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Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


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La Stampa Rassegna Stampa
24.08.2002 Toc Toc! Chi è? I poveri palestinesi !


Testata: La Stampa
Data: 24 agosto 2002
Pagina: 9
Autore: Jean -Jacques Bozonnet
Titolo: «Le faraoniche vacanze di Re Fahad»
Il giornalista di Le Monde racconta, in questo articolo, la vacanza di Re Fahad a Marbella.
Sorge una domanda: Re Fahad e tutto il suo seguito di principi,cortigiani e servitori non potrebbero beneficare- oltre il turismo di Marbella- anche i palestinesi che vivono nell'indigenza ? Dando un'occhiata alle spese folli che segnano la vacanza spagnola, non ci si può non chiedere quanto il tenore di vita esibito sia compatibile con la politica dei regimi corrotti del mondo arabo. Vivere in quel modo, finanziare il terrorismo per garantirsi l'immunità e poi piangere sul triste destino dei palestinesi,privi di cibo e di acqua, via, un po' di serietà, per favore. Ma forse è chiedere troppo.
Buona lettura.

Marbella sulla croisette di Puerto Banus, il punto più chic della lussuosa stazione balneare di Marbella, sulla Costa del Sol, non passeggiano in tunica bianca e kefiah a scacchi rossi e bianchi. La tenuta tradizionale è riservata alla preghiera del venerdì, alla moschea Abdul Aziz Al-Saud. Eppure, quelli che i commercianti locali chiamano indistintamente «i principi» sono là. C´è un segno inequivocabile: dal giornalaio, tre rastrelliere sono riservate ai quotidiani «Al-Hayat», «Al-Qods Al-Arabi» e «Al-Watal International». Altro indizio: le donne che, coperte dalla testa ai piedi, vanno su e giù nelle boutique di lusso o centellinano cocktail analcolici sulle terrazze dei caffè. Ultima prova, risolutiva: «Al-Diriyah», lo yacht di 70 metri di re Fahd, da qualche giorno è stato raggiunto nella banchina della stazione andalusa da altre quattro barche che appartengono alla famiglia reale saudita.
Nessun dubbio: re Mida è tornato. Soprannominato così dagli abitanti del luogo, re Fahd d´Arabia Saudita è effettivamente arrivato, il 14 agosto, per una vacanza nella sua residenza di Marbella. «Bienvenido, señor Fahd», hanno titolato i giornali locali quando è atterrato a Malaga, con 400 persone della sua corte. Arrivava da Ginevra, dove ha trascorso tre mesi dopo un´operazione di cataratta. Per Marbella il sovrano non è soltanto uno dei tanti ospiti illustri. Da solo, il regale vacanziere potrebbe salvare una stagione turistica intristita dalle ricadute negative degli attentati dell´11 settembre contro New York e Washington. L´ultimo soggiorno di re Fahd, dal 17 luglio al 28 settembre 1999, aveva portato all´economia locale, secondo la Camera di Commercio, l´equivalente di 72,1 milioni di euro. Di questo precedente passaggio restano alcuni aneddoti, come la mancia di 1500 euro o l´affitto, per l´intera giornata, di tutti i jet-ski del golfo. Il trasferimento dall´aeroporto dice bene l´ordine di grandezza in cui si muove questa corte particolarissima, arrivata a bordo di tre Boeing 747: un corteo di 50 limousine, autocarri e camion per le duemila valigie degli ospiti. Indebolito dalla malattia, l´anziano sovrano - che ha 82 anni - non metterà di sicuro il naso fuori dalla sua proprietà, dove nelle prossime settimane sono attesi re Juan Carlos e il segretario di Stato americano Colin Powell. Questa proprietà di 20 ettari comprende, oltre al palazzo, diverse ville, splendide e lussuose. Ribattezzato «El-Rocio» (prima si chiamava «Mar-Mar»), il palazzo è appena stato oggetto di un lifting importante: 13 milioni di euro sono stati spesi per ammodernare il centro di telecomunicazioni e l´ospedale, che occupa una delle ali dell´edificio. Acquisita da re Fahd nel 1976, ma utilizzata dal suo proprietario soltanto quattro volte, la residenza non può accogliere tutti gli invitati, che assommano a tremila persone. Così la corte saudita ha prenotato «per un periodo illimitato» circa 300 tra suite e camere nei migliori alberghi della costa, da Marbella a Estepona. Un negozio di telecomunicazioni ha ricevuto un´ordinazione di 500 telefonini. Un fioraio deve consegnare ogni giorno a palazzo fiori per 1500 