Iran criminale: arriva la reazione dell'Europa, non con la forza che dovrebbe avere Analisi di Gianni Vernetti
Testata: La Repubblica Data: 15 dicembre 2020 Pagina: 30 Autore: Gianni Vernetti Titolo: «Iran, il cappio che sveglia la Ue»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 15/12/2020, a pag.1-30 con il titolo "Iran, il cappio che sveglia la Ue", l'analisi di Gianni Vernetti.
Gianni Vernetti
Ruhollah Zam
Il regime degli ayatollah ha giustiziato a Teheran Ruhollah Zam, giornalista e uno dei promotori della rivolta popolare che fra il 2017 e il 2018 aveva scosso l’Iran. Zam aveva ottenuto l’asilo politico in Francia dopo essere stato ripetutamente imprigionato e il suo blog antigovernativo Amad News, insieme al suo canale Telegram, erano diventati estremamente popolari con oltre un milione di followers. Nel mese di ottobre aveva lasciato Parigi per partecipare ad una conferenza in Iraq dove avrebbe dovuto anche incontrare l’ayatollah iracheno Al-Sistani. Era una trappola dei Pasdaran e Ruhollah Zam fu catturato ed estradato illegalmente a Teheran. Incarcerato, torturato e costretto a confessare crimini inesistenti in diretta televisiva, Zam ha subito su di sé la violenza di stato di un regime sempre più isolato a livello internazionale e sempre più debole al proprio interno. Il suo ruolo nella cosiddetta "rivolta del pane" aveva spaventato il regime. Le proteste che nel 2018 avevano profondamente coinvolto tutto l’Iran erano state una vera svolta rispetto al passato: non più solo studenti e intellettuali, ma insegnanti, operai, infermiere e minatori che si sono rivoltati contro il regime islamico. Dopo l’impiccagione di Zam, la reazione dell’Unione Europea è stata finalmente tempestiva e l’esecuzione è stata condannata come un atto "barbarico e inaccettabile". Nella giornata di domenica, poi, quattro paesi europei hanno ritirato i propri rappresentanti dalla partecipazione al "Business Forum Europa-Iran" che si sarebbe dovuto svolgere online fra Teheran e varie capitali europee. Si tratta di Austria, Francia, Germania e Italia. L’iniziativa europea è un segnale importante ed è anche un indicatore di quale sarà il nuovo approccio sull’Iran fra le due sponde dell’atlantico. Il presidente eletto Joe Biden ha già diverse volte dichiarato di voler riaprire il tavolo negoziale con l’Iran, dopo il ritiro dell’Amministrazione Trump dal "Nuclear Deal" siglato da Obama e dall’Unione Europea, ma con due caveat molto importanti: i diritti umani e il programma missilistico iraniano. L’esclusione dalle trattative del programma balistico era uno degli elementi di debolezza del deal: come può un regime totalitario, che esporta instabilità e terrorismo in molti paesi del Medio Oriente e che rappresenta una sfida esistenziale per Israele, dotarsi di un sistema missilistico avanzato capace di raggiungere il Mediterraneo, al di fuori della legalità internazionale e senza efficaci strumenti di controllo? E come può il programma militare balistico essere separato dalla negoziazione sul nucleare iraniano, sulla cui natura dual use civile e militare pochissimi nutrono dubbi oramai? E come può, ancora, un regime essere pienamente legittimato dalla comunità internazionale senza che vi sia almeno l’accettazione di standard minimi condivisi di rispetto dei diritti umani? Tortura, detenzioni arbitrarie, abuso della pena di morte, violenza di stato contro le donne sono la cifra quotidiana di un regime terrorizzato dal cambiamento e che non esita ad usare una violenza estrema contro i propri cittadini per autotutelarsi. E la dura condanna all’Iran per l’arbitraria esecuzione di Ruhollah Zam, pronunciata da Jake Sullivan, prossimo Consigliere per la Sicurezza Nazionale e subito rilanciate da Antony Blinken, prossimo Segretario di Stato Usa, confermano quale sarà il nuovo approccio nei confronti dell’Iran della prossima amministrazione Biden: il dialogo sul nucleare può anche essere riaperto con il regime di Teheran, ma non potrà escludere diritti umani e democrazia.
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