La Fatwa palestinista ai Paesi arabi del Golfo
Commento di Deborah Fait
A destra: la pace in Medio Oriente secondo Dry Bones
Non si smentiscono mai, non riescono a non odiare, non sono capaci di razionalizzare i loro pensieri e, se ne hanno, i loro sentimenti. Parlo dei palestinesi e del loro muftì, il gran muftì di Gerusalemme, che ha lanciato una fatwa contro gli Emirati arabi e il Bahrein in cui viene proibito ai delegati e ai fedeli di quei paesi, colpevoli di aver firmato la pace con Israele, di andare a pregare nella moschea di Al Aqsa a Gerusalemme. Orde di palestinesi rabbiosi hanno bruciato le bandiere di Israele e degli Emirati, hanno dato fuoco alle immagini dello sceicco Mohammed al Zayed. E' accaduto sul Monte del Tempio e nei vari villaggi di questi arabi palestinesi, violenti e incapaci di pensare e tanto meno di pronunciare la parola pace. Giorni fa avevano aggredito a urla, sputi e sassate una delegazione del Bahrein salita sul Monte per andare a pregare in moschea, ignari del pericolo. Uno studioso egiziano, Abbas Shuman, ha detto chiaro e tondo che nella storia dell'islam non era mai successo che a dei musulmani fosse vietato di entrare in una moschea. Dovranno conoscere i palestinesi e sapere che nel male sono sempre i primi. E' un peccato, se avessero partecipato ai colloqui di pace tra Israele, Stati Uniti e i paesi del Golfo, come era stato loro richiesto, oggi l'atmosfera sarebbe diversa, sarebbe possibile parlare, vagliare le ragioni di tutti, arrivare ad un accordo da sempre auspicato e sognato da Israele. I loro eterni no, vecchi ormai di quasi un secolo, non fanno che esacerbare la situazione anche con quelli che dovrebbero essere i loro fratelli arabi che non ne possono più dei loro capricci, delle loro pretese e della loro stupidità. I rapporti tra Israele e i paesi del Golfo sono calorosi, le visite sono reciproche, la stima e la voglia di collaborare è ai massimi livelli. Gli Emirati, e non esagero, sembrano essere diventati un paese sionista, le bandiere di Israele sventolano sugli edifici pubblici, i ristoranti espongono vetrine con cibo israeliano e decorazioni floreali a forma di Maghen David. Sembra un sogno ma è la realtà. Il municipio di Tel Aviv, nei giorni delle firme degli Accordi di Abramo, era illuminato con le bandiere di Israele, degli Emirati e del Bahrein. Se quel nanerottolo politico, che risponde al nome di Abu Mazen, avesse voluto partecipare, anche la bandiera palestinese avrebbe illuminato la enorme facciata bianca della municipalità di Tel Aviv che guarda su Piazza Rabin. Lubna Khawaja, una dei fondatori del "Forum per la gioventù: Israele e Emirati Arabi Uniti" ha dichiarato " Io non ho paura, è nostro diritto di musulmani di andare a pregare a Al Aqsa".
E' inutile che i palestinesi parlino di tradimento, devono capire che i tempi sono cambiati, anche loro devono evolversi e non restare aggrappati all'odio che Arafat e tutti i capetti grandi e piccolo dell'ANP, hanno iniettato come un veleno mortale nelle loro menti e nei loro cuori. Se avessero accettato di dialogare con Israele, se avessero afferrato le sue mani tese, oggi avrebbero un paese autonomo dove essere in grado di progredire. Invece no, hanno voluto solo odio, violenza, terrorismo per non andare da nessuna parte se non nella loro miseria morale e fisica. Al Zayed era stato chiaro dall'inizio "La soluzione dei due stati sarà sempre al centro dei negoziati" ma loro non capiscono, non vogliono capire per il motivo semplicissimo che di avere uno stato non gliene può fregar di meno, stanno bene così, succhiano soldi a tutto il mondo, sono protetti da quella stupida Europa, e fanno i paraculo. Chi sta meglio di loro? Ricevono più soldi di quanti vengano dati a tutta l'Africa, fanno i profughi a vita e per ereditarietà, unico caso al mondo. Sono uno scandalo planetario ma l'occidente se li coccola per poter sfornare a raffica risoluzioni contro Israele. "Bannare gli Emirati dalla moschea si Al Aqsa è da irresponsabili", continua Al Zayed "Tutto questo va contro la pace". Intanto i media dell'ANP dicono a perdifiato "Insegnate ai vostri figli che Israele è destinato a finire. L'entità sionista è un complotto cristiano per vendicare i crociati". Sono fuori di testa, fuori dalla storia, fuori da tutto. Majad al Sarra, esperto di relazioni pubbliche emiratino, ha detto" Io andrò a Gerusalemme, voglio vedere Tel Aviv e tutta Israele e conoscere bene la sua antica storia. Ho tanti amici in Israele". Sarà il benvenuto, dott. Al Sarra.
Deborah Fait
"Gerusalemme, capitale di Israele, unica e indivisibile"