Spropositi
Commento di Diego Gabutti
Greta Thunberg, Anna Frank
Non è soltanto mostruoso, e neppure soltanto ridicolo, che il sindaco di Milano (dicesi Milano, vetrina d’Italia, città internazionale, un gioiello dell’Occidente) paragoni Anna Frank a Greta Thunberg: una diva radical chic pompata dai media e una ragazzina ebrea assassinata a Bergen Belsen. C’è qualcosa di peggio, e di più oscuro: il torpore morale, l’ottusità, l’incapacità di distinguere tra l’alto e il basso, tra il vero e il falso, tra realtà e talk show, tra il bene e il male, tra tweet scacciapensieri e opinioni ponderate. Quando si dice «ignoranza», e si pensa all’uso improprio dei congiuntivi o agli svarioni storici e geografici, non si ha semplicemente idea di quale sia la vera ignoranza, e di che cosa ne può derivare in politica.
Alfabetizzata o meno, 5stelle oppure no, un grande e irrimediabile ignoramus è la sostanza di cui è fatta la moderna sinistra (specie caviar) in Italia come negli Stati Uniti e ovunque: un mix di patetismo da tivù spazzatura, di gossip da socialisti avvinazzati elevato a dottrina, di filosofume da rotocalco politico, di mezza cultura, di spropositi spacciati per analisi sottili e (naturalmente) di malafede. Vale anche per la destra, beninteso, che quanto a spropositi, patetismo, filosofume da strapazzo e mezza cultura non è seconda a nessuno (vedasi, per dire, Fascisti d’America di Federico Leoni, Paesi edizioni 2021, sul quale torneremo nei prossimi giorni). Ma è a sinistra, nei ranghi del politicamente corretto e della cancel culture, che l’ignoranza passa per sapienza, la follia per saggezza, l’indifferenza morale per impegno etico e «Dj Fofò» per un guardasigilli.
Quando si dà del nazista a Benjamin Netanyahu, o a Donald Trump, e della «escort» a sua moglie; oppure quando si dà del dittatore fascista in pectore a Matteo Salvini e, per evitare che gli elettori (notoriamente ignari del proprio bene) votino sconsideratamente la sua lista, si sospende la democrazia parlamentare; quando le opinioni strampalate della marmaglia pentastellare a proposito dell’alta velocità (o di qualunque altra cosa) vengono prese ridicolmente sul serio; quando ignoranza e malafede si spingono, un’iperbole dopo l’altra, fino alla catastrofe intellettuale, non c’è da stupirsi se Giuseppe Sala sbandiera l’oltraggiosa equivalenza tra Greta Thunberg e Anna Frank per compiacere i suoi elettori e clientes che, come non sanno distinguere tra Hitler e Netanyahu, o tra il Cile e il Venezuela, non sanno neppure distinguere tra un campo di sterminio, dove Anna Frank è stata ammazzata dai nazisti, e lo yacht miliardario del «principe velista Pierre Casiraghi», che ha scortato «Greta» (come viene familiarmente chiamata dai giornalisti senza vergogna) a New York – dove ha fatto gli occhiacci al mondo, semicolti tripudiando.
Diego Gabutti