Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/11/2020 a pag.4, con il titolo "Il techdotto di Google che ridisegna la diplomazia in medio oriente", il commento di Micol Flammini.
Micol Flammini
Roma. Google ha un progetto: vorrebbe collegare l'India all'Europa con una rete, via terra e via mare, che passerebbe attraverso Arabia saudita, Israele, Giordania e Oman. La nuova rotta si dovrebbe chiamare Blue Raman, Google dà spesso nomi di scienziati ai suoi progetti, e questa volta vuole dedicare la sua idea al fisico indiano Chandrasekhara Venkata Raman. L'importanza di questa notizia, che per il momento è soltanto un'indiscrezione rivelata da persone informate dei fatti al Wall Street Journal, è che si tratta di un progetto sicuramente tecnologico, ma soprattutto geopolitico e sarebbe uno dei risultati ottenuti grazie a una delle principali scommesse in politica estera dell'Amministrazione Trump: gli accordi di Abramo. Il piano di Alphabet è creare una maggiore capacità di rete, la speranza è quella di riuscire a collegare tutto il mondo e istituire dei data center che funzionino a livello globale e rivaleggiare con Microsoft e Amazon. La rotta Blue Raman sarebbe costituita da un cavo sottomarino tra l'India e l'Arabia saudita che avrebbe dei collegamenti vicini con paesi come l'Oman. Poi, via terra, attraverserebbe Giordania e Israele e, da li, il piano è collegare un altro cavo sottomarino che attraversando il Mediterraneo punterebbe all'Europa meridionale, cioè all'Italia. Per il colosso informatico uno dei punti più importanti è evitare l'Egitto, che è solito addebitare agli operatori di telecomunicazioni delle tariffe più pesanti per attraversare tanto le sue acque quanto la sua terra. Questo rimane uno scoglio logistico da superare, ma a guardare la mappa di questa rete sembra che stia prendendo piede tutta una nuova diplomazia, che al posto delle rotte del gas e del petrolio, è portata avanti da internet. Il techdotto però, come riporta il Wsj, potrebbe anche rimanere impigliato negli accordi non ancora conclusi con alcuni governi dell'area. Il via libera da parte delle autorità saudite, per esempio, non è ancora arrivato. Inoltre Google dovrebbe rivolgersi a delle società di telecomunicazioni che dovrebbero aiutare a finanziare il progetto, Oman Telecommunications e Telecom Italia, secondo il quotidiano americano, sono già a conoscenza del piano. Ma la rete internet che collegherebbe quelli che storicamente erano considerati stati ostili sarebbe un successo geopolitico. Irrealizzabile, e ancora non è detto che si realizzi, se preso in considerazione soltanto pochi mesi fa. Dietro a Blue Raman ci sono gli accordi negoziati dagli Stati Uniti che hanno consentito di avviare nuove relazioni diplomatiche tra i paesi del Golfo e Israele. Il primo ad aderire agli accordi di Abramo è stato il Bahrain, poi gli Emirati Arabi Uniti e il Sudan.
Il progetto di Google
Ci sono trattative, che probabilmente si consolideranno in fretta, tra il Marocco e l'Oman, e lunedì i media israeliani hanno detto che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha incontrato il principe saudita Mohammed bin Salman, in compagnia del segretario di Stato Mike Pompeo. La visita, che le autorità saudite hanno smentito ma di cui fonti israeliane hanno fornito dettagli sicuri, è avvenuta nella città di Neom, forse uno dei segni tangibili dell'interesse di Bin Salman per la tecnologia: il principe ereditario, nel 2018, aveva anche incontrato il co fondatore di Google, Sergey Brin, proprio in Arabia saudita. L'accordo tra Gerusalemme e Riad è il più atteso. L'incontro segreto di domenica tra Netanyahu e Bin Salman, che probabilmente fa parte di un programma già avviato di rapporti bilaterali che consentirebbe di normalizzare le relazioni tra i due paesi, lascia intravedere un nuovo modo, per le aziende come Google, di muoversi in medio oriente. Dalle guerre in Iraq e in Siria, e i rapporti sempre più complicati con l'Iran, dimostrata la volontà di evitare l'Egitto per motivi economici, ma anche ragioni di traffico nelle acque del Mar Rosso, è venuta fuori la necessità di disegnare un schema dei rapporti diplomatici rinnovato. Il techdotto, che per il momento rimane un'idea, segue queste nuove linee.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante