Come trasformare il soldato israeliano in un terrorista
Testata: Il Messaggero Data: 21 agosto 2002 Pagina: 16 Autore: Eric Salerno Titolo: «Medio Oriente, tregua in bilico»
Con questo articolo il giornalista ha dato il meglio di sé in fatto di faziosità, omissioni e scorrettezze giornalistiche. Esaminiamolo nel dettaglio partendo innanzitutto dal titolo (anche se sappiamo che non dipende dal giornalista). La tregua in Medio Oriente è in bilico. Perché? Salerno si affretta a spiegarlo: commando israeliano uccide il fratello di un leader palestinese. Primo: i "commando" solitamente sono di natura terroristica (vedi i commando palestinesi che si infiltrano negli insediamenti israeliani, entrano nelle case e sparano a sangue freddo a bambini, neonati e donne in gravidanza). Secondo: il "leader" in questione è un terrorista, autore di azioni efferate.
Un reparto d’élite israeliano in abiti civili ha ucciso, nella sua abitazione di Ramallah, il fratello di Ahmed Saadat, capo del Fplp .
E responsabile dell’assassinio del Ministro del Turismo israeliano, Rehavam Zeevi. Due soldati sono rimasti feriti quando Mohammed Saadat ha sparato contro il commando che, a quanto affermano fonti militari, voleva arrestarlo e non ucciderlo. La dinamica dei fatti è leggermente diversa: Saadat ha sparato per primo per non farsi arrestare. Quale è la logica reazione di chi si vede sparare addosso se non quella di reagire per evitare di essere uccisi?? E comunque Salerno rimane fermo nella sua convinzione. Sta di fatto che l’operazione, come altre del genere in passato, avviene proprio mentre i negoziatori cercano di riportare la calma e la leadership palestinese si adopera, senza molto successo finora, per convincere gli estremisti a deporre le armi. Ed ecco un fulgido esempio di come una notizia può venire manipolata. L’arresto di un individuo sospetto che, come centinaia di altri, sarebbe avvenuto senza neppure fare notizia (se Saadat non avesse reagito a colpi d’arma da fuoco) si trasforma all’improvviso in un’"operazione" che rischia di far franare il debole accordo sottoscritto di recente fra israeliani e ANP. L’articolo prosegue con la cronaca di alcuni scontri a fuoco a Gaza che hanno causato la morte di un soldato israeliano e il ferimento di una giovane palestinese. Nelle stesse ore, decine di carri armati e altri blindati hanno invaso il campo profughi alla periferia di Tulkarem, in Cisgiordania, compiendo rastrellamenti casa per casa. Perché? Erano in gita turistica o cercavano terroristi sospettati di atti di violenza? In ogni caso sarebbe opportuno spiegarlo. Due palestinesi sono morti. Uno, affermano le truppe, era armato e aveva con sé una bomba. E l’altro chi era? Suo fratello, un amico, un fiancheggiatore? Per fugare qualsiasi dubbio circa il suo orientamento antisraeliano, Salerno ribadisce:
L’uccisione di Mohammed Saadat, nel tardo pomeriggio, sembra ricalcare vecchi schemi. Appena c’è una nota positiva – in questo caso l’accordo per il ritiro graduale - proposto e messo in atto da Israele nonostante gli ultimi efferati attentati compiuti dai più svariati gruppi terroristici e mentre Fatah cerca di convincere tutti ad accettare una tregua sarebbe interessante sapere come l’esercito compie un’azione destinata, quanto meno, a provocare rappresaglie. Criticare Israele è lecito. Stravolgere i fatti, fornire opinioni del tutto personali, esprimere giudizi faziosi, indottrinare i lettori non è corretto e un giornalista che svolga seriamente il suo lavoro dovrebbe saperlo.
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