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I problemi di memoria del Presidente turco
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Il signor Erdogan si preoccupa per la Francia. In questo periodo così difficile in cui i francesi hanno più che mai bisogno di essere governati da una mano ferma, fermissima, se non da un pugno di ferro come avviene in Turchia, lui teme che chi la governa non sia più in grado di svolgere le sue funzioni. È con grande sollecitudine che consiglia a Emmanuel Macron di farsi curare. Non che il Presidente francese sia stato contagiato dal Covid19, no, ma purtroppo le sue facoltà mentali sarebbero danneggiate, anche seriamente. Consapevole della gravità del momento, Recep Tayyep Erdogan dimentica il linguaggio diplomatico per far passare il messaggio, insistendo sul fatto che è urgente che il signor Macron si sottoponga a esami di salute mentale. E poiché quest'ultimo, lungi dall'obbedire, persiste nella sua cecità, il sultano di Ankara passa dall'imprecazione all’azione e infiamma il mondo islamico contro la Francia. Non contento di invocare il boicottaggio dei prodotti francesi, si permette di paragonare il trattamento dei musulmani in Francia a quello degli ebrei prima della Seconda Guerra Mondiale. Un paragone tanto abominevole quanto scandaloso che testimonia un’inquietante ignoranza della storia o gravi problemi di memoria. Il signor Erdogan, che vorrebbe strappare la toga di difensore dell'Islam all'Arabia Saudita, protesta contro le misure che la sua controparte intende prendere per garantire il rispetto dei principi di laicità che sono i pilastri della repubblica con il suo motto ‘Libertà, Uguaglianza, Fraternità’. Peggio ancora, il Presidente francese si rifiuta di pregiudicare la libertà di espressione. Ha persino osato dire “Non rinunceremo alle caricature”.
Ahmet Davutoglu Ah quelle caricature! Chi se lo ricorda? La vicenda era iniziata nel settembre del 2005. Il grande quotidiano danese Jyllands-Posten, rispondendo all'appello di uno scrittore che si lamentava di non riuscire a trovare nessuno che osasse illustrare il libro che lui voleva pubblicare su Maometto, pubblicò una serie di vignette sul profeta dell'Islam che provocò una levata di scudi nel mondo musulmano. Seguirono dimostrazioni, proteste e minacce di morte per i disegnatori e il giornale. Nel febbraio del 2006, il settimanale satirico Charlie Hebdo aveva pubblicato a sua volta quelle vignette assortite insieme a delle altre ideate dai suoi disegnatori. La giustizia rifiuta di sanzionare questa pubblicazione. Ignorando le critiche e soprattutto le minacce provenienti da circoli estremisti musulmani, Charlie Hebdo continuerà negli anni a pubblicare caricature spesso oltraggiose contro l'islamismo, l'ebraismo e il cristianesimo. Il 7 gennaio del 2015 due terroristi, i fratelli Kouachi, irrompono negli uffici e perpetrano un vero e proprio massacro, decimando la redazione del settimanale e facendo più di dieci vittime e diversi feriti gravi dopo aver proclamato "Voi state pagando perché avete insultato il Profeta.” Il Paese è sotto shock. Mentre milioni di francesi manifestano la loro emozione e la loro solidarietà, la comunità internazionale sostiene la Francia. L'11 gennaio una “Grande Marcia Repubblicana” ha riunito a Parigi rappresentanti di tutto il mondo venuti a testimoniare la loro solidarietà alla Francia. A capo di questo grande raduno si nota la presenza di un certo Ahmet Davutoglu, allora Primo Ministro del Presidente Erdogan. Da allora sono successe così tante cose che il suddetto Presidente probabilmente ha dimenticato perché aveva inviato il suo braccio destro alla manifestazione. Oggi, inoltre, ha un altro motivo per arrabbiarsi. Charlie-Hebdo ha pubblicato una vignetta dal titolo “In privato lui se la sta spassando”, con protagonista il potente di Ankara. Lui si sta strozzando… dall'indignazione.
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