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La Stampa Rassegna Stampa
22.02.2021 Mareggiate e catrame, disastro ecologico: chiuse tutte le spiagge di Israele
Commento di Fabiana Magrì

Testata: La Stampa
Data: 22 febbraio 2021
Pagina: 14
Autore: Fabiana Magrì
Titolo: «Mareggiate e catrame. La marea nera devasta le spiagge d'Israele»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/02/2021, a pag.14, con il titolo "Mareggiate e catrame. La marea nera devasta le spiagge d'Israele" il commento di Fabiana Magrì.

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Fabiana Magrì

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Prima sono state le mareggiate a sconvolgere le spiagge israeliane. Quando poi è tomato a splendere il sole, è comparso il catrame, provocato da una fuoriuscita di petrolio individuata a circa 50 chilometri dalla costa una settimana fa. Secondo il ministero dell'ambiente, sono decine le tonnellate di greggio riversate in mare. Le chiazze nere, al largo, si vedono a occhio nudo, da nord a sud. E si avvicinano fino a 500 metri, in alcuni punti anche solo 200 metri, dalla battigia. La responsabilità non è ancora stata chiarita ma sono dieci le navi che si trovavano nell'area da cui si è generato il danno. E le indagini sono tuttora in corso. L'impatto ambientale sul litorale mediterraneo è disastroso. Un episodio tanto grave non si registrava da decenni. L'esercito e l'autorità per i parchi sono al lavoro per ripulire le spiagge. Il generale Aviv Kochavi, capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane, ha promesso di mettere in campo migliaia di soldati per mappare le aree colpite dall'inquinamento e procedere alla pulizia. I volontari invece, migliaia di cittadini che stavano offrendo il loro ausilio, sono stati bloccati. Il rischio per la salute è troppo elevato. Alcune persone, che stavano prestando aiuto nelle operazioni di pulizia, sono state ricoverate in ospedale per aver inalato sostanze tossiche. E su tutta la costa israeliana, 180 chilometri, da Rosh Hanikra al confine con il Libano a Zikim poco prima della Striscia di Gaza, è scattato il divieto di accesso, oltre che di balneazione, nuoto e altri sport, nelle spiagge. Una quantità impressionante di pesci, tartarughe e perfino una balena, sono stati trovati morti, spiaggiati tra il catrame. Ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu, insieme con il ministro della protezione ambientale Gila Gamliel, ha compiuto un giro di ispezione sulla spiaggia di Ashdod, 180 chilometri di spiagge sono stati chiusi: divieto totale di accesso non solo di balneazione 40 km a sud di Tel Aviv. Netanyahu ha ringraziato i cittadini per l'esempio d'impegno civico dimostrato con il loro intervento. E ha promesso un budget adeguato destinato alle operazioni di pulizia. E mentre il premier incontrava Tarek El Molla, il ministro egiziano del petrolio e delle risorse minerarie in visita in Israele, la vicenda ha riacceso la polemica fra ambientalisti e governo, a proposito dell'installazione, vicino alla costa, di una grande rampa per l'estrazione di gas naturale, che pure rappresenta un pericolo perla salute. A preoccupare un gruppo di 250 scienziati, firmatari di una petizione, è anche il recente contratto con gli Emirati Arabi Uniti relativo al transito di petrolio nella Europe-Asia Pipeline, fra Eilat e Ashkelon. A rischio, il patrimonio naturale della barriera corallina nel Mar Rosso. Facendo leva sulla sensazionale chiusura di tutte le spiagge mediterranee di Israele, gli ambientalisti chiedono al governo di fare marcia indietro sull'accordo con gli Emirati.

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