Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Testata: Corriere della Sera Data: 14 agosto 2002 Pagina: 12 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «Israele processa Barghouti ma congela le espulsioni»
Se il titolo, per una volta, è corretto, ci pensa Lorenzo Cremonesi a correre subito ai ripari. "DAL NOSTRO INVIATO GERUSALEMME - Avvio oggi del processo che vorrebbe provare le responsabilità dei leader politici palestinesi nel terrorismo" Che cosa vorrebbe significare "che vorrebbe provare"? Che si tratta di una perfida fantasia dei perfidi israeliani? I documenti che provano tali responsabilità li abbiamo visti tutti: come mai l'unico a non averli ancora visti è Cremonesi? A parte questo, ci pareva di aver capito che il processo è contro UN leader, non contro I leader. "ma anche decisione ieri di rinviare per 15 giorni l’espulsione di tre familiari di attentatori dalla Cisgiordania a Gaza. Punizioni collettive" punizioni di complici, non di familiari: se si trattasse di punizione collettiva contro i familiari, le persone da espellere sarebbero centinaia, e non certo tre. "ma anche tentativo di dimostrare che si sta agendo con cautela e nella legalità:" no, non è un "tentativo di dimostrare": in Israele si agisce sempre così. E' dall'altra parte che si eseguono condanne a morte dopo processi di dieci minuti. "così Israele prosegue nella sua campagna repressiva contro le violenze dell'intifada." Nella sua campagna di difesa contro il terrorismo. "Si apre questa mattina al tribunale di Tel Aviv uno dei processi più attesi degli ultimi mesi. Sul banco degli imputati è Marwan Barghouti, il 42enne leader fondatore dei Tanzim, le milizie armate sorte dal Fatah di Yasser Arafat che sono state alla testa di molte manifestazioni dallo scoppio della seconda intifada il 28 settembre 2000." Solo di manifestazioni? Delle milizie armate? E a cosa servono le armi in una manifestazione? "L’accusa è perentoria: «Incitamento alla violenza e all’assassinio». Barghouti era stato arrestato il 15 aprile, dopo che almeno una volta era sfuggito a un attentato l'estate scorsa. Ora è imputato di avere finanziato, aiutato, armato e coperto politicamente decine di operazioni armate e attentati. Si legge nel documento del pubblico ministero che lui sarebbe stato «un elemento centrale nel processo decisionale che negli ultimi due anni ha causato dozzine di attentati nei quali dozzine di cittadini israeliani sono morti e centinaia di altri sono rimasti feriti». Un processo che, a detta degli stessi commentatori israeliani, mira a incriminare l'intera classe dirigente palestinese che con Yasser Arafat ha guidato il regime dell'Autonomia nei territori occupati dai tempi dell'applicazione degli accordi di Oslo nel maggio 1994 sino ai nostri giorni." Un momento, Cremonesi, ci faccia capire per favore: sono territori occupati o sono territori dell'Autonomia? "Barghouti è infatti legato a filo doppio con Arafat, anche se - a differenza della maggioranza tra i dirigenti dell'Autonomia - ha anche un forte seguito tra i circa tre milioni di residenti arabi in Cisgiordania e Gaza che dipende unicamente dal suo carisma personale." E questo che cosa significa? Che siccome lui ha un carisma personale allora Arafat non ha niente a che fare con gli attentati organizzati da lui e messi in atto dai suoi Tanzim? "Nato nel 1960 in un villaggio presso Ramallah (Cisgiordania), laureato in storia a Bir Zeit (l’università che ha forgiato molti leader della prima intifada scoppiata nel 1987)" e molti terroristi della cosiddetta seconda intifada scoppiata nel 2000 "Barghouti trascorse sei anni in cella con l'accusa di essere attivista dell’Olp prima di venire espulso a Tunisi nel 1987. Tornò quindi in Cisgiordania nel 1994 assieme ad Arafat. Poi lavorò con la «Shabiba», il gruppo giovanile del Fatah, da cui sono nate le milizie armate dei Tanzim. I suoi avvocati hanno già annunciato la loro linea di difesa: «Barghouti si descrive come un leader politico e certo un leader dell'intifada. Ma non si considera responsabile per la morte di israeliani». Un elemento che ha abbassato la tensione alla vigilia del processo è stata ieri la decisione dell'Alta Corta israeliana di rinviare di 15 giorni l'espulsione di tre familiari di estremisti palestinesi. Si tratta di Kifah e Intisar Ajouri, rispettivamente fratello e sorella di Ali, un 23enne attivista delle Brigate Martiri di Al Aqsa, ucciso il 6 agosto dalle teste di cuoio israeliane perché accusato di avere organizzato l'attentato di due kamikaze che tre settimane fa causarono la morte di 5 persone a Tel Aviv. La casa della famiglia Ajouri presso Nablus è già stata abbattuta per rappresaglia." Rappresaglia sarebbe stato uccidere 50 civili palestinesi pescati a caso, non abbattere la casa del terrorista. "Il terzo minacciato di espulsione è Azzam Atzida, fratello di Nasser, accusato di avere organizzato due attentati contro due autobus presso la colonia ebraica di Emmanuel dove sono morte 20 persone. L'universo palestinese è nel frattempo scosso da una nuova ondata di violenze inter-arabe nel Libano meridionale. Ieri nel campo profughi palestinese di Ein El-Hilwe sono morte due persone e altre sei sono rimaste ferite negli scontri a fuoco tra milizie legate ad Arafat e gruppi dell'estremismo islamico." Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare le proprie opinioni alla redazione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà un'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.