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Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.10.2020 I soldi del Qatar tengono in piedi il regime di Hamas a Gaza
Commento di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 ottobre 2020
Pagina: 11
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Razzi o dollari in valigia nel confronto Gaza-Israele»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - La Lettura di oggi, 18/10/2020, a pag.11, con il titolo "Razzi o dollari in valigia nel confronto Gaza-Israele" il commento di Davide Frattini.

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Davide Frattini

Gaza - Wikipedia
Gaza

Due anni fa l'ambasciatore del Qatar a Gaza ha passato qualche settimana negli Usa: controlli medici. In ospedale con lui sono rimasti bloccati i 15 milioni di dollari che avrebbe dovuto portare (in contanti dentro le valigie, consegna mensile) nella Striscia. II ritardo ha causato 72 ore di scontri, i più gravi dai 34 giorni di guerra tra Hamas ed esercito israeliano nei 2014. Ai capi dell'organizzazione fondamentalista servono quei soldi da distribuire, devono dimostrare che in quasi 13 anni di controllo sul corridoio di sabbia tra Israele, l'Egitto e il Mediterraneo sono riusciti a combinare qualcosa: di fatto spingere il governo di Benjamin Netanyahu (sotto la minaccia dei lanci di razzi) a permettere il generoso intervento dell'emirato. Anche adesso l'ennesima tregua (che nessuno sa se e quanto potrà durare) è condizionata a 100 milioni di dollari che il Qatar promette di elargire nel giro di sei mesi, tanti quanti la durata del cessate il fuoco. Che gli strateghi israeliani definiscono con la formula «alla quiete risponderemo con la quiete». Perché lungo la barriera che circonda i 365 chilometri quadrati (ci vivono quasi 2 milioni di palestinesi) la calma non dura mai a lungo. Così quest'ultima intesa non convince Mon Davidi — il sindaco di Sderot, tra le città più bersagliate dai razzi di Hamas — che da destra vorrebbe una reazione di destra: «II governo israeliano deve colpire come sa fare, eliminare i terroristi e i loro capi».

Il patto temporaneo non rassicura neppure a sinistra Gadi Yarkoni, che guida il coordinamento di queste aree a sud e vive in un kibbutz a qualche centinaio di metri dalla Striscia (dall'altra parte ci sono le strade affollate di miseria di Khan Younis, dov'è cresciuto Yahiya Sinwar, attuale boss di Hamas). Yarkoni ha perso le gambe nel 2014, centrato da un colpo di mortaio, un'ora prima che il cessate il fuoco fermasse il conflitto. Dice: «I soldi del Qatar sono un'aspirina, non la soluzione. Serve un accordo strategico a lungo termine che attraverso gli scambi economici cambi la realtà della Striscia».

Netanyahu ha preferito in questi anni lasciare le cose come stanno, il dominio di Hamas su Gaza garantisce che le fazioni palestinesi non ritrovino l'unità e non costituiscano un fronte comune per le richieste agli israeliani. II premier ha imposto un embargo sul passaggio di beni e persone, da quando i fondamentalisti hanno tolto con un golpe il controllo della Striscia ai rivali di Fatah. Intrappolata è sempre la gente di Gaza. All'inizio della pandemia gli israeliani hanno permesso l'ingresso di medicinali e di aiuti per tenere i contagi sotto controllo. In luglio, spiega l'Onu, la cooperazione è saltata anche per l'interferenza del presidente palestinese Abu Mazen che ha tagliato i rapporti con gli israeliani (dopo la presentazione del piano di pace Usa) e continua la strategia di ostacolare il consolidamento al potere di Hamas.

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