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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.09.2002 Arafat prigioniero: un articolo fazioso


Testata: Corriere della Sera
Data: 21 settembre 2002
Pagina: 15
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Arafat prigioniero nel suo palazzo in macerie»
"GERUSALEMME - Yasser Arafat è ormai prigioniero nel suo ufficio e controlla con un pugno di uomini il terzo piano della Mukata, la sua residenza a Ramallah. Sotto di lui, al piano sottostante, all’esterno, nel cortile, sui tetti delle case circostanti ci sono i soldati israeliani. L’obiettivo è di trasformarlo in un topo in gabbia"
questo è il risultato della scelta di Arafat di intraprendere la guerra rifiutando lo stato di Palestina e la pace, non un obiettivo della politica israeliana
di isolarlo «in modo ermetico», di umiliarlo
da due anni ormai Olimpio continua a propinarci quasi quotidianamente questo verbo, "umiliare", riferito ad Arafat: ma quanta compassione, quanta umana comprensione per questo vecchio terrorista assassino!
e di costringerlo a chiedere un salvacondotto per Gaza o per l’estero. I palestinesi, attraverso il telefono, unico legame con il mondo, si sono rivolti ad una comunità internazionale distratta da altre crisi: «La situazione è disperata, il raìs è incolume ma la sua vita è in pericolo».
Gli israeliani hanno dato l’assalto usando tank e bulldozer coperti da un fuoco pesante. Un tank ha sparato una cannonata contro l’ufficio di Arafat, che però in quel momento si trovava in un’altra stanza.
Lo sapevano: quando decidono di uccidere un terrorista, gli israeliani lo uccidono, come Olimpio non manca mai di ricordarci.
Per lui solo un po’ di polvere di calcinacci sulla divisa ormai stazzonata.
Guai se manca la nota di colore!
Il tiro continuo delle mitragliatrici ha piegato la debole resistenza delle guardie. Come in una guerra medievale, combattuta con armi moderne, gli israeliani hanno stretto lentamente
lentamente? Ma se cinque righe più su ci ha parlato di assalto con tank e bulldozer coperti da un fuoco pesante!
l’assedio alla Mukata, all’interno della quale vi sarebbero circa 200 persone con pochi viveri e l'impianto dell'acqua fuori uso
Ricominciamo con la storiella dei poveri assediati che rischiano la morte per fame, e poi alla fine vengono trovati sacchi e sacchi di cibo avanzato?
All’alba i guastatori hanno demolito tre edifici del complesso, poi è toccato alle ruspe blindate che hanno scavato una grossa trincea per impedire qualsiasi movimento. In poco meno di 12 ore il quartier generale, già danneggiato da altri attacchi, è stato ridotto ad insieme di ruderi.
Ce l'ha già raccontato almeno una decina di volte: non ci sarà per caso una Penelope palestinese che continua a ricostruire ciò che gli israeliani distruggono, in modo che poi possano tornare a distruggerlo un'altra volta?
Al calar della sera, sotto la luce dei riflettori e le telecamere della Cnn , è scattata la terza fase. Drammatica la sequenza.
Drammatica la demolizione di un po' di pietre? E che dire delle sequenze di morte organizzate dai palestinesi?
Le ruspe hanno demolito un corridoio sopraelevato che collegava la residenza privata di Arafat ad una palazzina usata per le riunioni. Altri bulldozer hanno bloccato l’ingresso principale, aprendo un buco nel muro di sostegno. Un colpo di maglio che ha seminato il panico tra le guardie del raìs.
Quelle sempre pronte a mandare ragazzini e bambini al martirio?
Oltre una ventina sono uscite con le mani sulla testa e la maglietta sollevata per mostrare che non nascondevano esplosivi. «Temiamo che crolli tutto», ha comunicato al telefono Nabil Abu Rudeina, l’«ombra» del raìs. Ma non è finita. I corazzati israeliani hanno ripreso a sparare sostenendo che si trattava di «tiri di risposta».
E perché Olimpio non è andato a vedere, così da saperci dire di preciso se si trattava di tiri di risposta o no? Se ci stava la CNN, poteva ben starci anche lui!

Dall’altra parte del mondo, negli Stati Uniti, è partita la prima reazione. Contatti «ad alto livello» sono stati stabiliti tra Washington e Gerusalemme. Ribadendo un messaggio già lanciato nel pomeriggio, gli Usa hanno riconosciuto a Israele il diritto all’autodifesa, ma hanno invitato l’alleato a tenere conto delle conseguenze. Ai palestinesi hanno invece chiesto un’azione contro gli estremisti. Gran parte delle città palestinesi sono sotto coprifuoco
che ERA stato tolto, e immediatamente Israele si è nuovamente ritrovato a raccatar pezzi di cadaveri
mentre nella striscia di Gaza si è combattuto. Uccisi dai soldati tre civili palestinesi e un militante.
Chi erano? Che cosa stavano facendo? Peché sono stati uccisi? In quali circostanze?
Al Palazzo di Vetro dell’Onu, i Paesi arabi hanno chiesto e ottenuto una convocazione straordinaria del Consiglio di sicurezza (fissata per lunedì).
Che come al solito si pronuncerà contro chi si difende e mai contro i terroristi.

I dirigenti israeliani hanno cercato di placare i timori ripetendo, per bocca del ministro della Difesa Ben Eliezer, che l’obiettivo è «isolare e non espellere Arafat». Parole che non sgombrano il campo dall’idea che Sharon questa volta voglia andare fino in fondo.
E sarebbe ora!
In caso di un altro attentato, l'espulsione è scontata. Un provvedimento che potrebbe riguardare anche lo sceicco Yassin, la guida spirituale del movimento Hamas.
La stampa locale è concorde nell'affermare che il problema non è più il leader: «E' in coma politico, conta zero». E' evidente che il controllo di Arafat sui gruppi palestinesi è inesistente. Come lo è il legame con gli attentati degli ultimi giorni.
Evidente? Olimpio può dimostrarlo?
Gli specialisti della polizia ammettono che molti attacchi sono pianificati dalla cellula locale,
cellule istruite e foraggiate da chi?
rispondono più alla logica della vendetta
vendetta in che senso, dal momento che da ottant'anni sono sempre stati loro ad attaccare per primi?
che ad un puro disegno strategico. La valutazione non ignora i piani delle fazioni radicali. Hamas, Jihad e persino le Brigate Al Aqsa insistono sulla scellerata via del «tanto peggio, tanto meglio». E intravvedono nel possibile conflitto Usa-Iraq un detonatore di una guerra regionale, dove finalmente gli arabi muovano contro Israele.
Ben Eliezer ha spiegato che l'assedio alla Mukata continuerà finché non si saranno arresi 20 ricercati nascosti nella palazzina. Gli 007 vogliono mettere le mani su Tafiq Tirawi, mente della sicurezza in Cisgiordania, e su Mahmoud Damra, il capo di Forza 17. Entrambi sono accusati di aver organizzato degli attentati. Incurante della situazione Hamas ha di nuovo rivendicato l'attentato di Tel Aviv, promettendo una raffica di attacchi. I contabili della morte precisano che il terrorista del bus era il kamikaze numero 76.
Ieri Olimpio aveva scritto un bellissimo articolo di pura informazione: oggi evidentemente ha dovuto farsi perdonare.

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