Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 12/01/2021, a pag.17, con il titolo "La dinastia del petrolio sogna una città senza auto" il commento di Sara Gandolfi.
Sara Gandolfi
Mohammed bin Salman
Non ci saranno auto né strade nella città del futuro immaginata, anzi ideata, dal principe ereditario saudita, rampollo di una dinastia che si è arricchita con il petrolio. Il trentacinquenne Mohammed bin Salman, di fatto leader del Paese, ha un sogno e domenica lo ha presentato al mondo. Si chiama «The Line», la linea: una città ad emissioni zero, dove saranno banditi tutti veicoli a combustione e che farà parte della megalopoli futuristica Neom, in costruzione sul Mar Rosso. L'ambizioso progetto — costo stimato 300 miliardi di dollari — è la punta di lancia del programma «Vision 2030», per diversificare gli interessi dell'Arabia Saudita, creando circa 38o mila nuovi posti di lavoro e sganciando l'economia del Regno dall'ormai non più tanto promettente industria dell'«oro nero». La Linea è «il più ambizioso progetto del mondo», ha assicurato il principe, che qualche ora dopo ha ricevuto, nella storica città di Al Ula, il ministro degli Esteri Italiano Luigi Di Maio, in visita in Arabia Saudita. Mohammed bin Salman ha spiegato che la sua città futurista includerà comunità cognitive e interconnesse, potenziate con intelligenza artificiale, si svilupperà per 170 chilometri, ospiterà un milione di abitanti in un ambiente «privo di rumore o inquinamento» e sarà « alimentata al 100% da energia pulita». La benzina, dunque, e fuori questione.
Proprio pochi giorni fa, Mohammed bin Salman ha deciso di ridurre, a partire da febbraio, la produzione nazionale di petrolio di circa un milione di barili al giorno, portandola a poco più di otto milioni. Una scelta politica che riguarda ben poco l'ambiente e punta semmai a stabilizzare i prezzi del mercato in questo periodo pandemico di drastico calo dei consumi. Dove domani sorgerà la città a impatto zero, oggi domina ancora il deserto. Che il principe vuole trasformare in un'oasi: «Nel corso dei secoli, le città sono state costruite per proteggere le persone negli spazi ristretti e, dopo la rivoluzione industriale, per mettere l'auto e la fabbrica davanti alle persone. Città in cui le persone trascorrono anni della loro vita per spostarsi, e questo periodo raddoppierà nel 2050, e un miliardo di persone sarà sfollato a causa delle elevate emissioni di CO2 e dell'innalzamento del mare — ha affermato senza alcun apparente senso di colpa —. Perché dovremmo sacrificare la natura sull'altare dello sviluppo? Perché sette milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell'inquinamento?». La costruzione della Linea costerà dai 100 ai 200 miliardi di dollari, ha concluso. Uno sforzo finanziario che arriverà, «nell'arco di dieci anni», da investitori privati e dal fondi governativi, frutto dei proventi passati del petrolio.
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