La fervida immaginazione del Messaggero Marco Berti scrive sulla situazione mediorientale e sul destino di Arafat: un articolo falso dove il giornalista trasforma in realtà le sue opinioni
Testata: Il Messaggero Data: 30 settembre 2002 Pagina: 10 Autore: Marco Berti Titolo: «Intellettuali israeliani: «No alla pulizia etnica dei palestinesi»»
"Un primo successo le pressioni internazionali lo hanno evidentemente avuto. Israele ha allentato le maglie dell’assedio che per dieci giorni ha visto il leader palestinese Yasser Arafat e duecento suoi fedelissimi sotto il tiro ravvicinato dei carri armati con la stella di Davide," mi raccomando: ricordiamoci sempre che quegli assassini sono EBREI! "asserragliati nei pochi uffici di quello che era il grande complesso della Muqata, il quartier generale dell’Anp di Ramallah, oggi ormai ridotto al lumicino dopo le demolizioni ordinate da Sharon." Ordinate dal governo israeliano che, a differenza di quello palestinese, non è formato da una sola persona, e in cui le decisioni non vengono prese da una sola persona. "E dopo dieci giorni di prigionia Arafat ieri è uscito per qualche minuto sulla strada, accolto da una folla di palestinesi entusiasti, portato sulle spalle in trionfo dalle sue guardie. Il ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres aveva visto giusto: «L’assedio di Ramallah sta accrescendo di molto la popolarità di Arafat fra i suoi», aveva detto due giorni fa. Una popolarità che si è accresciuta proprio quando la sua leadership cominciava a traballare all’interno del suo partito, Al-Fatah. Ma c’è chi dice (e fra questi Akiva Eldar, noto editorialista del quotidiano israeliano Haaretz) che Sharon (da ieri a Mosca per una visita di quattro giorni) l’abbia fatto apposta, per ridare forza ad Arafat che stava per essere scalzato da Mahmud Abbas, il numero due dell’Anp, stimato dagli Stati Uniti, il quale avrebbe dar vita a un progetto di riforme tra cui la creazione, con l’appoggio occidentale, di uno Stato palestinese che Sharon non vuole assolutamente." Opinione personale del giornalista; opinione, oltretutto, assolutamente falsa, che non trova alcun conforto né nelle azioni, né nelle dichiarazioni di Sharon, il quale ha sempre affermato di non volere, di fianco a Israele, uno stato terrorista, ma mai ha affermato di non volere uno stato palestinese tout court.
"E così ieri le truppe israeliane hanno fatto un "ridispiegamento" delle posizioni: si sono cioè allontanate dalla Muqata, mantenendo però l’assedio a Ramallah, in modo da controllare a vista chi entra e chi esce dal quartier generale di Arafat. I soldati israeliani insistono nel volere la consegna di una ventina di presunti terroristi che si troverebbero fra gli uomini che sono attorno al presidente dell’Anp." "Presunti", "si troverebbero": ciò che dicono i palestinesi è sempre vangelo, ciò che dicono gli israeliani è sempre da considerare sospetto fino a prova contraria. E spesso anche dopo che sono arrivate le prove contrarie "Nella città resta peraltro in vigore il coprifuoco." Perché appena viene tolto, immediatamente si scatenano gli attentati. Ma questo per qualcuno è un dettaglio del tutto insignificante.
"E appena la morsa attorno a lui si è allentata, Arafat ha rivolto un appello ai palestinesi, chiedendo la fine di tutti gli attacchi contro i civili israeliani e chiedendo al contempo che le autorità israeliane pongano fine alle operazioni contro i civili palestinesi." A volte, dato che i terroristi palestinesi hanno l'abitudine di nascondersi fra la popolazione civile, accade purtroppo che nelle operazioni contro il terrorismo vengano colpiti anche dei civili, ma MAI Israele ha condotto attacchi contro civili, a differenza degli attacchi palestinesi che sono QUASI SEMPRE diretti contro i civili. "Il leader dell’Anp si è anche impegnato a proclamare un cessate il fuoco se Israele farà altrettanto." Più volte Israele ha dichiarato e rispettato, anche unilateralmente, il cessate il fuoco, cosa che, a giudicare da come vengono riportate le dichiarazioni di Arafat, il signor Berti sembrerebbe ignorare. "Tutto questo è scritto in un "decreto presidenziale" letto davanti alla folla che si assiepava di fronte ai resti della Muqata dal ministro palestinese per le Comunicazioni, Yasser Abed Rabbo. Arafat chiede che «Israele si impegni a rispettare la risoluzione dell’Onu (fine dell’assedio di Ramallah e ritiro dai territori occupati) senza inganni." La risoluzione Onu chiede anche la fine del terrorismo palestinese: come mai questo non viene riportato? "E comunque, per Arafat, la decisione di allentare la pressione sulla Muqata «è ridicola e non rispetta la risoluzione delle Nazioni Unite, né nello spirito né nella sostanza»." Mentre Arafat le risoluzioni Onu le rispetta sia nella sostanza che nello spirito! "«Accanto ad Abu Ammar (nome di battaglia di Arafat, ndr) non abbiamo mai avuto paura, nemmeno per un momento, nemmeno quando accanto a noi fischiavano le pallottole all’inizio dell’assedio». E’ il commento a caldo di una delle guardie del corpo del presidente dell’Anp, fatto pochi minuti dopo l’allontanamento dei carri armati." Certo: tutti sapevano benissimo che Israele non aveva alcuna intenzione di toccare Arafat (e, di conseguenza, neanche chi gli stava vicino), nonostante gli angosciati e angoscianti gridi d'allarme sapientemente recitati per i media occidentali politicamente corretti. "«Fra gli assediati - racconta ancora - si è presto creato un clima di solidarietà fraterna. Il cibo e l’acqua scarseggiavano. Abbiamo diviso in parti eguali poco che restava. I più anziani ci hanno consigliato di bere una mistura di acqua e sale, una soluzione che riduce i morsi della fame». L’arretramento israeliano è stato accolto con favore da Bush che non vuole situazioni destabilizzanti in Medio Oriente proprio mentre si accinge a far guerra a Saddam. «Il presidente - dice un portavoce della Casa Bianca - dà il benvenuto a questo sviluppo. Ora tutte le parti devono tener fede alle rispettive responsabilità per promuovere la pace, la stabilità e la riforma dell’Autorità palestinese». Ieri intanto in Israele sono scattate misure straordinaria di sicurezza. Si teme la reazione di Hamas per l’attacco che ha portato al ferimento del suo comandante militare, Muhammed Deif, la cui auto è stata bersagliata a Gaza da un razzo sparato da un elicottero israeliano." Hamas è un'organizzazione terroristica e Muhammed Deif è un capo terrorista: un comandante militare è un'altra cosa.
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