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Domani Rassegna Stampa
12.11.2020 Ma l'Egitto non dovrebbe far parte dei regimi arabi moderati?
Commento di Lara Tomasetta

Testata: Domani
Data: 12 novembre 2020
Pagina: 10
Autore: Lara Tomasetta
Titolo: «Così Grindr è diventata un'arma del regime egiziano»
Riprendiamo da DOMANI di oggi, 12/11/2020, con il titolo "Così Grindr è diventata un'arma del regime egiziano", il commento di Lara Tomasetta.

Ma l’Egitto non dovrebbe far parte dei regimi cosiddetti ‘moderati’? E’ impressionante quanto avviene, nel totale silenzio dei governi occidentali. I sistemi di persecuzione sono tipici delle dittature più spietate, da quelle di un tempo, come l’URSS, fino ai regimi islamici attuali. ‘Diritti Umani’ sono evidentemente due parole prive di alcun contenuto. C’è da chiedersi anche che fine hanno fatto i movimenti Lgbt -almeno nei paesi democratici- visto che non si hanno notizie di manifestazioni, almeno davanti alle ambasciate egiziane.

Ecco l'articolo:

Grindr issues warning to Egyptian LGBT users - Vox
"52 omosessuali in prigione in Egitto"

In Egitto omosessualità, bisessualità, identità di genere continuano a essere concetti che non esistono. Idee represse sul nascere. Al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite del marzo 2020, il governo egiziano ha rifiutato di riconoscere l'esistenza delle persone lgbt e ha sempre respinto le raccomandazioni di diversi paesi di porre fine agli arresti e alla discriminazione basata su orientamento sessuale e identità di genere. In Egitto, dove l'età media degli abitanti è di appena 24 anni, le autorità continuano ad arrestare e perseguire penalmente persone lgbt spesso costringendole a visite anali o test di determinazione del sesso, una pratica che —afferma Amnesty International in un recente rapporto—costituisce tortura la National security agency, la polizia governativa che fa capo direttamente alle forze militari, sfrutta anche le app di incontri per individuare e punire le persone omosessuali.

Il figlio di Berlusconi (socio di Bending Spoons) vuole comprare l'app gay  Grindr - Corriere.it

 Secondo un report di Human Rights Watch, la polizia egiziana utilizza Grindr, il social network nato nel 2009 e utilizzato da omosessuali e bisessuali, per rintracciare le persone lgbt e tendere loro imboscate. Il metodo utilizzato dalle forze dell'ordine segue uno schema semplice e ripetitivo: le persone vengono adescate attraverso Grindr. Si fissa un incontro al quale invece si presenta un agente che arresta la vittima. A quel punto gli ufficiali perquisiscono illegalmente i dispositivi mobili I contenuti (video, chat e foto) presenti sul cellulare vengono utilizzati nei rapporti della polizia per promuovere procedimenti penali ingiustificati Alcune persone hanno raccontato di aver subito molestie verbali e abusi fisici. Nove di loro hanno detto che gli agenti di polizia hanno incitato altri detenuti a maltrattarli Un ragazzo di 27 anni ha rivelato di essere stato arrestato quando si è presentato all'appuntamento datogli da un uomo con cui aveva comunicato sul social Dopo l'arresto, è stato portato in un «reparto morale» (un reparto di polizia che si occupa di ristabilire l'ordine morale proteggendo i cittadini dal la blasfemia dalla "dissolutezza" o dalla "corruzione della morale pubblica") dove, con sua sorpresa, ha individuato tra gli ufficiali «il ragazzo incontrato su Grindr. I racconti di chi è stato fermato sono atroci: le autorità. li interrogano e poi li picchiano. Fino a quando non firmano un documento in cui si dichiarano colpevoli di «pratica dissoluta». In Egitto, dove l'omosessualità non è dichiaratamente illegale, ma lo è diventata negli anni Novanta, quando le autorità hanno deciso di appellarsi a due particolari norme quella del 1961 contro "l'incitamento alla dissoluzione" e quella del 1950 che disciplina il reato di prostituzione. Già dal 2016 i gestori di Grindr, venuti a conoscenza di questo tipo di fenomeni, hanno preso provvedimenti disabilitando l'utilizzo dei dati di geolocalizzazione in alcuni paesi, tra cui proprio l'Egitto. L'obiettivo era evitare che gli utenti potessero essere localizzati e perseguitati sulla base del loro orientamento sessuale. Una misura che però non ha in alcun modo ostacolato l'attività della National security agency e che contestualmente svela, ancora una volta, la fragilità e la vulnerabilità dell'applicazione. I rischi per la privacy Grindr è una popolare rete di incontri per la community lgbt con oltre 27 milioni di utenti in tutto il mondo a partire dal 2017. Nel 2016 è passata sotto il controllo di Pechino, quando è stata venduta a Kunlun Tech, unazienda cinese molto conosciuta per la distribuzione di videogame. Le preoccupazioni manifestate dagli Stati Uniti rispetto alla sicurezza nazionale hanno però costretto la società a vendere l'app nel 2019. L'applicazione è così tornata in mani americane, rilevata dalla San Vicente Acquisition per arca 610 milioni di dollari. Il Comitato per gli investimenti esteri statunitense (Cfius) temeva che i dati personali raccolti potessero essere sfruttati dal governo cinese per ricattare cittadini statunitensi, inclusi politici, funzionari, deputati e membri del governo. Timori sulla gestione dei dati da parte della proprietà cinese di Grindr sono stati sollevati anche da fonti 'neutrali". A inizio 2020 un'organizzazione non profit norvegese ha presentato tre denunce per condivisione dei dati degli utenti europei con agenzie pubblicitarie, ovviamente dietro pagamento. Ma oltre al peso politico che app come Grindr possono conquistare emerge il problema culturale che si palesa quando l'applicazione viene utilizzata da persone che vivono in regimi totalitari e repressivi, un problema che probabilmente non può essere risolto da applicazioni.

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