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Informazione Corretta Rassegna Stampa
18.12.2020 Tutto ciò che manca nella dichiarazione dell’Unione Europea sulla lotta all’antisemitismo
Analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 18 dicembre 2020
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Tutto ciò che manca nella dichiarazione dell’Unione Europea sulla lotta all’antisemitismo»
Tutto ciò che manca nella dichiarazione dell’Unione Europea sulla lotta all’antisemitismo
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(traduzione di Yehudit Weisz)

Europe and Israel: immagini, foto stock e grafica vettoriale | Shutterstock

Il Consiglio Europeo è costituito dai Capi di Governo dei suoi Stati membri. Decide l’agenda della politica dell’Unione Europea identificando i temi cruciali e le azioni da intraprendere. Lo scorso 2 dicembre, il Consiglio Europeo ha accolto una dichiarazione di integrazione della lotta contro l’antisemitismo in tutti gli ambiti politici. Nell’analisi di questo testo si scopre che è almeno altrettanto importante valutare cosa manca quanto cosa è stato preso in considerazione. Nella dichiarazione si legge che il Consiglio Europeo “esprime la sua preoccupazione davanti all’aumento di minacce al popolo ebraico in Europa e al risorgere di teorie complottiste, in particolare nell’ambito della pandemia da Covid 19, così come davanti all’aumento di episodi antisemiti e di reati legati all’odio.” Il testo afferma inoltre che “l’antisemitismo si è sviluppato in varie forme e va combattuto con interventi pubblici integrativi. L’illecito incitamento all’odio e i contenuti terroristici online devono essere rimossi prontamente e sistematicamente dai fornitori dei servizi internet. E’ anche necessaria una forte e sistematica azione penale contro gli atti antisemiti.” La dichiarazione si conclude dicendo che gli Stati membri “accolgono con favore la decisione della Commissione Europea di fare della lotta all’antisemitismo una priorità, oltre a rafforzare la base istituzionale per il Coordinatore per combattere l’antisemitismo e favorire la vita degli ebrei.” Ma cos’è che manca nella dichiarazione, che ragionevolmente ci sarebbe dovuto essere? Cosa non c'è nella dichiarazione, che ragionevolmente avrebbe dovuto esserci? Certamente doveva essere concisa, ma avrebbe dovuto menzionare ancora questioni cruciali riguardanti l'antisemitismo. Queste potrebbero riempire molte più dichiarazioni rispetto al testo riportato. Prima di tutto la dichiarazione avrebbe dovuto fare riferimento a una definizione di antisemitismo. Quello dell'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) è di gran lunga Il più accettato. L'accoglimento di questo testo nell'IHRA ha richiesto l'approvazione di tutti i suoi Stati membri. Questi includono la grande maggioranza dei Paesi dell'UE. L'antisemitismo europeo precede la creazione dell'Europa di oltre mille anni. Non è solo da oggi che l'antisemitismo è in aumento.

Come funziona il Consiglio europeo - Internazionale
Il Consiglio Europeo

È chiaro che è parte integrante e diffusa della cultura europea. Il Consiglio dell'UE avrebbe dovuto chiarire che senza un'indagine approfondita del passato comportamento scorretto dell'Europa nei confronti degli ebrei, le conclusioni sulle attuali politiche da seguire saranno difettose. Fare riferimento solo a ciò che sta accadendo ultimamente, cancella la prospettiva storica. L'infrastruttura per l'antisemitismo nazionalista/etnico è stata posta attraverso l’antisemitismo estremista cristiano. Ciò a sua volta ha portato al genocidio degli ebrei durante la Shoah. La dichiarazione non fa riferimento ad un altro fatto importante: nonostante tutte le parole che ha speso negli anni sull'antisemitismo, la Commissione UE non ha ancora dati comparabili sull’antisemitismo dei suoi Stati membri. Non si dice nulla sul rapporto tra immigrazione e antisemitismo. Non ci sono controlli degli immigrati che entrano nell'UE per stabilire se una persona ha opinioni antisemite. Ciò è particolarmente rilevante per gli immigrati musulmani tra i quali la percentuale di antisemiti è molto più alta che tra la popolazione preesistente. Le politiche della Cancelliera tedesca Angela Merkel, favorevoli ad una immigrazione di massa quasi incontrollata dal 2015, hanno reso la Germania il più grande importatore europeo di antisemiti. Ciò ha portato anche alla crescita di un nuovo partito di destra, l'AfD. L'ala più estrema ha opinioni fascistoidi. Alcuni singoli membri possono avere opinioni ancora più radicali. La Commissione Europea ha ignorato tutte le statistiche, che mostrano la convinzione diffusa nei Paesi europei che Israele intende sterminare i palestinesi, o che "si comporti nei loro confronti come i nazisti". Non vi è alcun riferimento sul fatto che la lotta all'antisemitismo dovrebbe essere guidata da un commissario al più alto livello della Commissione europea. Secondo la definizione dell'IHRA, l’espressione di voto sulle risoluzioni anti-israeliane presso le Nazioni Unite e gli organi associati, di un certo numero di Stati europei, possono spesso essere considerati atti antisemiti. La decisione della Commissione Europea di marchiare le merci provenienti dai Territori contesi della Cisgiordania, senza fare lo stesso per quelle di altri territori occupati da altre nazioni democratiche, è stato un atto antisemita.

Si sarebbe dovuto sollevare la questione se fornire assistenza finanziaria da parte dell'UE e di molti dei suoi Stati membri all'Autorità palestinese sia un atto antisemita. Ciò dovrebbe essere fatto soprattutto in considerazione del fatto che l'Autorità Palestinese assegna molti soldi ai terroristi assassini di ebrei. Ci sono anche accuse secondo cui l'Unione Europea finanzia ONG con legami terroristici. Una questione che avrebbe dovuto essere inserita nella dichiarazione è l'antisemitismo contro gli ebrei che si trovano nelle posizioni più vulnerabili. Qui vengono in mente gli alunni delle scuole. Spesso gli ebrei vittime di molestie hanno dovuto lasciare la scuola, mentre è stato permesso di rimanere all'autore del reato. La vera cartina di tornasole per la UE arriverà solo quando sarà pubblicato il documento della Commissione europea sulla sua strategia per la lotta all'antisemitismo. Solo allora si vedrà molto più in dettaglio quanto quella istituzione sia seria nel tentativo sincero di combattere l'odio più antico del mondo.

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Manfred Gerstenfeld è stato insignito del “Lifetime Achievement Award” dal Journal for the Study of Antisemitism, e dall’ International Leadership Award dal Simon Wiesenthal Center. Ha diretto per 12 anni il Jerusalem Center for Public Affairs.
Le sue analisi escono in italiano in esclusiva su IC



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