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Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
19.01.2021 Vaccino anti-Covid, la lezione di Israele
Commento di Vito Gamberale

Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 19 gennaio 2021
Pagina: 20
Autore: Vito Gamberale
Titolo: «Piano vaccinazioni, l'opacità italiana e la lezione di Israele»
Riprendiamo dal SOLE24ORE di oggi, 19/01/2021 a pag.20, con il titolo "Piano vaccinazioni, l'opacità italiana e la lezione di Israele" il commento di Vito Gamberale.

Israele, casi Covid scesi dopo il primo vaccino

Il virus del Covid è in progressiva diffusione, nel mondo, da oltre 15 mesi. All'inizio, sembrava che dovesse riguardare solo Wuhan e zone limitrofe; poi la sola Cina e, magari, i Paesi confinanti; a febbraio 2019 è sbarcato, ufficialmente, in Italia e poi si è diffuso in Europa. Si pensava di poterlo contenere e scacciare con pochi mesi di lockdown severo. A luglio, l'Europa pensava di avercela fatta. Poi, il settembre ha ravvivato il fuoco della diffusione, che ora sembra indomabile, specie in Occidente, con le chiusure e le limitazioni che tendono a preservare al massimo l'economia dei vari Paesi. Mala tempesta appare ancora incontrollabile.

La speranza del vaccino Torna alla mente il famoso film "Cassandra Crossing": un gruppo di ricercatori danesi lavora sui virus; uno dei ricercatori sale su un treno e, dopo poco, si sente male per effetto di un virus; si cerca di isolarlo; la diffusione del virus coglie, progressivamente, tutti i viaggiatori; è così che il treno viene instradato su un binario che finisce su un ponte crollato. Questa tragica metafora mostra, ancora una volta, come gli artisti riescono, con la loro "folle" fantasia, a immaginare ciò che al momento appare paradossale, ma che poi la realtà successiva conferma come possibile. La domanda cruciale è se il Mondo, oggi, riuscirà a fermare il treno del Covid-19. Al momento, la risposta è tutta nel vaccino, per avviare la prevenzione; all'orizzonte (non ancora alba) si parla anche di terapie curative. Il vaccino è la speranza che il treno possa rallentare; magari fermarsi.

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Massima attenzione Da qui, l'impellente necessità, per ogni Paese, di dare la massima attenzione al programma di vaccinazione di massa delle proprie popolazioni. Abbiamo scoperto che vari Paesi, tra i quali la Germania e Israele, da settembre hanno messo a punto un geometrico piano di vaccinazioni, tenuto conto delle caratteristiche di conservazione e di erogazione dei vaccini (temperature, dosaggi, riprese, etc). II lancio di un tale piano richiede una programmazione rigorosa, in grado di garantire il raggiungimento di tutti i cittadini. In Italia sembra si sia cominciato a pensare alla gestione del vaccino solo dopo che l'Ue ha deciso lotti di acquisti centralizzati, ripartiti in base alla popolazione (440 Milioni su 27 Paesi).

La risposta italiana All'Italia, con i suoi 60 milioni di abitanti toccherà un po' più del 13%. Il Governo ha deciso che gli arrivi dall'estero confluiranno all'aeroporto di Pratica di Mare e qui ai 200 e passa centri di smistamento, presso i quali, dal 27 dicembre, sono in corso le vaccinazioni per personale sanitario e per gli anziani ospiti delle Rsa. A oggi, abbiamo superato il primo milione di vaccinati, la stragrande maggioranza dei quali con la prima dose. Per raggiungere l'immunità di gregge occorre vaccinare, con doppia dose (per lo meno fin quando non ci sarà un vaccino monodose), altri 40 milioni di italiani. In totale, 80 milioni di operazioni vaccinali. A questo elevato numero obiettivo occorre assicurare una sicura organizzazione per erogare i vaccini, ossia: i punti vaccinali, i sanitari demandati, la certificazione personale per i due vaccini ricevuti. Aspetto di non poco conto. Finora, questo aspetto è sempre stato eluso nelle necessarie declinazioni (trasporto, smistamento e consegne "ad albero", format della documentazione, sanitari preparati e attrezzati), come se si trattasse di un aspetto secondario. Invece è l'aspetto basilare.

Lezioni dall'insuccesso Ancora più importante se si ricorda che il vaccino antinfluenzale è stato un vero insuccesso, in generale nel Paese e in particolare nelle regioni più grandi, a cominciare da Lombardia e Lazio. Pensare a questo insuccesso, rimosso e cancellato dall'Istituto Luce che spesso accompagna la narrativa governativa, fa capire quanto sia basilare impostare un piano rigoroso per la vaccinazione anti-Covid. Quando bisogna fare ciò che non si è mai fatto (o che si è dimostrato non sapersi fare), i nostri maestri a ingegneria ci hanno insegnato che bisogna copiare chi ha saputo fare. E allora il nostro benchmark deve essere Israele: nella prima settimana del vaccino, ha iniettato 380mila dosi; ora si è portato al ritmo di 500mila al giorno; i suoi 9 milioni di cittadini riceveranno la prima dose in 2 mesi; il ciclo completo delle 2 dosi in 4 mesi. Ciò significa che Israele entro maggio avrà completato la messa in sicurezza di tutta la propria popolazione. Noi, a detta delle varie autorità competenti, dovremo vaccinare, come detto, 40 milioni di persone. Ossia 4,5 volte la popolazione di Israele.

Questioni di organizzazione Volendolo fare nel doppio dei tempi impiegati da Israele, cioè in 8 mesi, dovremmo organizzarci per erogare 400mila dosi al giorno. Bisogna poi calcolare i Centri da attrezzare, i vaccinatori da insediare in ogni centro, chiarire la logistica che dagli oltre 200 centri nodali possa raggiungere i centri operativi. E bisogna definire l'organizzazione standard da dare a ogni Centro: la parte amministrativa per l'accoglienza, il rilascio del tesserino; quanti vaccini l'ora può realisticamente somministrare un vaccinatore; quante ore al giorno il Centro è attivo e per quanti giorni alla settimana. In Israele si lavora 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno, in maniera ordinata. Ciò presuppone un avviso mandato al singolo cittadino. In Italia, di tutto ciò che presuppone una complessa catena logistica e di comando, nulla è dato sapere. Sembra che il Governo voglia delegare le Regioni. È giusto, dopo che tutta la disciplina di questo anomalo periodo è stata gestita dal ministero della salute? Occorrerebbe una chiarezza totale. La tragedia del Covid può essere arginata solo se tutto viene organizzato in modo chiaro e rigoroso, con una puntuale informazione ai territori, rendendo loro noto come funzioneranno i vari Centri di pertinenza. In questa pagina opaca e sgualcita della complessiva gestione politico/sanitaria/sociale di questa tragedia, sarebbe un raggio di sole. Tocca al Governo, e per esso al ministero e al Commissario, fermare il "Cassandra Crossing" del Covid italiano.

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