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Informazione Corretta Rassegna Stampa
28.01.2021 Jean Raspail e Rudolf Hoess
Deborah Fait risponde ai lettori

Testata: Informazione Corretta
Data: 28 gennaio 2021
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Raspail e Hoess»

Mort de Jean Raspail, écrivain et explorateur, auteur du «Camp des Saints»
Jean Raspail

Mi sento in dovere di segnalarvi che in abbinata a La Verità e a Panorama c'è da oggi un libro di Jean Raspail, il cui pensiero razzista è ben noto e pubblicato in Italia dalla casa editrice di Franco Freda,

Guido Vigna

Gentile Guido,  
Jean Raspail è famoso per aver auspicato alla "monarchia Cattolica" di prevalere sulle varie ideologie che hanno distrutto il XX secolo e per aver predetto la fine della civiltà occidentale e la distruzione della "razza bianca". Probabilmente il suo libro viene offerto proprio perche' può essere riferito alla realtà odierna. Lo scrittore aveva previsto la terza immigrazione mondiale che, appunto e secondo lui,  avrebbe distrutto l'Europa come in parte sta accadendo. Indipendentemente da come uno la pensa, credo sia giusto mettere in guardia contro un'immigrazione incontrollata ma è altrettanto pericoloso pubblicare scritti particolari e difficili senza poterli discutere con chi li legge, spesso persone impreparate che capiscono solamente il pensiero razzista senza avere le capacità di combatterlo.  Dobbiamo stare attenti sia all'odio razziale (oggi è il Giorno della Memoria della Shoah) che incombe sempre, che alla tolleranza esagerata verso chiunque voglia distruggere una cultura e una civiltà millenarie. Un cordiale shalom

*************
 
 
L'accusa di Ferdinando Camon: «Sognavo di insegnare, ma sono stato  sconfitto da un sistema corrotto» - Corriere.it
Ferdinando Camon

 
Gentilissima Signora Fait,
l’assoluzione di Hoess non è “segno dell'ipocrisia di chi non è interessato alla giustizia nel mondo” (come si legge nell’odierno commento redazionale all’articolo di Ferdinando Camon "Fu assolto persino lo sterminatore di Auschwitz", Avvenire 26.1.2021), bensì applicazione della fede cattolica nell’ineffabile misericordia divina. L’assoluzione impartita dal confessore non è riconoscimento di innocenza (al contrario, presuppone che il penitente riconosca di avere peccato e meritato il castigo divino) e non è neppure uno sminuire il male né una benevola riabilitazione sociale, bensì il riconoscimento che Dio ha tanto amato gli uomini – ed al contempo tanto ha orrore del male – da ‘trattare come peccato’ il Figlio Unigenito, che è morto in croce e risorto proprio per rendere possibile la salvezza di ogni uomo che si affidi alla Sua misericordia, qualunque cosa abbia fatto. Capisco che si tratta di un discorso teologico probabilmente non chiarissimo ‘visto dall’esterno’, ma non credo che la richiesta di giustizia possa spingersi fino a volere l’eterna dannazione di un uomo. Nemmeno quando si tratta di assassini di un’efferatezza per la quale non credo esistano parole. Con i più cordiali saluti,

Annalisa Ferramosca

Gentile Annalisa,  
Posso capire il suo ragionamento da persona di profonda fede ma non posso condividerlo. Che "l'animale" Rudolf Hoess sia stato assolto da colui che lo apostrofò esattamente con questa parola (offensiva per gli animali, a mio parere) significa che, per citare l'autore dell'articolo, Ferdinando Camon, "se fu possibile assolvere il comandante di Auschwitz, allora non c'è nessun colpevole sulla terra che non possa pentirsi e non possa essere assolto". Comodo per quel criminale assassino riconvertirsi alla fede cattolica per avere il perdono, comodo per chi aveva commesso crimini tali ai quali, "nessuno potrà credere" per la loro ferocia , efferatezza, enormità inumana. Ha fatto sbranare bambini, ha reso l'umanità imprigionata ad Auschwitz priva dei più elementari diritti alla dignità, ha permesso esperimenti umani, ha fatto cose che nessuno credeva possibili, poi, temendo di finire all'inferno che, come cristiano pensava esistesse, si è confessato, è stato assolto grazie "all'ineffabile misericordia divina". Misericordia a lui sconosciuta, misericordia negata alle vittime. Ha pianto fino al momento dell'esecuzione, dice il gesuita, certamente, la paura fa anche piangere come piangevano i suoi milioni di vittime che alla fine non avevano più lacrime ma solo il terrore che rende muti. Hoess non si è affidato alla misericordia di Dio ma alla sua paura di omuncolo coraggioso solo con chi non poteva difendersi. Si, un essere simile, a mio parere, meritava la dannazione eterna e nulla più. Un cordiale shalom

takinut3@gmail.com

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