Tutto inizia con un drammatico annuncio. Il gabinetto israeliano si riunisce con priorità assoluta per affrontare una questione di sicurezza della massima importanza. I ministri devono impegnarsi a mantenere la più assoluta segretezza; la censura sta vigilando. In un Paese sempre all'erta come Israele, la tensione cresce. Poco a poco emergono dei dettagli. No, questa non è un’ allerta di sicurezza; si tratta di una questione umanitaria che tocca la Siria e in cui sono implicati i russi. Si scatenano le congetture. I siriani stanno restituendo i resti di Elie Cohen, il più famoso agente israeliano, scoperto e poi impiccato nella pubblica piazza a Damasco? Avranno ritrovato il corpo di Ron Arad, l’aviatore scomparso nel cielo di Beirut? Le smentite si susseguono. Alla fine, quello che è sul tavolo è il destino di una “giovane israeliana” che ha attraversato il confine sulle alture del Golan. Sono stati i siriani ad essersi appellati ai buoni servigi della Russia, in tutta fretta pur di sbarazzarsi della prigioniera; il regime non vuole la pubblicità negativa che questa storia attirerebbe. Ha quindi presentato richieste sorprendentemente modeste, accontentandosi della liberazione di due drusi di nazionalità siriana imprigionati in Israele.
Gerusalemme è d'accordo e si prepara a espellerli entrambi in Siria. No di certo, dicono in cuor loro i diretti interessati, noi vogliamo tornare nei nostri villaggi nel Golan occupato. E se Gerusalemme si oppone, non importa, noi preferiamo rimanere in prigione piuttosto che andare a vivere in Siria. Gerusalemme si oppone. Il tempo stringe. Cosa fare ? Dando prova di tolleranza e generosità, Assad si mostra accomodante: è pronto ad accontentarsi di due pastori passati dall’altra parte del confine… Affare concluso? No. Tutti hanno capito che il cosiddetto scambio di prigionieri è solo un'illusione e che il prezzo reale pagato da Israele non è di pubblico dominio.
Bashar al Assad
Nuova ondata di ipotesi: il governo avrebbe preso degli impegni mettendo in pericolo la sicurezza del Paese, per ottenere il rilascio di una giovane donna di 22 anni che ha già tentato invano di entrare in Giordania, in Egitto e a Gaza? Niente affatto, ci dicono, la contropartita è puramente umanitaria, non è certo costosa e se non possiamo dire di più, è su espressa richiesta di Mosca. Mosca, che avrebbe dovuto sapere che in Medio Oriente si sa tutto prima o poi. In breve, il governo israeliano avrebbe accettato di fornire ai siriani una quantità significativa di vaccino contro il Covid19. Ed è qui che il dramma si trasforma in una farsa. Perché i vaccini, è la Russia che li fornirà mentre sarà Israele a pagare il conto. Abbiamo capito. In cambio della sua prigioniera, Damasco riceverebbe i vaccini di cui ha disperatamente bisogno e, per la sua assistenza umanitaria, Mosca venderebbe 200.000 dollari - alcuni dicono un milione - di vaccini Sputnik. Perché tenere tutto segreto? Per non mettere in imbarazzo la Siria, che lo nega con veemenza. Mosca rimane in silenzio; Netanyahu si accontenta di dire che Israele non ha fornito nessuno dei suoi vaccini alla Siria. Tuttavia molti si interrogano sul prezzo pagato per recuperare una fuggitiva recidiva, che dice di non riconoscere i confini.
Michelle Mazelscrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".