, un giornale tradizionale, che non è sfuggito alla crisi, nel 2008 vendeva ancora intorno alle 140 mila copie, oggi è sceso a 80 mila, con 260 mila lettori. Ma sono un'élite, la loro opinione conta. E questo non piace a tutti. Uwe Krüger, esperto di media, ritiene che la Nzz nei suoi commenti ribadisca la libertà individuale e condanni la Verbotskultur, la cultura del divieto, dall'ecologia al politically correct. Inevitabile l'accusa di favorire un populismo di destra. Ma il giornale di Zurigo ha sempre preso la distanze dall'AfD. In Germania hanno confinato i suoi elettori in un ghetto, non sono tutti nostalgici neonazi, ritiene Gujen, si dovrebbe dialogare con loro, invece di condannarli in blocco. Era il consiglio di Frau Merkel, dopo il successo dell'AfD alle elezioni del 2017, ma poi non lo ha fatto.
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