La stampa cattolica e l'antisemitismo Lo studio di Ulrich Wyrwa
Testata: Bet Magazine Data: 11 dicembre 2020 Pagina: 23 Autore: la redazione del Bollettino Titolo: «La stampa cattolica e le parole malate»
Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità ebraica di Milano, novembre 2020, a pag.23, la recensione con il titolo "La stampa cattolica e le parole malate".
La copertina (Giuntina ed.)
L’antisemitismo non è un fenomeno autonomo che cresce e alza la testa all’improvviso, non è un mero fatto sociale. L’antisemitismo non è neppure la conseguenza necessaria di un secolare odio cristiano contro gli ebrei. È (anche) un fenomeno sociale la cui formazione è direttamente collegata ai grandi sconvolgimenti del XIX secolo e dell’industrializzazione. Il risentimento verso gli ebrei assume allora un carattere laico e nasce ad opera di protagonisti concreti. In Italia, uno di questi attori fu la Chiesa cattolica. Esaminando i casi di Mantova, Milano e Venezia, l’autore mostra che non solo il centro della Chiesa a Roma ma anche il clero locale propagò l’antisemitismo. Sulla base della stampa cattolica delle tre città, l’autore evidenzia quanto il clero cattolico abbia influenzato il linguaggio laico dell’antisemitismo. Il rapporto tra antigiudaismo cristiano e antisemitismo laico è controverso nell’Europa del XIX secolo. Alcuni osservatori di quel tempo sottolinearono la novità del fenomeno mentre altri lo consideravano un ritorno dell’antico odio religioso medievale nei confronti degli ebrei.
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