Israele: Guerra del Golfo e innovazione
Analisi di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Un'immagine della Guerra del Golfo
Lo scorso 18 gennaio, a trent'anni esatti dalla prima raffica di missili scud lanciata da Saddam Hussein contro Israele, l'Home Front Command dell’IDF ha svelato la sua ultima invenzione: un vetro con proprietà molto particolari. Questo Comando è stato creato nel 1992, subito dopo la Guerra del Golfo e più precisamente, a seguito dell'operazione “Tempesta del deserto”. Parafrasando Charles Aznavour, vi parlo di un tempo che chi ha meno di vent'anni - se non di trenta - non può o non vuole conoscere. Gli Stati Uniti avevano preso il comando di una coalizione contro l'Iraq di Saddam Hussein, che aveva invaso e occupato il Kuwait.
Tale coalizione era composta da trentacinque Paesi, tra cui molti nemici giurati di Israele come la Siria e l'Arabia Saudita di allora. Questi ultimi avevano imposto le loro condizioni: si sarebbero ritirati dalla coalizione se fosse intervenuto anche Israele. Un’occasione unica per il dittatore iracheno che pensò che attaccando lo Stato ebraico avrebbe guadagnato dei punti nel mondo arabo senza correre alcun rischio; e meglio ancora, se Israele, esasperato, avesse contrattaccato, la coalizione si sarebbe sciolta. Ed è così che, il 18 gennaio del 1991, la prima raffica di missili scud si è abbattuta su Israele. Il Paese se l’aspettava, anche se non voleva crederci. Saddam non aveva tenuto nascosto la sua intenzione non solo di prendere di mira lo Stato ebraico, ma persino di armare i suoi missili con agenti biologici, come il gas Sarin.
Bambini israeliani con maschere antigas durante la Guerra del Golfo
Tutti i civili israeliani erano stati quindi dotati di kit di protezione, comprendenti una maschera antigas e una siringa precaricata, pronta per l’eventuale iniezione di antidoto; era stato creato persino uno speciale modello di protezione da adattare alla culla dei neonati. E chi se lo ricorda oggi? Il governo aveva anche dato istruzioni specifiche su come proteggersi al meglio creando una stanza “rifugio” in ogni appartamento: bisognava renderlo il più possibile a tenuta stagna calafatando porte e finestre. Nonostante l'invio da parte degli Stati Uniti di batterie di missili Patriot che avrebbero dovuto neutralizzare gli Scud, negli attacchi iracheni 73 israeliani persero la vita e più di duecento furono i feriti. C'erano stati anche danni considerevoli. Era la prima volta dalla Guerra d'Indipendenza d'Israele nel 1948 che le popolazioni civili e i centri urbani venivano colpiti. Un anno dopo era stato creato l'Home Front Command. Una delle sue prime misure fu l’obbligo di costruire una stanza “rifugio” in ogni nuovo appartamento. Questa stanza deve avere i muri esterni in cemento, una porta blindata e una finestra che può essere chiusa ermeticamente con una serranda in acciaio. Sono misure sempre indispensabili; i civili israeliani che vivono ai confini della Striscia di Gaza devono spesso trovare riparo in questi rifugi durante i troppo frequenti attacchi di Hamas e quando a seguito dello scontro del 2014, dei missili erano stati lanciati su Tel Aviv. Ma torniamo ai vetri. Le finestre nelle stanze blindate di ospedali e case di cura, che non sono certo risparmiati dai razzi, sono spesso piccole e molto alte nel muro per ridurre al minimo il rischio di impatto. Le persone costrette a letto vengono così private della vista del mondo esterno e persino della luce, cosa che ha un'influenza negativa sul loro morale e sulla loro salute. Ecco perché Home Front Command sta testando un nuovo tipo di vetro rinforzato che permetterà di ingrandire le finestre e di posizionarle proprio sopra il pavimento.
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".