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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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‘La Francia nutre un profondo rispetto per l’Islam' 12/11/2020
‘La Francia nutre un profondo rispetto per l’Islam'
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)


Libia scontro tra Macron e Erdogan - Corriere.it
Recep T. Erdogan, Emmanuel Macron

Il Presidente della Repubblica francese si è impegnato in un lungo discorso con un’eloquenza particolarmente insolita. Per quasi un'ora Emmanuel Macron ha cercato di convincere il mondo musulmano del suo profondo rispetto per l'Islam. È per gli spettatori del canale Al Jazeera che si è applicato in questo esercizio.  Ma a giudicare dal sorrisetto del giornalista che lo ha intervistato, non ha avuto granché successo in questa impresa.  Allora ha chiesto al suo fedele Ministro degli Esteri di prendere il suo bastone da pellegrino e di andare a portare la buona novella prima in Egitto e poi in Marocco: “La Francia nutre un profondo rispetto per l'Islam”. Se il presidente Abdel Fattah al Sisi lo ha ascoltato educatamente, Ahmed el Tayeb, il grande imam di Al Azhar e la più alta autorità religiosa del mondo sunnita, si è dimostrato intransigente. Ha persino pronunciato una curiosa minaccia: “Perseguiremo nei tribunali internazionali chiunque manchi di rispetto al nostro profeta”.

È lecito chiedersi a quali tribunali si riferisca. Da bravo diplomatico, Le Drian se ne è ben guardato. In Marocco, dove non era prevista alcuna visita ad una personalità religiosa, le cose sono andate meglio. Tuttavia, resta un'altra domanda: perché la Francia, laica e democratica, ha ritenuto necessario intraprendere tali sforzi pur di rassicurare il mondo musulmano del suo “profondo rispetto per l'Islam”? Dopo tutto, quando mai abbiamo sentito un Presidente o un Ministro della metropoli parlare del profondo rispetto del suo Paese verso il cristianesimo? Domanda superflua, senza dubbio, dato che per secoli la Francia si è vantata del titolo di “Figlia maggiore della chiesa”. E va bene. Ma l’ebraismo, allora? C'erano comunità ebraiche in Francia molto prima dell'arrivo dei primi musulmani. La verità ci costringe ad ammettere che la Francia ha mostrato poco rispetto per la religione mosaica e che per secoli gli ebrei hanno subìto una politica discriminatoria accompagnata da episodi di soprusi e di persecuzioni. Purtroppo, lo status loro concesso da Napoleone non pose fine agli oltraggi di cui furono vittime. Lo scoppio di odio contro la comunità ebraica durante il processo Dreyfus è stato solo il prologo delle misure antiebraiche del governo di Vichy e del vile abbandono dei cittadini francesi di fede ebraica. La Francia, che ha chiesto scusa per il suo passato coloniale, non l'ha ancora fatto riguardo al suo atteggiamento nei confronti degli ebrei. Non abbiamo mai sentito una personalità francese esprimere il suo profondo rispetto per la religione ebraica. Va detto che gli ebrei francesi hanno sempre mostrato rispetto per i valori della Repubblica per la quale molti di loro hanno dato la vita. Non hanno mai assalito, torturato o massacrato i loro concittadini in nome della loro religione. Non hanno fatto barricate, bruciato monumenti quando la Francia non ha esitato a votare per la vergognosa risoluzione dell'UNESCO che negava qualsiasi legame tra il popolo ebraico e la spianata del Tempio, il luogo sacro per questa religione ebraica che ha dato vita al cristianesimo e all'islam. La differenza è tutta qui. I musulmani di tutto il mondo stanno manifestando contro la Francia, accusata ingiustamente di aver insultato il loro profeta. La bandiera francese viene calpestata, il ritratto del Presidente Macron bruciato, i prodotti francesi boicottati. Era quindi urgente placare la loro rabbia.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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