Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
La morsa sempre più stretta e l'odio cieco palestinese
Testata: Avvenire Data: 00 0000 Pagina: 5 Autore: Luca Geronico Graziano Motta Titolo: «La risposta ad Hamas: raid aereo contro Gaza- Ora si prospetta uno scenario algerino»
Davvero orrendo questo articolo: vorrebbe essere una pietanza semplice sapientemente speziata, ma purtroppo il vasetto del curry si è rovesciato, uccidendo ogni altro sapore e lasciandoci con la bocca in fiamme. Ci informa che "una morsa sempre più stretta sta stritolando dall'alba di ieri i Territori" (per colpa di chi? E la dirigenza palestinese che da nove anni sta derubando i palestinesi delle risorse destinate a loro riducendoli alla fame, quella non sta stritolando niente?); ci parla di "rappresaglia" per indicare un'azione di autodifesa volta a distruggere le strutture e infrastrutture del terrorismo; chiama "deportazione" la misura del domicilio coatto; naturalmente non mancano "gli elicotteri da combattimento con la stella di Davide", caso mai rischiassimo di dimenticarci che quegli sporchi assassini sono ebrei; chiama "guerriglieri" i terroristi e infine scrive che "un ragazzo palestinese di 13 anni è stato ucciso dai militari israeliani nei pressi di Nablus": così, non si sa perché. Davvero troppo per un articolo solo. Splendido invece - come spesso succede - l'articolo ORA SI PROSPETTA UNO SCENARIO ALGERINO del bravo Graziano Motta, che analizza la situazione in campo palestinese, con i suoi capi "travolti dal vortice di un odio cieco". Facendo un confronto con il terrorismo irlandese e basco, nota che In zone di conflittualità che hanno come protagonisti i movimenti fondamentalisti islamici la capacità di resistenza e di dilatazione nel tempo è particolarmente forte soprattutto perché viene alimentata da una cultura di esaltazione della morte violenta (emblematica la venerazione degli shahid, dei martiri suicidi) e rafforzata con costanza e generosità dalla solidarierà finanziaria e in mezzi militari da parte di istituzioni e apparati di potere E ricorda anche che I movimenti islamici (...) accentuano le loro operazioni terroristiche quando è in corso uno sforzo diplomatico di mediazione o di superamento di una crisi, per farlo fallire. E infine La prospettiva di una lotta di lunga durata al terrorismo palestinese scaturisce anche dalla convinzione sempre più diffusa in Israele che nessuna Autorità palestinese, presieduta o no da Arafat, riuscirà a sradicare la convinzione e la determinazione dei fondamentalisti islamici di cancellare la presenza dello Stato ebraico dal Medio Oriente