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Informazione Corretta Rassegna Stampa
21.12.2020 IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti: Chanukkah da Verduno a Dubai
Dal 13 al 19 dicembre 2020

Testata: Informazione Corretta
Data: 21 dicembre 2020
Pagina: 1
Autore: Claudia De Benedetti
Titolo: «IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti: Chanukkah da Verduno a Dubai»
IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 13 al 19 dicembre 2020

Chanukkah da Verduno a Dubai


Chanukkah a Verduno


La settimana appena conclusa è stata caratterizzata dalle celebrazioni di Chanukkah, segnate quest’anno dalla pandemia e dal distanziamento sociale e da un numero incredibile di accensioni online ovunque nel mondo. Moltissime sono state le iniziative che hanno permesso di ritrovarsi in rete e a distanza come era già avvenuto nei mesi scorsi per le altre ricorrenze. In ebraico chanukkah significa “inaugurazione” o “dedica” ed è proprio questo il motivo per cui la festa di Chanukkah è dedicata alla luce. Comincia il 25 del mese di Kislev, che ha la sua corrispondenza a dicembre, in prossimità del solstizio d’inverno, e dura otto giorni. Al tramonto, nelle case, le famiglie si riuniscono attorno a un candelabro di otto lumi, uno per ogni giorno, più un nono che si chiama shammash, servitore, con la funzione di accendere gli altri lumi. La ricorrenza commemora il miracolo della riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme avvenuta nell’anno 165 a.e.v. dopo l’occupazione dei siriani. In quest’occasione era prevista la riaccensione del candelabro da alimentarsi con olio di oliva puro. Nonostante l’olio fosse esaurito, miracolosamente, ogni giorno per otto giorni si auto-generò la quantità necessaria per alimentare costantemente il candelabro.

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Tra le iniziative, dal grande valore simbolico, la cerimonia organizzata dall’ambasciata d’Israele in Italia all’ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno in provincia di Cuneo. Qui i diciannove medici della delegazione israeliana del Sheba Medical Center, arrivati in Piemonte per dare un aiuto concreto nella lotta al Covid-19, hanno acceso il primo lume di Chanukkah con il personale sanitario locale. All’evento, trasmesso sui canali social dell’ambasciata d’Israele in Italia ha partecipato da Gerusalemme il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu.“È stata un’occasione per condividere le nostre conoscenze e un privilegio lavorare spalla a spalla con i medici italiani per salvare le vite e fronteggiare la pandemia” ha detto il direttore della delegazione Elhanan Bar On, “Una mano tesa agli amici in un momento di difficoltà”, ha detto l’ambasciatore Dror Eydar, che ha condotto l’accensione della Chanukkiah “Con la missione dello Sheba - ha continuato - abbiamo seguito le orme dei nostri saggi, che già duemila anni fa ci avevano insegnato che chi salva una sola anima è come se salvasse il mondo intero. Auguriamoci che la piccola candela accesa qui riscaldi i cuori anche dopo Chanukkah, verso un anno in buona salute, in cui potremo superare l’oscurità della pandemia mediante un vaccino per l’intera umanità”. Un auspicio condiviso e rilanciato dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. “L’aiuto che abbiamo ricevuto per l’ospedale di Verduno è solo l’ultimo esempio della collaborazione tra Piemonte e Israele, che proseguirà anche grazie ai due memorandum siglati oggi” ha sottolineato Cirio, ricordando come tutto il mondo sanitario sia in prima linea nella lunga battaglia contro la pandemia e ringraziando la delegazione dello Sheba per aver lavorato fianco a fianco con i colleghi piemontesi. Un esempio, ha aggiunto la presidente Di Segni richiamando la festa di Chanukkah, di come Israele con le sue competenze possa aiutare “a portare luce nel mondo”. “È una nostra responsabilità: cercare di migliorare il mondo in cui viviamo” ha confermato in collegamento da Israele il direttore generale del Sheba Medical Center, Yitshak Kreiss. Massimo Veglio, direttore dell’ospedale di Verduno, ha parlato di un piccolo miracolo in tempi bui ha augurandosi che l’accensione dei lumi di Chanukkah possa essere di buon auspicio per un futuro più luminoso.


Si è svolta sempre online anche l’iniziativa promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di accendere ogni giorno le luci di Chanukkah in due comunità in contemporanea e, alla fine dello Shabbat, in tutte le 21 comunità insieme. Da Bologna a Napoli, da Livorno a Padova, l’Italia ebraica per ciascuno degli otto giorni della festa ha potuto così incontrarsi in rete e condividere la gioia della solennità. L’accensione delle luci è stata accompagnata dalla lettura di un pensiero del rabbino Giuseppe Laras dedicato a Chanukkah.

A Dubai un enorme candelabro a otto bracci risaltava sullo sfondo del Burj Khalifa, l’imponente grattacielo simbolo “Benedetto sii Tu, o Signore Dio nostro, Re dell’Universo, che ci hai permesso di raggiungere questa occasione”, ha intonato il rabbino, caricando di molti significati la tradizionale benedizione che gli ebrei recitano nelle festività, ma anche per celebrare qualsiasi nuovo evento.”In quel momento ho pianto” ha detto Howard, imprenditore americano che da anni viaggia negli Emirati per lavoro. In passato gli era capitato di frequentare la "Villa", la casa in cui Giacomo Arazi, uomo d’affari milanese, ospitava la piccola comunità di espatriati ebrei trapiantati a Dubai, per celebrare, in semi- clandestinità, le ricorrenze ebraiche. “Era quasi surreale la visione di cinquecento persone che intonavano, nel cuore di Dubai, le tradizionali melodie ebraiche, e tra questi molti ebrei che nell’immaginario è più facile collocare a Bnei Berak o a Williamsburg”.

Venerdì sera si è svolta la cena comunitaria dello Shabbat di Rav Elie Abadie, il rabbino di origini libanesi giunto da poco per guidare la comunità ebraica locale, che l’anno prossimo aprirà una prima scuola ebraica. A dare il benvenuto anche una rappresentante dell’ufficio governativo del turismo di Dubai. La Comunità Ebraica di Roma ha voluto accendere le candele della sesta sera di Chanukkah davanti all’Ospedale Spallanzani di Roma, un luogo simbolo della incessante lotta al Covid-19. La Presidente della Comunità Ruth Dureghello ha donato un certificato dal grande significato: in Israele sorgerà un giardino in ricordo di tutti i medici e gli operatori sanitari che hanno perso la loro vita per salvare altre vite.


Nedelia Lolli Tedeschi non c’è più, per gran parte della vita è stata morà, maestra, della scuola ebraica di Torino. Una vera insegnante a tutto tondo, brillante e coinvolgente capace di raccontare e raccontarsi. La ricordo ai tanti amici che l’hanno conosciuta e stimata come mamma, nonna e bisnonna ma anche donna che sapeva seguire la derech eretz. Il termine ebraico significa letteralmente via della terra, che potremmo tradurre in italiano “com’è normale”; oggetto della derech eretz sono tutti quei comportamenti e atteggiamenti dati per scontati, perché “è ovvio che si faccia così” ecco Nedelia rendeva ovvio quello che non lo era affatto e lo faceva amare. Grazie Nedelia per tutti i tuoi insegnamenti, non li dimenticheremo, il tuo ricordo sia di benedizione.


Claudia De Benedetti
Presidente Agenzia Ebraica per Israele – Sochnut Italia



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