Nella trasmissione "Sciuscià" di venerdì 15 marzo, il vignettista Vauro ha disegnato un bambino ebreo con tanto di kippà che si lancia contro Sharon che tiene in mano una bandiera di Israele. Con la mano strappa la stella di Davide, e dice a Sharon che con quel gesto vuole vendicare il nonno morto ad Auschwitz con il numero tatuato sul braccio. Il riferimento è a quei soldati israeliani che hanno scritto dei numeri di riconoscimento con il pennarello su dei prigionieri palestinesi.
Pubblichiamo un commento di Daniel Vogelmann, editore della Giuntina.
Vauro è un esaltato, che crede di avere sempre e comunque ragione, il prototipo del "fascista", anche se crede di essere di sinistra e lo invitano in questa veste. Lo avrei fatto parlare con mio padre a cui il numero, indelebile, lo avevano fatto per ucciderlo e la stella gliela avevano cucita addosso. Lo avrei fatto parlare con Anna Cassuto, reduce da Auschwitz e uccisa dagli arabi nella guerra del 1948, quando non fu accettata la spartizione dell'Onu e si tentò subito di distruggere Israele. Proprio Vauro, a proposito della stella, fa dire a un prigioniero del lager "ridammela", a dimostrazione che gli ebrei vanno bene quando si fanno portare "come pecore al macello", ma quando si difendono, commettendo senz'altro errori e orrori, allora...
Resistere, resistere. resistere. Purtroppo non solo alla Destra... Da qui la nostra (disperata?) solitudine.
Daniel Vogelmann
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