Riprendiamo dal SOLE24ORE di oggi, 02/03/2021 a pag.25, con il titolo "L'Iran avverte l'Aiea e dice no a riunione informale con gli Usa" l'analisi di Roberto Esposito.
Roberto Esposito
Si complica la strada verso il rilancio dell'accordo sul nucleare iraniano. Una prima frenata è arrivata da Teheran, che ha deciso di non sedersi per ora al tavolo della "riunione informale" con gli Usa proposta dall'Unione europea, giudicando il momento «non adatto» dopo i raid americani contro milizie filo-iraniane in Siria. Lo stop è legato a doppio filo allo scontro in corso alla riunione trimestrale del Consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Mea), dove i firmatati europei dell'intesa del 2015 - Francia, Germania e Gran Bretagna - si preparano a votare una risoluzione di condanna della Repubblica islamica per le limitazioni alle ispezioni nucleari, entrate in vigore la scorsa settimana. Nel testo, i tre Paesi esprimono le proprie «vive inquietudini» per il nuovo strappo e chiedono di «tornare immediatamente» ai controlli precedenti. Appoggiata dagli Stati Uniti, la proposta non avrà però il via libera di Russia e Cina nel voto atteso venerdì. La minaccia ha però già scatenato la reazione di Teheran. «Qualsiasi eventuale risoluzione contro l'Iran complicherebbe ulteriormente la situazione. Ci auguriamo che la saggezza prevalga. Altrimenti - ha avvertito il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif - anche noi assumeremmo un approccio diverso». A rischio c'è già il compromesso raggiunto in extremis lo scorso 21 febbraio nella missione a Teheran del direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi, che secondo la stessa Agenzia Onu permette di mantenere «il livello necessario» di controllo sulle attività nucleari della repubblica islamica per tre mesi: una finestra diplomatica per allungare le possibili trattative con gli Stati Uniti. E ieri è stato proprio Grossi a lanciare un appello affinché le ispezioni non diventino «una moneta di scambio nei negoziati».
Il nodo centrale è il primo passo. La presidenza Biden ha suscitato speranze che l'accordo sul nucleare - da cui Washington si è ritirata nel 2018 ripristinando le sanzioni - possa tornare in vigore, ma Teheran chiede che prima vengano tolte le sanzioni, Washington che l'Iran si attenga agli impegni che garantiscono che non si prepara a costruire armi atomiche. Nel frattempo, non si allentano le tensioni con Israele. Il premier Benjamin Netanyahu ha accusato Teheran di essere dietro l'attacco la scorsa settimana alla nave Helios Ray nel golfo di Oman. Responsabilità «fermamente» respinte dalla repubblica islamica. «La fonte è la meno credibile che ci sia», ha replicato il ministero degli Esteri. Ma Netanyahu ribadisce di voler combattere Teheran a ogni costo. «L'Iran è il maggior nemico di Israele, e noi lo colpiamo ovunque nella regione. Gli iraniani - ha insistito il premier - non avranno armi nucleari, con o senza accordo».
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