Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Testata: Famiglia Cristiana Data: 08 settembre 2002 Pagina: 14 Autore: Guglielmo Sasini Titolo: «E Israele perde la purezza delle armi»
In questo articolo vi sono riportati i commenti di alcuni quotidiani israeliani sugli ultime operazioni dell'esercito israeliano che hanno coinvolto civili palestinesi. L'articolo, piuttosto superficiale, riferisce i commenti SOLO di una parte dell'opinione pubblica israeliana e riporta una serie di numeri (morti palestinesi ed israeliani dall'inizio dell'Intifada) senza alcun commento nè spiegazione.
Uno dei pilastri dello Stato ebraico, l'esercito israeliano, viene messo in discussione dall'opinione pubblica che, attraverso le pagine del quotidiano Haaretz, si chiede se l'uccisione di 49 palestinesi (di cui 30 civili) in un mese non sia il segnale di una capacità di tenuta ormai compromessa. Certamente è il segnale di una sana democrazia che si interroga sull'operato del suo esercito ma che non può prescindere dal valutare il contesto nel quale operano quei soldati. Di fronte ad un nemico crudele e agguerrito è la consapevolezza di non riuscire spesso a fermare dei pericolosi kamikaze ad esssere seriamente compromessa. Su un altro autorevole quotidiano, Yediot Aharonot, uno dei commentatori più popolari d'Israele, Nachum Barnea stigmatizza:
"C'è da chiedersi perchè i capi del nostro esercito sono diventati arroganti, senza cuore, verbosi." Barnea che ha perso un figlio di 18 anni in un attentato esprime il disagio di Israele di fronte alle involuzioni di un conflitto che di giorno in giorno si imbarbarisce. In realtà esprime una sua opinione personale, lecita e legittima ma che non può estendersi - come ipotizza il giornalista - a tutta la società israeliana. Dallo scoppio della seconda intifada fino alla fine di agosto i morti sono stati 2.475: 610 israeliani e 1.865 palestinesi. E' scorretto e fazioso fornire cifre senza alcun commento. Come sono morti quei palestinesi? In quale contesto? Quanti di loro erano terroristi che stavano preparando un ordigno? Quanti i kamikaze che si sono fatti esplodere insieme alle loro vittime? Una cosa è certa. Fra gli israeliani morti non ci sono terroristi ma solo bambini, donne al mercato, anziani nei ristoranti, adolescenti sugli autobus oppure giovani soldati che difendevano il loro paese da un nemico crudele che vuole sterminarli e che vigliaccamente si fa scudo di bambini e civili per suscitare pietà .
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