Aleksej Navalnyj dal carcere: 'Vi racconto la dittatura di Putin' Cronaca di Rosalba Castelletti
Testata: La Repubblica Data: 20 gennaio 2021 Pagina: 20 Autore: Rosalba Castelletti Titolo: «Il dossier di Navalnyj dal carcere: 'Il regno delle tangenti di Putin'»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 20/01/2021, a pag.20, con il titolo "Il dossier di Navalnyj dal carcere: 'Il regno delle tangenti di Putin' " la cronaca di Rosalba Castelletti.
Rosalba Castelletti
Aleksej Navalnyj
Sopravvissuto all’avvelenamento da Novichok e incarcerato al suo rocambolesco ritorno in Russia dopo la convalescenza in Germania, Aleksej Navalnyj è subito passato al contrattacco con una mega-inchiesta su quello che definisce «uno Stato separato dentro la Russia» con «un solo e insostituibile Zar: Putin».
Vladimir Putin davanti a un ritratto di Stalin
Si tratta di un "palazzo" sulle rive del mar Nero circondato da 7mila ettari di terreno che sarebbe già costato 100 miliardi di rubli (oltre 1,1 miliardi di euro) finanziati, sostiene l’attivista, da fedelissimi del Cremlino. Accompagnata da un video di quasi due ore, registrato prima del ritorno di Navalnyj e visto in poche ore oltre cinque milioni di volte su YouTube, l’inchiesta intitolata "Palazzo per Putin" è la prima della Fondazione anti-corruzione a puntare dritto al presidente russo. Il complesso comprenderebbe un eliporto, una pista da hockey, una chiesa, una serra, un tunnel che porta a mare che all’occorrenza può diventare bunker, un allevamento di ostriche, una dacia, chiamata "Chateau" nei documenti, con vigneti e cantine, oltre che il "palazzo" vero e proprio da 17.691 metri quadri che includerebbe una sala narghilé con postazione per la pole dance, teatro, piscina, sauna, palestra e casinò. Interni che il team di Navalnyj ricostruisce in 3D grazie a piante e foto dei tre piani ottenuti da un presunto appaltatore «sbalordito e infuriato per l’arredamento lussuoso». Come i divani di pelle (ben 47) da due milioni di rubli, un tavolo da oltre quattro milioni o un cancello con aquila bicipite esatta riproduzione dell’ingresso del Palazzo d’Inverno nel film Ottobre di Eisenstein. Dettaglio che, secondo Navalnyj, «ci dice molto su chi quest’uomo pensa di essere». Sorvegliato da agenti dell’Fsb, il complesso «grande quanto 39 principati di Monaco » nei pressi di Gelendzhik sarebbe protetto da una no-fly zone e da un’area interdetta alla navigazione, nonché da veri e propri checkpoint. «Senza esagerazioni — si legge nell’inchiesta — è il complesso più riservato e ben protetto in Russia. Una città intera, o meglio un regno ». Costato un miliardo di euro, sarebbe stato finanziato, secondo l’attivista, dai fedelissimi di Putin, come l’ad di Rosneft Sechin o Timchenko. «La più grande tangente» della storia, secondo Navalnyj. A dire il vero l’esistenza del palazzo e i suoi presunti legami con Putin erano già stati denunciati nel 2010, ma dopo lo scandalo il palazzo era stato venduto. Secondo Navalnyj, contratti e transazioni dimostrerebbero che la vendita sarebbe stata «un’illusione legale» per nascondere l’identità del vero beneficiario: Putin, un uomo «ossessionato da lusso e ricchezza». Un punto su cui il team martella sperando di galvanizzare la popolazione come nel 2017 dopo l’inchiesta sulle proprietà dell’allora premier Medvedev. Non a caso l’inchiesta si conclude con un appello a manifestare sabato, ribadendo l’invito lanciato già lunedì: «Smettila di sprecare le tue tasse per arricchire queste persone». E, a rincarare la dose, dal carcere di Matrosskaja Tishina, Navalnyj ha diffuso un messaggio su Instagram: «La corruzione rende la vita peggiore, più povera e più breve per ciascuno di noi». Definendo l’inchiesta «un disco rotto», il portavoce di Putin Dmitrij Peskov ha però messo in guardia dal lanciare appelli «illegali». Perché il Cremlino teme le proteste? «No», ha risposto a radio Kommersant Fm . «Il Cremlino non ha paura ». La sfida è aperta.
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