Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/11/2020 a pag.11, con il titolo "La Le Pen contestata dai suoi: 'Troppo morbida con l'Islam' ", il commento di Mauro Zanon.
Mauro Zanon
Marine Le Pen
«Lei ritiene che l'islam come religione non sia un problema per la Francia. Io invece penso che l'islam come religione sia un problema per il nostro Paese. Lei dissocia la religione musulmana dall'ideologia islamica radicale. Io al contrario ritengo che quest'ultima sia intrinseca al Corano». "Lei" è Marine Le Pen, leader del Rassemblement national (Rn), il partito sovranista francese alleato della Lega di Matteo Salvini in Europa nel gruppo "Identità e Democrazia". Chi ha pronunciato queste parole, invece, è Jean Messiha, pilastro della formazione politica lepenista, o meglio ex pilastro, perché in un'intervista apparsa martedì scorso sul sito del settimanale Valeurs Actuelles ha annunciato il suo addio. «Ecco perché lascio il Rassemblement national», è il titolo dell'articolo che sta avendo l'effetto di un terremoto all'interno del Rn. E le ragioni che hanno spinto questo alto funzionario, nato al Cairo in una famiglia cristiana copta e diventato negli ultimi quattro anni una delle figure di spicco del partito della destra identitaria, sono molteplici. La principale, emersa sulla pubblica piazza in occasione del barbaro assassinio di Samuel Paty, riguarda la divergenza di vedute sull'islam. Per Messiha, è l'islam in toto a essere «incompatibile con la Repubblica francese», non solo «l'islamismo», ossia la deriva politica e rigorista dell'islam, come sottolinea la Le Pen. «L'islam è compatibile con la Repubblica algerina e con la Repubblica iraniana», ha spiegato l'ormai ex delegato nazionale del Rn agli studi e alle idee, perché «l'Algeria e l'Iran sono Paesi che fanno dell'islam una religione di Stato». E Abdoullakh Anzorov, il ceceno che ha decapitato un insegnante di storia e geografia per aver mostrato le vignette di Maometto ai suoi alunni, era un «musulmano arrabbiato», secondo Messiha.
FEDELISSIMI Un tempo, queste prese di posizione, avrebbero trovato d'accordo tutto l'apparato del Rn. Oggi, invece, non sono più condivise da Marine e i suoi fedelissimi. «Mi ha rimproverato di aver detto che Samuel Paty era stato decapitato da un musulmano arrabbiato. A quanto paro, avrei dovuto dire che era un islamista. Ma non voglio più utilizzare questo termine perché è un modo troppo comodo di dissociare l'islam dalla sua frangia radicale. Tra l'altro, questa dissociazione non viene fatta per nessun'altra religione. Abbiamo per caso inventato una parola speciale per descrivere i cattolici integralisti, gli ebrei ultra-ortodossi o gli induisti estremisti? La risposta è no», ha dichiarato Messiha a Valeurs Actuelles, prima di aggiungere: «Ha ritenuto inoltre opportuno spiegare le mie posizioni sull'islam con le mie origini allo stesso tempo egiziane e copte, nonostante io mia sia espresso in quanto francese repubblicano, preoccupato dello spazio sempre più preponderante che l'islam sta conquistando nella nostra società». Il dissidio sullo sfondo dell'attentato di Confians-Sainte-Honorine, dove la Le Pen ha pensato più a bacchettare le mani di Messiha che ad alzare i toni contro l'islam politico, è stato quello di troppo. Perché in realtà, le incomprensioni tra la presidente del Rn e l'ideologo vanno avanti da tempo e riguardano anche altri temi: la strategia (perdente) del partito su tutti. «Abbiamo vinto ampiamente la battaglia delle idee, ma non riusciamo a produrre uno slancio popolare tale da tradursi nelle urne in vittorie inequivocabili, ad eccezione forse delle europee. Peggio, facciamo una fatica bestiale a suscitare delle vocazioni per difendere i nostri colori a livello locale», ha spiegato Messiha a Valeurs Actuelles, utilizzando questa immagine per descrivere lo stato attuale del Rn: «E un po' come una squadra di calcio che ha molti tifosi e un allenatore pieno di buona volontà, ma che non vince o lo fa molto raramente. Non si può dire ogni volta che è colpa del terreno, dell'arbitro, del pallone o dei giornalisti sportivi. Ci sono altre spiegazioni e mi sento più a mio agio e più libero di riflettervi al di fuori del Rn».
CAPITANO CORAGGIOSO Per Messiha, ex allievo dell'Ena, ossia della scuola che sforna l'establishment francese, il Rn soffre della mancanza di «un'élite» che conosca bene le questioni economiche e gli ingranaggi dello Stato. Ma a mancare è anche «un capitano coraggioso» e «credibile», sostiene l'alto funzionario: una chiara frecciata a Marine Le Pen. Per Marion Maréchal, la nipote uscita dal partito subito dopo la sconfitta alle presidenziali del 2017, ha invece parole al miele. «Ha un talento considerevole ed è molto apprezzata dalla base», incarna «una destra dei valori, fiera della propria identità» e «ha quell'intelligenza che le permette di costruirsi pazientemente, confrontandosi con la realtà», dice Messiha di Marion. Quest'ultima, dopo l'attentato islamista di Nizza e le minacce di Erdogan alla Francia, non ha esitato ad affermare che è stato lanciato «un jihad contro la Francia», una guerra santa che necessita di una risposta all'altezza. Tutta la destra francese, in sordina, aspetta Marion Maréchal. Messiha lo ha soltanto detto apertamente.
MACRON HA APERTO TRE INCHIESTE Condannò la decapitazione del prof Paty, imam minacciato di morte dai maomettani. L’imam ha osato condannare la decapitazione del professor Paty e in cambio ha ricevuto una valanga di minacce di morte, ovviamente da parte di integralisti musulmani. Accade in Francia dove l'imam Hassen Chalghoumi, fiero oppositore dell'Islam più radicale, si trova ora a difendersi per avere condannato la barbara uccisione del professor Samuel Paty. Il suo avvocato ha scritto una lettera ad Emmanuel Macron e ha ottenuto l'apertura di 3 inchieste, una delle quali per "minacce di morte". Chalghoumi, imam della moschea di Drancy, una delle periferie parigine più difficili , è stato spesso contestato da parte dei suoi fedeli per le sue prese di posizione contro l'integralismo e i suoi buoni rapporti con la comunità ebraica. Secondo il suo legale, David-Olivier Daminslá, le durissime minacce sono arrivate dopo che l'imam aveva sostato in raccoglimento davanti alla scuola dell'insegnante sgozzato. Il legale ha chiesto un «rafforzamento» della scorta per l'imam 48enne, già oggetto di una fatwa.
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