Testata: Il Messaggero Data: 07 agosto 2002 Pagina: 14 Autore: Eric Salerno Titolo: «"L'ONU a Israele: via dai territori" e "La testa con Sharon e il cuore con la pace"»
In entrambi gli articoli si evidenziano alcune palesi omissioni sulle quali vorremmo soffermarci. Del primo è scorretto innanzitutto il titolo. La risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU, approvata con 144 voti a favore, 4 contrari e 11 astenuti oltre a chiedere ad Israele di ritirarsi dalle posizioni dei Territori palestinesi rioccupate dopo il settembre 2000, "esige anche la cessazione immediata e completa di tutti gli atti di violenza comprese le azioni militari, le distruzioni e gli atti di terrorismo contro i civili".Perché quest’ultimo punto è passato sotto silenzio, neppure menzionato nel titolo?Scrive Salerno: Vi si parla anche della tremenda situazione umanitaria in cui la popolazione palestinese è costretta a vivere. Il ministro degli Esteri Shimon Peres ha dovuto ammettere la responsabilità israeliana per la crisi umanitaria. Arafat invece si guarda ben dall’ammettere le sue responsabilità ben più gravi dal momento che, prima dell’inizio dell’Intifada (settembre 2000), non risulta che la popolazione palestinese godesse di una situazione economica florida o vivesse fra gli agi e, non è superfluo ricordare, che a quel tempo i carri armati non c’erano, i blocchi dell’esercito nemmeno ma Arafat continuava ad intascarsi i soldi che la comunità internazionale versava al "povero popolo palestinese", lasciando quest’ultimo nella miseria più nera.Salerno sorvola accuratamente su questo punto e prosegue: Dal punto di vista diplomatico si è trattato di una vittoria per i palestinesi, anche se questi avrebbero voluto un documento ancora più duro nei confronti di Israele L’ONU dovrebbe imporsi con maggior fermezza per la cessazione degli atti di terrorismo senza metterli sullo stesso piano delle azioni militari che Israele compie per difendersi dagli attentati, ma solo Salerno può vedere in quel documento una "vittoria per i palestinesi". La cronaca della violenza quotidiana continua ad essere ricca. Fra tutti gli aggettivi quest’ultimo ci sembra proprio il più inopportuno. Due palestinesi sono stati uccisi in un’azione israeliana in Cisgiordania dove buona parte della popolazione è nuovamente assediata Ancora una volta si leggono notizie vaghe, fumose e imprecise. Chi sono i palestinesi uccisi? Terroristi? Civili inermi? E perché non spiegare che la popolazione della Cisgiordania è "nuovamente assediata" a causa dell’ultima feroce ondata di violenza?. L’altro articolo di Eric Falerno, La testa con Sharon, il cuore con la pace riporta la notizia di un progetto che è stato messo in piedi dall’Istituto Tami Steinmatz dell’Università di Tel Aviv per capire gli orientamenti dell’opinione pubblica israeliana in merito al problema della sicurezza e della pace.Ci limitiamo a commentare alcune affermazioni particolarmente faziose.La maggioranza degli israeliani si autodefinisce di destra quando viene interpellata su temi come la politica militare dei palestinesi e appoggia in gran parte le azioni repressive ed anche gli assassini mirati voluti da Sharon per liquidare i militanti o i terroristi.Innanzitutto le azioni sono difensive e non "repressive" e le eliminazioni dei terroristi non sono "volute" da Sharon ma sono l’unico sistema per togliere di mezzo pericolosi individui responsabili di stragi visto che Arafat anziché metterli in carcere li lascia liberi di circolare per le strade della Cisgiordania e di organizzarsi per commettere nuovi attentati. Dall’altra parte c’è anche una maggioranza, non la stessa, che si dice favorevole alla creazione di uno stato palestinese indipendente, al ritiro alle frontiere precedenti la guerra del 1967 e all’evacuazione degli insediamenti nei territori occupati ad esclusione dei blocchi più grandi che potrebbero essere scambiati con altre zone come era stato ipotizzato nei negoziati inconcludenti di due anni fa a Camp David. Precisiamo che i negoziati di Camp David non furono "inconcludenti" – come scrive Salerno - per chissà quale oscuro motivo ma furono impediti dal rifiuto di Arafat di fronte alle generose offerte di Barak: uno Stato palestinese sul 98% della Cisgiordania, Gerusalemme Est capitale araba, lo smantellamento di gran parte delle colonie ecc. e, lo ricordiamo, di fronte a questi rifiuti Arafat non fece proposte alternative limitandosi una volta tornato in Israele ad avviare una spirale di violenza le cui cifre in termini di morti e feriti sono tristemente note.Questa è storia ed Eric Salerno dovrebbe conoscerla ! Invitiamo i nostri lettori a scrivere al Messaggero il loro parere sugli articoli di Salerno cliccando sulla e-mail sottostante.