Il violino rubato dai nazisti Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 05 febbraio 2021 Pagina: 11 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Un Guarneri rubato dai nazisti»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 05/02/2021, a pag.11 con il titolo "Un Guarneri rubato dai nazisti" il commento di Roberto Giardina.
Roberto Giardina
Un violino uscito dalle mani di Giuseppe Guarneri (1698-1744) tre secoli fa a Cremona è andato all'asta per dieci milioni di dollari. Un Guarneri sottratto dai nazisti a un negoziante ebreo di strumenti musicali è da anni al centro di una disputa tra i suoi eredi e una Fondazione tedesca che oggi risulta proprietaria del violino. La Germania è sotto accusa: in teoria ci si preoccupa di risarcire le vittime del nazismo, o di restituire agli eredi le opere d'arte, poi all'ultimo passo non avviene nulla, e si perde tempo con cavilli giuridici. Si chiedono agli eredi prove certe che è quasi impossibile presentare, ma dovrebbe essere il museo o il privato a dimostrare come siano giunti in possesso di un quadro o, appunto, di uno strumento musicale senza prezzo. Oggi si calcola che i violini costruiti da Guarneri ancora esistenti siano circa 150, forse 200, rari come gli Stradivari. Il Guarneri del 1706 era di proprietà di Felix Hildesheimer, che aveva un negozio di strumenti d'epoca, a Speyer, in Renania Palatinato, conosciuto in tutta Europa. Aveva acquistato il violino nel 1938 dalla società Hamma di Stoccarda. Questo è l'unico dato certo. A causa delle leggi razziali, poco dopo, fu costretto a vendere la casa e il negozio. La moglie e le due figlie riuscirono a lasciare la Germania, Hildesheimer si tolse la vita il primo agosto del 1939. La moglie e le figlie furono internate in Francia nel lager di Gurs, infine a Marsiglia si imbarcarono per gli Stati Uniti. Del Guarneri si perdono le tracce. Nel 1974 lo acquista la violinista di Norimberga Sophie Hagemann. Dopo la sua morte nel 2010, il violino passò alla Franz Hoffman und Sophie Hagemann Stieftung, una fondazione che ha lo scopo di aiutare i giovani musicisti. Franz era il marito di Sophie, caduto sul fronte orientale negli ultimi giorni di guerra, nel 1945. I nipoti di Felix vivono negli Stati Uniti e hanno chiesto di riavere il Guarneri. Dopo anni, la Limbach Kommission, la speciale commissione che a Berlino si occupa della restituzione dei beni sottratti alle famiglie ebree nel III Reich, il 16 dicembre del 2016 ha dato loro ragione. Il violino non fu venduto volontariamente, Hildesheimer fu costretto a cederlo per ottenere il visto per sé e i familiari, e sfuggire alla deportazione, pagando la cosiddetta Reichsfluchtsteuer, la tassa per lasciare il Reich. La Fondazione Hagemann si dichiarò disposta a un compromesso: il violino sarebbe rimasto di sua proprietà, e affidato di volta in volta a giovani di grande talento, ma avrebbe risarcito la famiglia Hildesheimer con centomila euro, una minima parte del reale valore dello strumento. Però, il violino era in pessime condizioni e il restauro sarebbe stato lungo e costoso. Tutti d'accordo, ma quattro anni dopo, gli eredi non hanno ricevuto alcun indennizzo, neppure un acconto. Secondo la fondazione, dopo altre ricerche, sarebbero emerse altre prove che dovrebbero annullare la decisione presa. Il violino fu venduto da Felix senza costrizioni, e al prezzo corrente di mercato di un Guarneri a quel tempo, molto inferiore a quella odierna. Il violino non compare nella lista dei beni rubati dai nazisti presentata dalla famiglia, subito dopo la guerra. La commissione di Berlino respinge le argomentazioni della Stieftung: il violino non compare nella lista stilata dalla vedova perché non era indicato nei beni venduti da Felix. La Gestapo, come avveniva, aveva sequestrato i suoi beni, gli strumenti trovati nel negozio, e anche i mobili di casa, per metterli all'asta. Gli oggetti più preziosi venivano comprati per pochi Reichsmark dagli stessi agenti, dai loro parenti e dagli amici. Le aste erano ovviamente truccate. Come pretendere che si trovi una ricevuta regolare? «La disputa sul violino, il mancato risarcimento degli eredi», ha commentato l'ex giudice costituzionale Hans-Jürgen Papier, «provoca un danno enorme all'immagine della Germania».
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