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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.03.2021 La forza di Israele
L'ultima analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 marzo 2021
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «La forza di Israele»
La forza di Israele
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(traduzione di Yehudit Weisz)

Yehudit Weisz ha tradotto con precisione e dedizione costante tutti gli articoli scritti da Manfred Gerstenfeld negli ultimi due anni. Questo è il suo ricordo personale:

Quello che segue è l’ultimo articolo che il Dr. Manfred Gerstenfeld ha presentato al Centro BESA prima della sua morte, avvenuta il 25 febbraio 2021.

Rimandiamo all'articolo di Ben Cohen, pubblicato il 5 marzo scorso su IC, un ricordo di Manfred Gerstenfeld che rievoca una vita intera dedicata all'informazione contro antisemitismo e antisionismo: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=81016

Ben Cohen Writer - JNS.org
Ben Cohen

Domani, mercoledì 10 marzo, dalle ore 20:00 alle ore 21:00 (ora italiana) si svolgerà uno Zoom una serata di ricordo in onore di Manfred Gerstenfeld, collaboratore di Informazione Corretta da sempre, organizzata in collaborazione con l'Unione delle Associazioni Italia Israele.
Tutti i lettori di IC sono invitati a partecipare. Ecco le credenziali di accesso e la locandina:


Ecco l'ultimo articolo di Manfred Gerstenfeld:

Israele è un Paese particolarmente difficile e complicato da valutare in termini di punti di forza e di debolezza. Questo diventa evidente quando lo si confronta con un Paese dell'Europa occidentale che ha una popolazione di dimensioni più o meno simili, come il Belgio. Quest'ultimo è membro dell'alleanza militare NATO: la sua potenza militare è integrata nella NATO e la forza del Paese in quest'area dipende da lei. Il potere politico del Belgio deriva in gran parte dalla sua appartenenza all'UE.  Lo stesso vale in larga misura per il suo soft power. Per Israele un’analisi simile così concisa non è possibile. Il potere militare del Paese si manifesta raramente in vere e proprie guerre. I suoi conflitti armati contro organizzazioni terroristiche palestinesi e arabe in Libano e a Gaza sono meglio definibili come campagne. Di tanto in tanto Israele intraprende azioni militari in Siria, in parte mirate contro le forze iraniane di stanza lì. Reagisce anche ai razzi e agli aerostati incendiari sparati da Gaza. Solo una piccola parte della capacità militare di Israele viene utilizzata in quest'ultimo conflitto. Israele, tuttavia, è ripetutamente minacciato di genocidio e di sterminio dal governo iraniano. Questa è una minaccia di estrema importanza. Israele deve essere assolutamente pronto a scongiurare un tale evento nel caso dovesse succedere. La tecnologia informatica, utilizzata sia per l'offesa che per la difesa, è una espressione nuova di quel che si potrebbe chiamare potere semi-militare. Ne è un esempio l'attacco del virus informatico Stuxnet del 2009-2010 a diversi siti atomici iraniani. Molti ritengono che questa azione sia stata condotta dagli Stati Uniti e da Israele. Un altro attacco informatico che, secondo gli esperti è stato condotto da Israele, è quello del 9 maggio del 2020 in Iran, che ha portato il terminal portuale di Shahid Rajaee ad una brusca e inspiegabile interruzione del traffico marittimo. Un’altra sfaccettatura del potere che contiene un aspetto militare, è la sicurezza interna.

Nella lotta di Israele contro i terroristi palestinesi, questa gioca un ruolo importante. Esperti di molti Paesi vengono in Israele per saperne di più sulla sicurezza e il governo israeliano pubblica informazioni sulla sua vasta gamma di corsi di formazione sulla sicurezza interna, ma di questo si parla raramente sui media internazionali. Nel mondo della sicurezza informatica, i fornitori di tecnologia israeliani offrono sicurezza di telecomunicazioni e di rete, elaborazione finanziaria, sicurezza dei dati e sistemi di identificazione biometrica all'avanguardia come i passaporti elettronici, che vengono ora rilasciati da diversi Paesi europei e asiatici. Anche la situazione del potere politico di Israele è complessa. Potrebbe o meno essere cambiata radicalmente in peggio dopo il 20 gennaio del 2021, quando l'amministrazione Biden ha sostituito negli Stati Uniti il governo filo-israeliano di Trump. I recenti Accordi di Pace di Israele con quattro Stati arabi non dovrebbero essere considerati principalmente dei successi americani, sebbene gli Stati Uniti vi abbiano svolto un ruolo enorme, ma riflettono la reputazione del potere politico di Israele in una parte del mondo arabo. Nel normalizzare le relazioni con Israele, questi Stati hanno interrotto il loro sostegno, apparentemente illimitato, ai palestinesi. Alla fine degli anni '80, il politologo di Harvard, Joseph Nye, aveva coniato l'espressione “soft power”. Lo ha descritto come “la capacità di influenzare gli altri per ottenere i risultati che si privilegiano ... Il soft power è la capacità di ottenere i risultati preferiti per attrazione, piuttosto che per coercizione o pagamento”. Gli Accordi di Pace di Israele con i quattro Paesi arabi possono essere considerati “risultati preferiti per attrazione”. La nozione di soft power come termine generale, non è molto utile per comprendere la particolare situazione di Israele. Il concetto deve essere suddiviso in componenti. Ad esempio, il massiccio acquisto anticipato di vaccini anti-COVID da parte di Israele, ci dice molto sul suo “potere economico”? Paesi più ricchi con una popolazione in qualche modo simile, come la Svizzera, avrebbero potuto pagare di più, ma non lo fecero. Ciò significa che Israele ha più potere economico della Svizzera? Probabilmente no. Parte del soft power di Israele in campo economico deriva dalle sue attività di ricerca ad alta tecnologia. Potremmo descriverlo come una sottocategoria chiamata “potere di ricerca”. Considerando le dimensioni della sua popolazione, la performance high tech di Israele è notevole. Ci sono circa 75 società di proprietà israeliana quotate al NASDAQ, il secondo più grande numero di società straniere ad apparire nella borsa degli Stati Uniti (dopo il Canada). Tra il 2010 e il 2019, il valore complessivo delle società high tech israeliane è stato di circa 111 miliardi di dollari. 

