Testata: Avvenire Data: 24 agosto 2002 Pagina: 13 Autore: Graziano Motta Titolo: «Israele, sul ritiro da Hebron non si trova l'accordo»
In questo articolo, come sempre estremamente corretto sia nei contenuti che nei toni, Graziano Motta ci fornisce parecchie informazioni che mancano in tutti gli altri quotidiani.
"I fondamentalisti islamici continuano a rifiutare qualsiasi tipo di tregua con Israele, in particolare per quanto riguarsa gli attentati contro civili ebrei, come viene chiesto dall'Autorità palestinese. L'ultimo tentativo in ordine di tempo è stato del generale Abdel Razek el-Yahya, nuovo ministro dell'Interno, recatosi appositamente a Gaza per trattare con i leader di tredici orgaizzazioni fra cui Hamas, Jihad e Brigate dei martiri al-Aqsa, che traggono la loro legittimazione dall'appartenenza ad Al Fatah, il partito di Arafat. Anzi, queste ultime, per sottolineare la loro determinazione a proseguire la lotta a oltranza, hanno tentato di compiere un attentato nell'insediamento di Kfar Dorom con un commando di tre uomini, che però sono stati intercettati dai soldati. Due sono stati uccisi; il terzo si è salvato ed è tuttora ricercato. Senza esito anche l'incontro fra il generale Kaplinski, comandante della regione militare centrale di Israele, e il capo delle forze di sicurezza palestinesi, Haji Ismail. Tema del confronto era la possibilità di un ritiro dei soldati israeliani da Hebron, dopo quello dei giorni scorsi da Betlemme. Ma Kaplinski ha fatto sapere che " al momento non ci sarà alcuna modifica nello schieramento israeliano in Cisgiordania", senza "una lotta più efficace dei palestinesi al terrorismo". Unica nota positiva dell'incontro, la promessa israeliana che saranno alleviate le condizioni di vita della popolazione civile. Un terzo incontro, a Parigi, ha visto riuniti esponenti palestinesi e rappresentanti del "Gruppo dei Quattro" (Stati Uniti, Russia, Unione Europea e Nazioni Unite), allargato a Giappone, Norvegia, Fondo monetario mondiale. Esaminata la situazione umanitaria nei territori e constatata la sua gravità, è stato invocato un urgente aiuto dalla comunità internazionale e chiesto il libero accesso ai membri di tutte le organizzazioni umanitarie. E' stata sottolineata anche la necessità di riforme in seno all'Autorità Palestinese. In proposito, si è aperta una frattura con gli Stati Uniti: il ministro palestinese, Saeb Erekat, ha respinto la richiesta di un rinvio delle elezioni previste per gennaio, dell'elezione diretta di un primo ministro (che dovrebbe affiancare Arafat con pieni poteri), e di non far votare i cittadini di Gerusalemme Est, considerandoli "un'inammissibile ingerenza in affari che non li riguardano". Ieri gli israeliani hanno compiuto altri arresti di attivisti nei Territori e, a Tulkarem, hanno demolito la casa di un esponente di Hamas implicato nell'attentato di Pasqua al Park Hotel di Netanya. In Israele, guardie di frontiera hanno scoperto 750 palestinesi senza permesso di lavoro, arrestate le 26 persone che li impiegavano e confiscato i 14 automezzi che servivano al loro trasporto." Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare il loro plauso alla redazione dell' Avvenire. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.