La diplomazia dei vaccini o la cicala e le formiche
Analisi di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Sempre pronto a puntare il dito contro Israele, quel grande quotidiano che è Le Monde lo accusa di dare all'Autorità Palestinese i vaccini con il contagocce. In un articolo pubblicato il 25 febbraio e intitolato “Covid-19: Israele ‘compra la buona volontà’ dei Paesi alleati con i suoi vaccini in eccesso “ lo Stato ebraico è accusato di fornire“al contagocce” i suddetti vaccini all'Autorità Palestinese. Sappiamo che, secondo gli accordi di Oslo del 1993, è a questa Autorità che spetta la responsabilità in materia di salute pubblica. Senza discutere su questo fatto, secondo l'articolo, la situazione “pone un problema morale tanto quanto d'immagine” . Un ritornello che molti media riprendono in coro: a loro parere, sarebbe solo un sacro dovere da parte di Israele offrire i milioni di vaccini di cui hanno bisogno le popolazioni dell'Autorità Palestinese e della Striscia di Gaza.
E’ inutile che questi media evochino gli obblighi che Israele avrebbe nella sua qualità di potenza occupante a Gaza, dal momento che fin dal 2005 ha abbandonato totalmente questa enclave e si è ritirato all'interno del suo confine riconosciuto a livello internazionale. Hamas, che governa Gaza, non cerca minimamente di nascondere il suo desiderio di distruggere Israele e spende somme considerevoli per il raggiungimento di questo obiettivo: produzione di armi di ogni tipo tra cui vari mortai e missili, realizzazione di una marina militare e soprattutto di tunnel di attacco destinati a portare il terrore nel cuore dei kibbutz e dei villaggi di Israele . Per quanto riguarda l'Autorità Palestinese, la situazione è più complessa. Un gran numero di lavoratori palestinesi attraversa il confine ogni giorno per venire a lavorare in Israele; questi saranno vaccinati nel prossimo futuro. Quanto agli altri, perché i capi di Ramallah non si sono preoccupati in tempo di acquistare le dosi necessarie? Per tempo se non almeno in ritardo? Eppure le risorse non mancano perché gli aiuti internazionali ammontano a decine di miliardi di dollari all'anno. Alcuni di questi aiuti sono destinati ai terroristi imprigionati in Israele per aver massacrato dei civili, ma ne restano ancora abbastanza. Perché non hanno cercato di rifornirsi dai loro amici cinesi o russi? La risposta è chiara: perché pagare quello che sei sicuro di ottenere da qualche generoso donatore? Le persone soffrono? Non preoccupatevi, tanto i leader hanno già ricevuto il prezioso viatico. Ma torniamo alla Striscia di Gaza. Anche per i leader di Hamas, perché spendere qualcosa quando puoi ottenere tutto gratuitamente? Già gli Emirati Arabi Uniti hanno inviato una prima consegna di ventimila dosi. Quanti abitanti di Gaza si ammaleranno o moriranno aspettando le centinaia di migliaia di dosi che ancora mancano? Tuttavia i loro leader potrebbero ottenere domani tutte le quantità che vogliono da Israele, senza sborsare un solo dollaro. Loro lo sanno ma non sono pronti a pagarne il prezzo: restituire alle loro famiglie due israeliani, uno arabo e l'altro di origine etiope, che avevano varcato il confine apparentemente per sbaglio, ed anche i poveri resti di due soldati caduti durante l’Operazione Piombo fuso, ormai quasi cinque anni fa.
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".