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Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 29/01/2021, a pag.14, con il titolo "Niente strappi e tanta cautela nel Medio Oriente di Biden e Blinken", il commento di Federico Rampini.
Ecco le parole pronunciate un mese fa dal ministro degli Esteri iraniano Zarif, che chiariscono la posizione aggressiva dell'Iran contro l'Occidente e gli Stati Uniti in particolare. Cliccare sull'immagine sottostante per vedere il video, con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello:
Ecco l'articolo:
Antony Blinken Joe Biden Niente strappi e tanta cautela. Forse perché il Medio Oriente — con la Cina — è uno dei terreni sui quali la politica estera di Trump non è stata condannata in toto dai democratici. Biden si trova in sintonia anche sui ritiri di truppe da Afghanistan, Iraq e Somalia, decisi o annunciati dal suo predecessore. Quando era il vice di Obama, Biden fu tra i più tenaci oppositori di quel surge con cui il Pentagono aumentò la presenza militare in Afghanistan. L’Iran è un dossier caldo su cui Biden vuole procedere con la massima prudenza. «Il presidente è stato chiaro — dice Blinken — se l’Iran torna a rispettare i suoi impegni e le sue obbligazioni in base all’accordo, gli Stati Uniti faranno lo stesso». Il nuovo segretario di Stato non ha esitazioni ad accusare Teheran di «non stare ai patti», in particolare dopo la ripresa dell’arricchimento dell’uranio. Ma perfino qualora gli iraniani dovessero fermare l’arricchimento, Blinken spiega che si tratta di «usarlo come una piattaforma per migliorarlo insieme ai nostri alleati». Ci sono questioni non contemplate dall’accordo nucleare — il riarmo missilistico, l’appoggio alle attività terroristiche in Libano e Siria — su cui Biden e Blinken vogliono costringere Teheran a nuove concessioni. Il Medio Oriente è uno dei temi discussi ieri nella prima telefonata fra Blinken e Luigi Di Maio. La Farnesina riferisce che «i due ministri hanno fatto delle eccellenti relazioni bilaterali, soffermandosi sui principali dossier di comune interesse, tra cui la Libia, la cooperazione Nato, il contrasto al terrorismo, il caso Navalnyj e i rapporti con la Russia». Per l’Italia è urgente verificare quali posizioni prenderà l’Amministrazione sulla questione libica. Trump e il suo segretario di Stato Pompeo non andarono al di là di appoggi verbali alla posizione italiana. Considerando l’intervento militare in Libia come uno dei peggiori errori della politica estera di Obama, Trump-Pompeo ritenevano di doversene occupare il meno possibile. Catturare l’attenzione della nuova squadra americana alla Casa Bianca e al Dipartimento di Stato non sarà facile: l’Italia è presidente di turno del G20 ma Blinken non può sapere quale governo italiano gestirà quel summit, né se sarà ancora Di Maio il suo interlocutore fra qualche settimana. Ad un governo americano fresco di insediamento, l’Italia ne presenta uno dimissionario.
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