Torino, per la procura il post antisemita della grillina Amore è diffamazione e odio razziale Cronaca di Giuseppe Legato
Testata: La Stampa Data: 19 febbraio 2021 Pagina: 35 Autore: Giuseppe Legato Titolo: «Il post antisemita inguaia la consigliera Cinquestelle»
Riprendiamo dalla STAMPA - Torino di oggi, 19/02/2021, a pag.35, con il titolo "Il post antisemita inguaia la consigliera Cinquestelle" la cronaca di Giuseppe Legato.
Monica Amore
Il post antisemita della consigliera comunale 5stelle
Le scuse politiche non sanano tutto. Anzi. JPerché quando — per distrazione o no — si pubblica una vignetta antisemita, c'è un altro fronte in cui i mea culpa non bastano a chiudere la questione. Ed è quello giudiziario. Da ieri la consigliera del M5S Monica Amore, è indagata dal procuratore aggiunto Emilio Gatti per diffamazione aggravata dall'odio razziale. Le è costata cara, la vignetta satirica a sfondo razzista sugli ebrei pubblicata sui social (e poi rimossa a furor di polemiche) pochi giorni fa. L'aveva pubblicata in un post a corredo del testo «Interessante!». Raffigurava un collage di testate giornalistiche del gruppo Gedi accompagnato da immagini evidentemente antisemite e cioè la caricatura di due uomini con naso pronunciato, Kippah e la Stella di David, giunte alla consigliera attraverso un canale Telegram. Scaricata da molti colleghi di avventura politica (anche del Movimento), Amore era corsa ai ripari chiedendo scusa e rimuovendo il post per sfuggire al fuoco incrociato anche della sindaca Appendino e del ministro Di Maio che — da quel post — avevano preso le distanze bollando l'iniziativa come «gravissima e inaccettabile». Le scuse però — ammesso che costituiscano un'attenuante morale - non valgono spesso in punta di diritto. Tanto è vero che nei giorni scorsi un legale incaricato da Dario Disegni, presidente della comunità ebraica, aveva presentato in procura un articolato esposto. Che ha avuto un seguito: inchiesta aperta e consigliera indagata. Gli accertamenti dovranno ora stabilire una serie di cose: intanto se la cornice giuridica del reato è solo quella o se vi possono essere contestazioni ancora più grave. Verranno anche effettuati approfondimenti sulla genesi di quella vignetta: a chi è stata veicolata, da chi altro è stata condivisa. «Non sono razzista e non sono antisemita, l'ho già detto. Quelli non sono i miei abiti, ho già chiesto scusa per il mio errore» ha spiegato ieri la consigliera Monica Amore. Che, il giorno stesso della pubblicazione, e dopo la raffica di polemiche scatenate da quel post sul suo profilo Facebook, diceva di sentirsi vittima di un attacco da parte di odiatori web: «Mi hanno detto e scritto di tutto». Tanto che, dal giorno dopo, il suo profilo è scomparso dal social. Sono rimaste invece le difese di molti suoi colleghi di partito, che parlando di svista e di leggerezza, si sono dimenticati diricordare che quello commesso da Amore poteva essere un reato.
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