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Informazione Corretta Rassegna Stampa
11.12.2020 Israele-Marocco, ecco l'accordo di pace, mentre il'sogno'di Obama era un incubo
Cronaca di Alberto Flores d’Arcais, ma quasi tutti i quotidiani italiani sminuiscono o omettono la notizia

Testata: Informazione Corretta
Data: 11 dicembre 2020
Pagina: 16
Autore: Alberto Flores d’Arcais
Titolo: «Trump, ultima mossa. Israele fa pace anche con il Marocco»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 11/12/2020, a pag.16, con il titolo "Trump, ultima mossa. Israele fa pace anche con il Marocco" il commento di Alberto Flores d’Arcais.

A destra i protagonisti: Mohammed VI, Donald Trump, Benjamin Netanyahu

La stampa italiana ha dato scarso risalto alla notizia dell'adesione del Marocco agli Accordi Abramo. Su molte testate vengono riportate solo brevi di agenzia oppure la notizia viene completamente ignorata. Quello di Flores d'Arcais su Repubblica è il servizio più completo. Per questo gli perdoniamo il richiamo a un inesistente 'sogno' di Obama "Era del resto il vecchio sogno (mai realizzato) della Casa Bianca di Obama fare in modo che le nazioni arabe facessero la pace con Israele in gruppo e non individualmente": ma quando mai! La politica mediorientale di Obama era semmai un incubo, dove i vincitori erano gli stati islamici terroristi. La 'pace' sta arrivando grazie a Trump con il suo 'Accordo di Abramo'. Una svista non da poco.

Ecco l'articolo:

Alberto Flores D'Arcais – Scuola Superiore di Giornalismo
Alberto Flores D'Arcais

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu l’ha definita «una grande luce per Israele» e non c’è dubbio che l’accordo annunciato ieri da Donald Trump di «complete relazioni diplomatiche » tra il regno del Marocco e lo Stato ebraico, sia un nuovo decisivo tassello di quegli Accordi di Abramo che stanno ridisegnando le alleanze (politiche ed economiche) in Medio Oriente e nel Golfo Persico. Per la Casa Bianca di The Donald che tra quaranta giorni sarà costretta a passare la mano a Joe Biden, il quarto accordo nel giro di tre mesi tra Israele e paesi musulmani (gli altri tre erano stati siglati da Gerusalemme con Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Sudan) sancisce il principale successo nella discussa (e spesso contraddittoria) politica estera del presidente Usa uscente. Per ottenere il sì del re del Marocco Mohammed VI, Trump ha dovuto accettare una precisa condizione, quella di riconoscere alla monarchia marocchina «piena sovranità» sul Sahara Occidentale, la regione desertica meridionale, ricca di fosfati e di potenziali giacimenti di idrocarburi, in cui da decenni combattono i militanti del Fronte Polisario, l’organizzazione (appoggiata dalla vicina Algeria) che rivendica l’autodeterminazione.

Morocco, Israel normalise ties

Usando come sempre Twitter come tribuna dei suoi annunci, Trump ha prima annunciato l’accordo diplomatico tra Gerusalemme e Rabat («svolta storica e grandissimo passo avanti per la pace in Medio Oriente ») e poi quella con il re sul Sahara Occidentale («la proposta di autonomia seria, credibile e realistica del Marocco è la base per una soluzione giusta e duratura per la pace e la prosperità »). Con il sovrano marocchino che ha voluto subito rassicurare i palestinesi («la nostra posizione a sostegno della vostra causa resta immutata ») e con l’immediata protesta del Fronte Polisario: «Il destino del Sahara Occidentale non lo decide un proclama». L’accordo tra Marocco e Israele apre una nuova fase che condizionerà nell’immediato futuro sia la politica di Biden che quella interna israeliana, visto che Netanyahu non aveva informato né il ministro della Difesa Benny Gantz né quello degli Esteri Gabi Ashkenazi dei suoi colloqui con il Marocco. La politica estera del presidente eletto Biden sarà molto diversa da quella di Trump, ma sugli Accordi di Abramo la nuova Casa Bianca democratica manterrà la stessa linea. Perché come Israele (e gli Emirati) hanno sempre bisogno del potente alleato nord-americano, a Biden servono ottime relazioni — sia con il premier israeliano che con gli emiri del Golfo — per rilanciare l’iniziativa Usa in Medio Oriente. Avendo come obiettivo quello di riuscire a realizzare la "missione impossibile" del problema palestinese (una nuova versione, riveduta e corretta, dei "due Stati") il prossimo presidente americano deve fare in modo che gli Accordi di Abramo si allarghino ancora ad altri Paesi. Era del resto il vecchio sogno (mai realizzato) della Casa Bianca di Obama fare in modo che le nazioni arabe facessero la pace con Israele in gruppo e non individualmente. La chiave per una svolta finale è nelle mani dell’Arabia Saudita che intende aspettare il giuramento di Biden prima di decidersi ad una passo che potrebbe convincere molti altri Paesi arabi a seguirla.

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