IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 25 al 30 ottobre 2020
Il Congresso Mondiale Sionista
La scorsa settimana ho partecipato come delegato del Maccabi World Union al 38° Congresso Mondiale Sionista, il primo virtuale da 123 anni. Tra luglio e agosto le prospettive di riunire l’assise a Gerusalemme erano apparse concrete ma con il passare delle settimane e il lockdown totale in Israele la scelta è stata obbligata: il comitato organizzatore, non senza grandi problemi, ha deciso di predisporre una piattaforma su cui far registrare tutti i 780 delegati, gli osservatori e i giornalisti per permettere lo svolgimento del programma tradizionale con massima professionalità e sicurezza. Il 38° Congresso Mondiale Sionista si è svolto dal 20 al 23 di ottobre, dopo la cerimonia di apertura ha preso la parola il Presidente dell'esecutivo, seguito da altri discorsi istituzionali, si è svolta poi l’elezione del Presidium, abbiamo ascoltato il rapporto della Presidente della Corte Suprema Sionista, eletto il nuovo Esecutivo, secondo la proposta del Comitato Permanente del Congresso. Ho presieduto la riunione del Comitato per il rafforzamento dell’uso della lingua ebraica e per il coinvolgimento dei giovani nelle attività dell’Organizzazione. Non è stato facile nelle due ore a disposizione riuscire a gestire il dibattito tra oltre cento delegati che dalle loro case di tutto il mondo volevano intervenire e far passare mozioni ed emendamenti spesso legati alle logiche partitiche e politiche israeliane e della diaspora.
Theodor Herzl
Theodor Herzl istituì il Congresso Mondiale come l'organo supremo dell'Organizzazione Sionista a Basilea nel 1897, successivamente l’assise si riunì ogni anno fino al 1901, poi ogni due anni dal 1903 al 1913 e dal 1921 al 1939, fino al 1946, si tenne ogni due anni in varie città europee, salvo interruzioni durante le due guerre mondiali. Dalla seconda guerra mondiale gli incontri si sono svolti all'incirca ogni quattro anni. Dalla creazione dello Stato d’Israele il Congresso ha avuto luogo con cadenza quadriennale a Gerusalemme. Non ci sono mai state elezioni per i delegati israeliani al Congresso Mondiale, per prassi le elezioni alla Knesset, il parlamento israeliano, svolgono anche questa funzione per cui ai partiti sionisti rappresentati alla Knesset viene assegnato un numero di delegati del Congresso proporzionale alla loro forza nella Knesset. Due organizzazioni femminili hanno uno status speciale e pieno diritto di voto: WIZO - ente sionista internazionale non partitico - che ha rappresentatività globale con un accordo stipulato nel 1964 e Hadassah, cui è stato attribuito lo status speciale con una decisione del Consiglio Generale Sionista, del 1994. Partecipano alle riunioni con pieno diritto di voto anche rappresentanti dei sindacati sionisti mondiali quali ad esempio Arzenu, Meretz, HaNoar HaTzioni, Mercaz Israel Beytenu. Le organizzazioni ebraiche internazionali Bnai Brith International, Maccabi World Union, le sinagoghe Masorti, World Emunah l’organizzazione mondiale delle sinagoghe e comunità ortodosse in Israele e nella diaspora, la Federazione mondiale sefardita Unione mondiale per il giudaismo progressista e Unione mondiale degli studenti ebrei sono rappresentate con diritto di voto limitato dal 1972 a condizione che accettino il Programma di Gerusalemme.
I delegati sono liberi di formare un Brit Olamit - unione mondiale - un raggruppamento ideologico analogo nella sostanza ai partiti politici che deve comprendere al suo interno una rappresentanza in almeno cinque paesi per permettere alla propria delegazione di partecipare al Congresso. La parola sionismo deriva da Sion, il nome del monte su cui è stata edificata Gerusalemme. Da quando è stato costretto all'esilio dalla repressione romana, il popolo ebraico ha sempre pregato per la riedificazione di Gerusalemme e del suo tempio e per il ritorno in patria. Ognuna delle tre preghiere che si recitano ogni giorno contiene più e più volte questo punto; a ogni festa di matrimonio da sempre gli ebrei proclamano "che mi si dissecchi il palato se mi dimentico di te, Gerusalemme"; ogni cena di Pasqua inizia e finisce con l'augurio "l'anno prossimo a Gerusalemme", per fare solo alcuni esempi del legame imprescindibile che gli ebrei hanno con la loro capitale e per riaffermare, se fosse necessario, che il popolo ebraico è da sempre, nel profondo della sua anima, sionista. Lo Stato di Israele attuale è l'erede diretto dell'organizzazione sionista, ne condivide i valori e l'organizzazione democratica. Essere sionisti vuol dire non solo pregare per Gerusalemme e rimpiangerne la distruzione, ma contribuire concretamente a ricostruire di nuovo lo Stato ebraico, che su quelle terre è stato presente per quasi un millennio e mezzo. Theodor Herzl sognò uno stato che oggi è una splendida democrazia nata 72 anni or sono, che permette agli ebrei di tutto il mondo di difendersi e prende sotto la sua protezione anche gli ebrei della diaspora, nella misura in cui ciò è possibile.
Oggi, nonostante il terrorismo, Israele è il luogo più sicuro per gli ebrei, per questo noi ebrei che per mille ragioni restiamo attaccati alle nazioni che hanno ospitato le nostre comunità per secoli e millenni e non troviamo il modo, il coraggio, la possibilità di unirci alla maggioranza del popolo ebraico che vive nel suo stato, dobbiamo cercare di far il possibile per contrastare e prevenire l’antisemitismo. Ancor più abbiamo l’obbligo di difendere e sostenere Israele che è la garanzia della vita e dell’identità del nostro popolo.
Claudia De Benedetti
Presidente Agenzia Ebraica per Israele – Sochnut Italia