Covid, il segreto di Israele? Non dire 'andrà tutto bene' Commento di Daniel Mosseri
Testata: Libero Data: 04 marzo 2021 Pagina: 3 Autore: Daniel Mosseri Titolo: «Il segreto di Israele? Non dire 'andrà tutto bene'»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 04/03/2021, a pag. 3, con il titolo "Il segreto di Israele? Non dire 'andrà tutto bene' " l'analisi di Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
Che in Israele gran parte della popolazione sia già vaccinata contro il Covid-19 lo sanno tutti, sul come ci siano riusciti circolano invece più miti che certezze. Parlando alla stampa alcuni mega-esperti israeliani hanno svelato il dietro le quinte della campagna vaccinale. «Dal 19 dicembre a oggi abbiamo vaccinato il 55% della popolazione e oltre l'80% degli over 50 gode già della piena protezione e ha in mano un "passaporto verde"», spiega Ran Balicer. Professore di Igiene pubblica all'Università Ben Gurion, Balicer è anche il capo del settore innovazione di Clalit, la più grande delle quattro assicurazioni mediche che compongono il sistema sanitario nazionale (Ssn) israeliano. Balicer ha ricordato che la campagna ha funzionato bene «perché siamo un paese piccolo e compatto». E non è stato l'esercito, come credono alcuni, a immunizzare i cittadini: sono state le quattro assicurazioni ad aprire centinaia di centri vaccinali nel paese. Non ospedali dunque ma piccoli ambulatori nelle città e nei villaggi con il medico di fiducia (e molti volontari) con la siringa in mano. Fondamentale si è rivelata la digitalizzazione del Ssn: da un lato è bastato un clic per allenare i cittadini sul telefonino che un'iniezione li stava aspettando (ma gli anziani hanno ricevuto una telefonata) e dall'altro «appena inoculato un vaccino, il sistema aveva già organizzato l'appuntamento per il richiamo». E stato anche necessario convincere la popolazione «e ci siamo riusciti con la trasparenza». Da un lato tanti vip si sono fatti vaccinare in diretta tv, dall'altro «non ho mai usato frasi del tipo "andrà tutto bene" ma ho sempre detto la verità». Così, spiega Balicer, «a chi mi chiedeva se vaccinarsi avrebbe giovato alla loro salute sul lungo termine ho sempre risposto "non lo so, ma non vaccinarsi sarebbe molto peggio sul breve periodo"». Con la stessa onestà Balicer risponde alla domanda se i vaccinati possano infettare altre persone «Ancora non lo sappiamo». Vaccinerete gli under 16? «No, servono altri test». Israele ha dovuto misurarsi con la diffusa resistenza culturale al vaccino di arabi (il 21% della popolazione) ed ebrei ultraortodossi. Se Balicer si è prestato a convincere una serie di rabbini, con gli arabi israeliani ha parlato Aiman Saif, già capo dell'Autorità per lo sviluppo economico delle minoranze. Oggi gli arabi contano in percentuale più malati e più positivi «ma il gap si sta chiudendo» ha spiegato Saif che ha trovato nei sindaci arabi e nei leader religiosi islamici, cristiani e drusi la chiave per superare la diffidenza di tanti.
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