Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Testata: Corriere della Sera Data: 02 settembre 2002 Pagina: 6 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «Israele scosso dall'ombra dei palestinesi uccisi»
Il giornalista Lorenzo Cremonesi comincia il suo articolo con queste parole: "DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME - «Ho sentito mio fratello gridare. Poi voci di soldati israeliani. Quindi spari, tanti spari. E infine voci flebili che pregavano Allah. Ho avuto paura, mi sono nascosto». Così Itzhak Aliyah ha raccontato ieri la morte del fratello Ala (23 anni), assieme a quelle del cugino Atiyah e altri due compagni di lavoro ventunenni: i fratelli Hassan e Hisham Halika (21). L'ennesimo massacro di palestinesi in Cisgiordania." Visto che le invenzioni di migliaia di morti e fosse comuni non hanno funzionato, adesso si parla di massacro per quattro persone: e le carneficine di israeliani, con decine di morti e centinaia di feriti e brandelli di carne sparsi ovunque, come si chiamano? "Nelle ultime 24 ore ne sono morti almeno 12. Mercoledì notte 4 persone di una famiglia beduina erano morte per un colpo di tank sparato per errore sulla loro baracca nella striscia di Gaza. L'altra sera altri cinque morti, tra cui almeno 2 bambini innocenti, durante il fallito blitz di elicotteri israeliani che hanno cercato di uccidere un leader islamico nel villaggio di Tubas. Ieri i soldati hanno ucciso il figlio sedicenne di un attivista islamico nel campo profughi di Jenin. E questo dopo che da oltre tre settimane il tasso di violenza dell'intifada palestinese sembra via via scemare. " Poi per un attimo Israele allenta la morsa, e immediatamente la violenza riesplode. E' da decenni che continua a succedere sempre la stessa cosa, ma Cremonesi, evidentemente, non se n'è ancora accorto. "Occorre tornare al 4 agosto per risalire all'ultimo attentato kamikaze. Ma tutti questi nuovi morti rischiano seriamente di rilanciare la catena di attentati e rappresaglie" E così abbiamo prefabbricato la giustificazione per il prossimo attentato. E ci dica, signor Cremonesi: la catena di attentati iniziata due anni fa, preceduta dal tentativo di Israele di dare uno stato ai palestinesi, da che cosa era stata lanciata?
"«Avevamo finito il nostro turno notturno di lavoro nella cava di pietre dove andiamo ogni giorno. Ci siamo riposati un poco. Poi abbiamo preso la via consueta attraverso i campi per tornare alle nostre case nel villaggio di Bani Naim. Da molti mesi non viaggiamo più sulla strada asfaltata perché è stata bloccata dagli israeliani. Io mi sono trattenuto in bagno per qualche minuto in più." Un bagno in una cava di pietre? "E il ritardo mi ha salvato», spiega Itzhak. La versione israeliana è diversa. «I quattro avevano con loro tenaglie, martelli e strumenti per penetrare nella vicina colonia ebraica di Kiriat Arba e compiere un attentato», si giustificano i portavoce militari." Spiegano", non "si giustificano". "«Ovvio che avevamo quegli oggetti con noi. Sono i nostri strumenti di lavoro», replica Itzhak." Tenaglie per lavorare in una cava di pietre? "«Il nostro cuore è pieno di tristezza per queste vittime», ha commentato in serata il ministro degli Esteri Shimon Peres. «Apriremo un'inchiesta per indagare sulle accuse di "grilletto facile". Ma non dobbiamo tirare conclusioni affrettate», ha detto il presidente Moshe Katzav." E Cremonesi diligentemente riferisce, ma si guarda bene dall'adeguarsi. "E con un comunicato diffuso in serata, il ministro della Difesa Benyamin Ben Eliezer ha annunciato l’istituzione di «una squadra speciale, capeggiata da un generale, che riesaminerà gli incidenti». Da questa commissione il ministro si aspetta «entro il prossimo venerdì, raccomandazioni operative al fine di impedire il ripetersi di tali malaugurati incidenti». Il fatto, confermato dagli israeliani, che i quattro non avessero armi o esplosivo sembra avvalorare la versione palestinese. Se così fosse, sarebbe questa l'ultima di una serie di operazioni militari che hanno causato la morte o il ferimento di civili arabi innocenti. I dati parlano da soli. Il quotidiano israeliano Haaretz riportava ieri che dal primo agosto all'altra sera sono stati uccisi 49 palestinesi (a cui si aggiungono i 5 delle