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La Stampa Rassegna Stampa
29.10.2020 Einstein, il visionario dell'impossibile
Commento di Fabiana Magrì

Testata: La Stampa
Data: 29 ottobre 2020
Pagina: 23
Autore: Fabiana Magrì
Titolo: «L'unica mostra dove si chiacchiera con Einstein»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/10/2020, a pag.23, con il titolo "L'unica mostra dove si chiacchiera con Einstein" il commento di Fabiana Magrì.

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Fabiana Magrì

Einstein: Visualize the Impossible – American Friends of the Hebrew  University

Che cosa avrebbe suggerito, quel genio di Albert Einstein, ai curatori di una mostra in suo onore, se l'inaugurazione dell'evento fosse stato minacciato da una pandemia? Probabilmente, di visualizzare l'impossibile. La Hebrew University di Gerusalemme ha raccolto la sfida e ha annunciato il lancio di «una delle piattaforme immersive più entusiasmanti del decennio», ideata da una squadra di visionari con competenze trasversali. «Einstein: Visualize the Impossible» (einstein100.com) è l'esperienza online interattiva dedicata allo scienziato in occasione del centenario del Nobel perla fisica che gli fu assegnato nel 1921. Due anni dopo, mentre viaggiava verso il Giappone per un tour di conferenze, Einstein decise di fare tappa per 12 giorni nella Palestina mandataria. Fu la prima e unica volta. Visitò il cantiere del campus della Hebrew University, che sarebbe stato inaugurato nel 1925, ed entrò a far parte del suo consiglio di amministrazione. All'Università Ebraica lasciò in eredità i suoi scritti personali e scientifici, incluso il manoscritto della Teoria della Relatività e la formula E= mc2. Gli archivi Albert Einstein dell'università contengono più di 80 mila documenti tra corrispondenze, fotografie, diplomi e medaglie. Al lavoro sui contenuti di «Visualize the Impossible», progetto «digital first» che sarà lanciato nel 2021 e mostra itinerante prevista per il 2022, ci sono, tra gli altri, un Nobel perla fisica, un astronomo di Harvard, la presidentessa della «Hall of Science» di New York, un professore di discipline umanistiche al Mit e il massimo esperto israeliano delle teorie di Einstein. C'è da aspettarsi un'esperienza non tanto celebrativa quanto stimolante per le nuove generazioni di menti rivoluzionarie. Dal laser all'energia nucleare, dalle fibre ottiche alle auto senza conducente, dal Gps ai viaggi nello spazio, chi navigherà nel portale scoprirà i fili, quelli nascosti e quelli più superficiali, che legano le teorie dello scienziato per antonomasia alle innovazioni del XXI secolo e oltre. I visitatori virtuali avranno a disposizione l'archivio digitale per scoprire le storie dietro le più grandi scoperte. Potranno «conversare» con lo stesso Einstein in un video interattivo, potenziato dall'Intelligenza Artificiale. Esploreranno spazi di gioco, interattivi, per manipolare il tempo e lo spazio e comprendere meglio le teorie sulla Relatività, l'effetto fotoelettrico, l'equazione che stabilisce la relazione tra energia e massa. «Attraverso la promozione dell'eredità di Einstein e la condivisione dei tesori dei suoi archivi con la comunità scientifica e con il pubblico, l'Università ebraica si è intimamente legata al suo nome - ha aggiunto Hanoch Gutfreund, direttore del Centro e degli Archivi Albert Einstein -. Questa piattaforma digitale dimostrerà perché è ancora così importante». Insieme con l'Università Ebraica di Gerusalemme lavorano alla piattaforma due società americane specializzate in creazione di contenuti digitali, «Code and Theory» e «M + D», perché in un momento come quello che stiamo attraversando, di complessità e cambiamento anche nella fruizione degli eventi, ci vuole una visione fuori dall'ordinario per «visualizzare l'impossibile». «Ora che la pandemia ha accelerato l'adozione di piattaforme tecnologiche - sostiene Clive Kabatznik, presidente degli Amici Americani della Hebrew University - è più facile offrire un'esperienza di alta qualità. Con i nostri partner tecnologici stiamo lavorando per rendere disponibili parti della collezione Einstein in modo nuovo. E con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale e di altri strumenti digitali all'avanguardia miglioreremo la fruizione per far leva sull'eredità di Einstein e promuovere la scienza, l'educazione scientifica e l'umanitarismo in un mondo che ne ha disperatamente bisogno». Ann Druyan, divulgatrice americana che fa parte del comitato scientifico, ricorda quando Einstein apri la Fiera di New York del 1939 con un appello per abbattere il muro tra scienza e gente comune: «Il nostro progetto è un'opportunità per portare avanti questo processo fondamentale per la sopravvivenza. In un momento in cui l'autostima della comunità globale è scesa a un livello bassissimo - si augura Druyan - Einstein è un esempio per il potenziale del genere umano».

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