Hong Kong sotto il giogo cinese Cronaca di Carlo Pizzati
Testata: La Stampa Data: 07 ottobre 2020 Pagina: 13 Autore: Carlo Pizzati Titolo: «Radiato il maestro che insegna la libertà»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/10/2019, a pag. 13, con il titolo "Radiato il maestro che insegna la libertà", il commento di Carlo Pizzati.
Carlo Pizzati
Xi Jinping, il dittatore cinese
"Cos'è la libertà d'espressione?». Domanda innocente, che però a Hong Kong è costata il lavoro a un insegnante di una scuola elementare. L'accusa dell'Ufficio per l'Educazione per radiare il docente? Quella di avere «diffuso un messaggio sull'indipendenza di Hong Kong». In altre parole, avrebbe invitato i suoi alunni a ragionare sul concetto di libertà e indipendenza. Ad aggravare la situazione del maestro, agli occhi dell'amministrazione di una città quasi totalmente sotto l'influsso di Pechino, l'aver mostrato agli studenti un video in cui parlava anche un militante pro-indipendenza. L'accusa è stata possibile non solo grazie alle leggi che formano la costituzione de facto di Hong Kong dal 1997, quando la metropoli fu restituita alla Cina dal Regno Unito, ma soprattutto grazie alla legge di sicurezza approvata tre mesi fa dal parlamento cinese. Difatti, fare propaganda per l'indipendenza di Hong Kong, una delle richieste marginali dei movimenti di protesta di massa che hanno occupato le strade di Hong Kong per molti mesi l'anno scorso, è tra i crimini elencati nella nuova e controversa legge, che di fatto ha posto fine alla natura democratica di Hong Kong. Nonostante l'episodio si sia verificato prima dell'introduzione della legge di sicurezza nazionale, è evidente che la radiazione dell'insegnante si ispira al nuovo clima repressivo. Nell'ultimo anno, l'Ufficio per l'Educazione ha ricevuto 247 segnalazioni di insegnanti coinvolti nelle proteste pro-democrazia e ha concluso 204 inchieste, 33 delle quali hanno avuto come esito un richiamo o un avvertimento ai docenti. Immediate le proteste del sindacato insegnati che condannano la squalifica dell'insegnante definita e la diffusione di richiami e avvertimenti definiti come «atti riprovevoli e inaccettabili di intimidazione nei confronti delle amministrazioni scolastiche». Ma la protesta ha poche speranze di essere ascoltata perché sul tema è intervenuta Carrie Lam, leader del governo di Hong Kong, dicendo: «Se c'è anche una frazione di insegnanti che trasmette messaggi sbagliati, infangando il Paese allora diventa un tema molto serio». A Hong Kong anche solo parlare di libertà d'espressione è proibito. Parafrasando Mao: «Radiarne uno per educarne cento».
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