Testata: La Repubblica Data: 07 settembre 2002 Pagina: 13 Autore: Enrico Franceschini Titolo: «L'ultimo ruggito di Arafat»
Se il lettore abituale di Repubblica non è stato cloroformizzato dai vari Viola,Valli & C.,leggendo l'intervista di Enrico Franceschini potrebbe anche pensare che l'astuzia del bravo corrispondente è arrivata a mettere nei guai Arafat sotto una apparente sequela di elogi e domande addomesticate. Se il lettore è sveglio, e ce lo auguriamo, dopo aver letto tutte le bugie del raiss non potrà che avere pensieri di comprensione per Israele.Arafat si lascia andare alle bugie più smaccate. Eccone un esempio:"Faccio del mio meglio per fermare la violenza"Ma se dietro alla maggior parte degli attentati ci sono sempre, insieme ad Hamas, le sue milizie !"Ho donato il sangue per le vittime dell'11 settembre"Ma se i palestinesi ballavano per le strade inneggiando alla distruzione delle Torri Gemelle ! Avrà pure donato il sangue (almeno si è fatto fotografare steso sul lettino), ma non crederà di avere impressionato l'opinione pubblica. Nessun capo di stato è ricorso ad una simile plateale azione per dimostrare solidarietà. In quel ridicolo atto è stato il primo e l'unico."Occorre uno sforzo congiunto del mondo contro il terrorismo"Detto da lui ha il sapore di un tragico scherzo.Tuta la pagina è una esposizione di Arafat come se fosse il democtratico presidente di una democratica nazione. Quanti consigli a destra e a manca!Ce n'è per tutti. Bush,il Papa, l'Italia,su tutti Arafat stende il suo pensiero democratico. Peccato che la realtà lo smentisca clamorosamente.Perchè Franceschini ha scelto di fare al rais una intervista in stile Minà/Castro ? Misteri di piazza Indipendenza. Forse la risposta è quella di sempre: Arafat aveva bisogno di un po' di visbilità e riapparire come il buon vecchio padre del popolo palestinese. E Repubblica, se Arafat chiama, prontamente risponde. Sempre. Invitiamo i nostri lettori ad esprimere il loro parere a Repubblica cliccando sulla e-mail sottostante.