euro. Pare che il parco automobili sia di 600 macchine, quasi tutte Mercedes immatricolate in Germania e in Svizzera. In tutto le spese quotidiane arriverebbero a 5 milioni di euro e, secondo il sindaco di Marbella, Julian Munoz, potrebbero esserci 4000 posti di lavoro per tutta la durata del soggiorno reale, definito «positivo al cento per cento». I «principi» sembrano essere gli unici vacanzieri che non badano a spese. La loro attività principale, durante il giorno, è lo shopping. Per i loro clienti privilegiati, le boutique non esitano a chiudere le porte agli altri clienti. «La visita può durare cinque minuti come due ore», rivela una commessa di Versace. Occhiali, borse, cinture, l´acquisto medio vale 12 mila euro, sempre pagati in contanti. I responsabili di El Corte Inglès, i grandi magazzini di Puerto Banus, rifiutano di chiudere «per rispetto ai loro 35 mila clienti quotidiani». Ma se il re chiedesse un´apertura speciale del centro commerciale dopo le 22,30, l´orario di chiusura, allora.... «sì, forse». La vita sociale della comunità saudita comincia tardi, intorno alla mezzanotte. L´altra sera, a Puerto Banus, c´era una cena per pochi intimi sul «Lady-Hayat»: in realtà, i convitati erano un centinaio. Un camioncino aveva portato decine di pentole d´argento, scaricate da una squadra di maître in smoking, sotto lo sguardo di uno sbirro con l´auricolare. Il giorno prima era stato il «Tueq», l´enorme yacht del principe Salman, fratello del re, ad accogliere la jeunesse dorée per una festa molto selettiva. Le serate dissolute, con l´alcol a fiumi, che alimentavano le chiacchiere negli Anni 1980, sarebbero scomparse dopo la Guerra del Golfo. Ormai i sauditi in barca si divertono nella più totale trasparenza, sotto lo sguardo dei turisti che si fanno fotografare ai piedi delle passerelle. Verso le 2 o le 3 di notte, è il momento di puntare in direzione dell´Hotel Plaza-Andalucia, dove c´è il casinò di Marbella. I «principi» attraversano il salone, zeppo di clienti, e scompaiono nei privé. In quelle sale si gioca forte, molto forte. «La puntata minima alla roulette è di mille o duemila euro», dice il cerbero che vieta l´ingresso. Lì si usano le rarissime fiche da 25 mila euro. Quando il casinò chiuderà, verso le sei del mattino, i giocatori avranno lasciato sui tavoli 120-150 mila euro, dice un habitué. Di ritorno a «El-Rocio» riusciranno a vedere, attraverso i vetri scuri delle loro limousine, gli uomini e le donne che aspettano sul marciapiedi? Alcuni hanno dormito lì, sotto gli eucalipti. Altri arriveranno al mattino con la speranza che, questa volta, il cancello si apra anche per loro. Otto giorni dopo l´arrivo della famiglia reale, non sono più che una cinquantina ad attendere. Gli altri duecento sono già stati ingaggiati: cento euro al giorno per un giardiniere o un aiuto-cuoco, 150 per un autista. «Per essere presi è meglio essere marocchini o sudanesi - dice Ahmedou -. Io non ho raccomandazioni». Questo trentenne originario della Mauritania, venuto appositamente da Siviglia dov´è disoccupato, ha dato la fotocopia del suo permesso di soggiorno e le tre foto regolamentari a un autista, così come si getta una bottiglia in mare. Da allora aspetta, senza preoccuparsi delle chiacchiere, che dicono i sauditi generosi ma spietati con i loro dipendenti, che trattano «come cani». Per lui, l´unica cosa che conta sono «i soldi». L´ultima volta, gli hanno raccontato, il re alla fine ha fatto entrare tutti. «La gente riceveva 30 euro al giorno anche se non faceva niente - sorride -. Era una forma di carità, ecco».
La Stampa pubblica sovente articoli di sociologi, sovente francesi, sovente arabi. Pubblica articoli nei quali, spesso, viene posta sotto critica estrema la politica di governo israelina guidata da Ariel Sharon,in modo particolare viene messo in evidenza il divario tra tenore di vita israeliano e quello palestinese. Visto che l'articolo di Bozonnet è uscito proprio su Le Monde, quotidiano dal quale La Stampa trae ispirazione, ecco una buona occasione per i lettori di evidenziare l'enorme contrasto esistente all'interno del Mondo Arabo, fra ricchezze inaudite e indigenze assolute.
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