Molte importanti società straniere vogliono sfruttare le capacità intellettuali di Israele e collaborare con le sue società high tech. Israele è anche un interessante partner di ricerca per altre nazioni. Ne è un segnale eloquente la sua partecipazione a Horizon 2020, il più grande programma di ricerca e innovazione dell'UE nella storia. Il programma ha destinato quasi 80 miliardi di euro su un periodo di sette anni (dal 2014 al 2020) per garantire la competitività globale dell'Europa. C'è anche un fenomeno riguardante Israele che può essere meglio descritto come potere “mitico”. Questo potere non è sponsorizzato dallo Stato stesso, ma esiste nella mente di alcune persone all'estero. I diplomatici israeliani mi hanno detto che le persone che hanno incontrato durante i loro incarichi credevano che i Protocolli degli Anziani di Sion fornissero una descrizione accurata del potere di Israele. Molti di questi ambasciatori mi hanno riferito di non aver neppure cercato di illuminare le loro controparti su questo argomento poiché era più conveniente far loro credere in questo potere mitico. Un'altra manifestazione di questo potere mitico è la convinzione che Israele o la "lobby ebraica" controlli il governo degli Stati Uniti. Che questo sia falso è diventato ampiamente evidente durante la presidenza di Barack Obama, che ha causato molti danni a Israele (ad esempio attraverso l'accordo JCPOA con l'Iran, a cui Israele si è opposto). Anche il Mossad ha poteri di proporzioni mitiche nella mente di alcuni stranieri. Queste convinzioni sono state rafforzate quando il Mossad nella primavera del 2018, ha portato via da Teheran un’enorme mole di documenti segreti sul programma nucleare iraniano. Israele soffre anche del mito della debolezza. Gli ebrei sono stati inermi per quasi due millenni. Questo ha creato un numero sproporzionato di masochisti israeliani ed ebrei - e, in misura minore, persino di odiatori di sé - che fanno di tutto pur di compromettere il potere di Israele. Quanto più estreme sono le affermazioni di questi falsificatori di moralità, tanto più utili sono per i nemici di Israele. Questi ebrei non hanno imparato nulla dalla Shoah. Ancora un altro fattore da non trascurare è il potere religioso. Israele è un Paese piccolo e l'ebraismo ha un numero di seguaci estremamente limitato rispetto alle altre due religioni monoteiste, il cristianesimo e l’ islam. Eppure l’ebraismo ha svolto un ruolo significativo nello sviluppo della civiltà occidentale, in parte a causa del suo rapporto unico con il cristianesimo, la forza religiosa dominante in Occidente. Un altro aspetto del soft power è il potere culturale. Nella nostra epoca, questo significa in gran parte il successo nel campo della cultura popolare. Diverse serie televisive israeliane sono state acquistate dalla TV americana. Molte sono state trasmesse su Netflix ed sono diventate molto popolari tra il pubblico americano e gli spettatori di altri Paesi occidentali.

C'è, tuttavia, un importante campo di potere in cui Israele ha prestazioni notevolmente inferiori. Questa è l'area del potere diplomatico e della lotta alla propaganda anti-israeliana. C'è un annoso e incessante attacco contro Israele all'ONU e ai suoi organismi associati. Altre fonti di ostilità nei confronti di Israele sono le ONG per i “diritti umani”, gli accademici, i sindacati e i media. Molti di questi individui e organizzazioni sono liberali e molti si definiscono progressisti, una perversione del significato del termine. Israele ha cercato di costruirsi un’immagine. Ma nessuna ha avuto particolarmente successo, per la mancanza di un'agenzia nazionale di contro-propaganda. La città di Tel Aviv ha tentato di etichettarsi come separata e diversa da Israele. L'assenza di un'agenzia di contro-propaganda è un grave difetto che lascia Israele una facile preda per i calunniatori.

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Manfred Gerstenfeld

takinut3@gmail.com

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