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La Stampa Rassegna Stampa
04.09.2002 Come funziona la giustizia in un paese democratico


Testata: La Stampa
Data: 04 settembre 2002
Pagina: 12
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Espulsi i fratelli di un kamikaze»
Pubblichiamo il pezzo di Aldo Baquis su La Stampa di mercoledì 4 settembre, quale cronaca che non esprime giudizi ma descrive quanto è avvenuto.
Notiamo anche con piacere che è scomparsa la parola "deportazione" sostituita da quella corretta di "espulsione" il cui significato è spiegato bene dalla sentenza della Corte Suprema israeliana.

Accogliendo in buona parte una richiesta dei comandi militari avanzata nel contesto di drastiche misure antiterrorismo, nove giudici della Corte Suprema di Gerusalemme hanno autorizzato ieri all´unanimità l´espulsione dalla Cisgiordania a Gaza, per due anni, di due fratelli di un esponente di Tanzim responsabile di un gravo attentato a Tel Aviv. Ma hanno respinto un altro ordine di espulsione spiccato dal comandante militare della Cisgiordania nei confronti di un terzo palestinese il cui fratello aveva compiuto una strage di coloni. In una sentenza lunga 40 pagine, i giudici hanno respinto la tesi di alcune organizzazioni umanitarie (e dell´Autorità nazionale palestinese) secondo cui queste espulsioni costituiscono un crimine di guerra. Al tempo stesso hanno avvertito il governo israeliano che si tratta di un provvedimento di una gravità estrema, da usarsi solo verso persone di comprovata pericolosità. Non potranno dunque essere espulsi in blocco, come era stato proposto a luglio, i parenti dei kamikaze, ma solo quanti fra di loro abbiano preso parte attiva alla preparazione di attentati e restino pericolosi. Il ministro della Difesa Benyamin Ben Eliezer ha espresso soddisfazione per la decisione dei giudici - che a suo parere contribuirà a far diminuire gli attentati - e ha subito ordinato che siano individuati nuovi «candidati» all´espulsione. Da Ramallah un consigliere di Yasser Arafat, Nabil Abu Rudeina, ha condannato la sentenza: «Ci rivolgeremo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - ha detto - per impedire a Israele di compiere nuovi crimini e nuovi massacri», riferendosi alla morte di due studenti universitari dilaniati ieri presso Nablus da un colpo di cannone. I soldati israeliani erano persuasi che preparassero un attentato, ma alcuni testimoni hanno assicurato che erano disarmati. I palestinesi colpiti dagli ordini di espulsione sono i fratelli Intissar e Kifah Ajuri, residenti in un campo profughi presso Nablus. «E' un chiaro abuso, non sono colpevoli di nulla» hanno affermato i genitori. Di Intissar i giudici hanno detto che ha provveduto a cucire corpetti esplosivi destinati a kamikaze delle Brigate dei martiri al-Aqsa, mentre Kifah ha trasportato esplosivi di una cellula terroristica e ha fatto da vedetta. Fra le righe della sentenza, si avverte la sensazione che i giudici avrebbero preferito che i due fossero processati. Ma spiegando le ragioni dell'esercito l'avvocato Shay Niztan aveva molto insistito sul concetto che le espulsioni hanno un forte effetto deterrente e che, in definitiva, salvano vite umane. Assecondando così gli umori di molti israeliani, i giudici hanno ritenuto di poter dimostrare che - se ben motivate - le espulsioni non contrastano con il diritto internazionale. Hanno infatti constatato che la Cisgiordania e Gaza rappresentano (sia per gli israeliani, sia per i palestinesi) una unica entità geografica. Un palestinese che dalla Cisgiordania sia trasferito a Gaza resta dunque nell´entità geografica di origine, a loro parere. «Abbiamo interpretato l'articolo 78 della Quarta Convenzione di Ginevra al meglio delle nostre capacità - scrivono i magistrati della Corte Suprema - abbiamo cercato di dargli un significato adeguato alla nuova realtà creatasi in Israele. Chi lo ha scritto difficilmente poteva immaginare che "persone protette" (in zone occupate militarmente, ndr) si sarebbero trasformate un giorno in bombe umane. Abbiamo scelto dunque un approccio dinamico di interpretazione». Ieri Ariel Sharon ha autorizzato la convocazione a Ramallah di un´importante seduta del Consiglio legislativo palestinese, convocato per votare la fiducia al nuovo governo di Arafat. Il premier ha però avvertito che Israele non permetterà la partecipazione dei deputati «sospettati di attività terroristica». Uno di loro, il leader di Al Fatah in Cisgiordania Marwan Barghuti, è sotto processo a Tel Aviv. Le limitazioni annunciate da Sharon sono state accolte con collera dai parlamentari palestinesi, che minacciano di boicottare la seduta.

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