ultime ore), di cui almeno 30 erano civili. Ci sono stati inoltre 180 feriti, di cui una settantina per armi da fuoco. Tra i morti, 7 avevano meno di 15 anni (tra cui due bambine di meno di 7) e un'anziana di 86. Le agenzie di stampa segnalano inoltre che dallo scoppio della seconda intifada (28 settembre 2000), i morti complessivi sono stati 2.475: 610 israeliani e 1.830 palestinesi. E' vero: i dati parlano da soli. I palestinesi in un solo mese sono riusciti a fare anche 120 morti israeliani. Fra i morti palestinesi le donne rappresentano il 2,8%, fra i morti israeliani il 25%; i bambini e i ragazzi sotto i 15 anni fra i morti palestinesi sono l'11,7%, fra gli israeliani il 57,7% (i dati relativi ai palestinesi sono di fonte palestinese). Nel numero dei morti palestinesi sono compresi quelli uccisi dagli israeliani, quelli che si sono fatti esplodere, quelli che sono saltati in aria maneggiando maldestramente ordigni esplosivi e gli eventuali familiari e amici che stavano loro vicino, i bambini mandati a fare da scudi umani ai cecchini, le persone macellate sulla pubblica piazza per sospetto o presunto collaborazionismo - non di rado, in realtà, semplicemente oppositori di Arafat; gli israeliani sono stati tutti uccisi dai palestinesi. Molti dei palestinesi sono stati uccisi in combattimento o mentre si apprestavano a compiere attentati; gli israliani sono quasi tutti civili inermi. E ancora una domanda vorremmo porre al signor Cremonesi: se i dati dicessero che fra poliziotti e mafiosi sono morti più mafiosi, che cosa ne dedurrebbe? Che i mafiosi sono i buoni e i poliziotti i cattivi? Che i mafiosi hanno ragione e i poliziotti torto? Fonderebbe un comitato per la salvaguardia dei poveri mafiosi discriminati e perseguitati? "La tragedia delle vittime civili è stata più volte condannata dalle autorità dell'Autonomia palestinese, oltre che dalle organizzazioni internazionali che operano sul territorio e, negli ultimi tempi, anche da diverse voci dell'opinione pubblica israeliana. Ieri mattina il popolare quotidiano Yadiot Aharonot ha chiesto con un editoriale che i comandanti dell'esercito rivedano i codici di condotta nei territori occupati." Stiamo ancora aspettando una condanna delle vittime civili israeliane da parte dell'opinione pubblica palestinese e di un popolare quotidiano palestinese. Possibilmente non solo perché la cosa potrebbe risultare controproducente, ma anche perché è leggermente immorale. "Un dibattito che comunque vede la maggioranza dell'elettorato israeliano schierata con la politica del pugno di ferro voluta dal governo Sharon." Politica che, come Cremonesi ha ricordato poco fa, ha permesso di trascorrere quasi un mese senza attentati (e con numerosissimi attentati sventati, di cui Cremonesi non ha mai parlato). "A metà agosto la rivelazione che i soldati usano «scudi umani» durante i pattugliamenti era stata subito dimenticata." Ancora circola questa leggenda? A quando la "rivelazione" sull'uso del sangue umano per impastare le azzime? I giornali arabi già da tempo ne danno ampie notizie: come mai Cremonesi non provvede a informarne anche i cristiani, in modo che anche noi possiamo stare in guardia? "La maggioranza resta largamente indifferente alle sofferenze della popolazione palestinese" Questa è un'opinione personale del signor Cremonesi - un'assai squallida opinione, ci sia consentito dirlo - oltrettutto quotidianamente contraddetta da quanto accade in Israele "Costretta in casa da tre mesi di coprifuoco quasi ininterrotto in molte località." Costretta in casa perché? "L'apertura delle scuole ieri è stata accompagnata dalla preoccupazione degli attentati e dagli sforzi per intensificare la sicurezza degli studenti in campo israeliano. Tra i palestinesi l'attenzione principale è stata invece dedicata al fatto che i posti di blocco e il coprifuoco rendono molto complesso l'accesso alle classi per studenti e professori." Mentre quando l'accesso era molto semplice, Arafat faceva chiudere le scuole per mandare i bambini a tirare sassi, coprendo col loro corpo i cecchini palestinesi. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare le proprie opinioni alla redazione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà un' e-mail già pronta per essere compilata e spedita.