Usa al voto: Pence vs Harris, si accende il duello tra i vice Cronaca di Anna Lombardi
Testata: La Repubblica Data: 07 ottobre 2020 Pagina: 14 Autore: Anna Lombardi Titolo: «Pence contro Harris. Il duello tra i vice ora diventa decisivo»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 07/10/2020, a pag.14, con il titolo "Pence contro Harris. Il duello tra i vice ora diventa decisivo", il commento di Anna Lombardi.
A destra, la vignetta di Dry Bones: pro e contro Trump
Anna Lombardi
Ebony e Ivory: sì, ebano e avorio, come sui social qui già chiamano i due candidati alla vicepresidenza degli Stati Uniti: la democratica Kamala Harris, 55 anni, madre indiana e padre giamaicano, ex procuratrice della California e prima afroamericana in gara per quel ruolo. E Mike Pence, 61 anni, il repubblicano cristiano evangelico, ex governatore dell’Indiana, da quattro anni al fianco di Donald Trump. I due si sfideranno stanotte sul palco della Kingsbury Hall di Salt Lake City, all’Università dell’Utah. Con i democratici a pretendere una parete di plexiglass a causa della malattia di Trump, col team di Pence che non ne vuole sapere. Con buona pace del fatto che, secondo le linee guida del Centro prevenzione delle malattie infettive, il numero due della Casa Bianca – sia pur negativo al virus - dovrebbe stare in quarantena: per aver incontrato il presidente malato e aver pregato, lo scorso 26 settembre, al fianco del pastore Greg Laurie, positivo anche lui. Da sempre considerato un confronto minore, incapace di spostar voti (tranne nel caso di Sarah Palin, deleteria, nel 2008, alla campagna di John McCain), il dibattito dei numeri due assume nuovo rilievo. Col leader dem vicino agli 80 anni e il presidente positivo, a scontrarsi ci sono due potenziali presidenti. Dagli stili diversi. E distanti sui temi cruciali, dall’aborto all’immigrazione, dall’economia alle proteste razziali. Senza dimenticare la gestione del Covid- 19 che in America ha superato i 7 milioni di casi e provocato 209mila morti. Ma che ora il presidente torna a definire come un’influenza, in un messaggio censurato da Twitter perché "fuorviante e dannoso". Affilata, preparata, aggressiva Harris dovrà domare la sua grinta per non sembrare una "nasty black woman", una "donna nera arrabbiata", cioè percepita dal pubblico bianco come dominata da un senso di rivalsa.
Donald Trump, Joe Biden
Evitando, dunque, attacchi diretti come quello rivolto proprio a Joe Biden durante il dibattito dem di Miami, quando tirò in ballo la sua passata opposizione al busing , una pratica per ridurre la segregazione razziale nelle scuola. Disciplinato, determinato, pacato – nel 2016 capace di far sembrare litigioso pure un uomo mite come Tim Kaine, vice di Hilllary Clinton – dall’altro lato della sala Pence dovrà invece far dimenticare la sua fama di bigotto (non resta mai solo in una stanza con una donna che non sia la moglie Karen). Evitando pure gli atteggiamenti paternalistici avuti nel 1984 da George Bush padre – all’epoca vice di Reagan - verso Geraldine Ferraro, prima donna candidata alla vicepresidenza con Walter Mondale nel 1984. A preparare Kamala ci pensa Pete Buttigieg: il sindaco gay di South Bend già candidato alla primarie, che viene dall’Indiana e conosce bene le politiche puritane di Pence. Ad aiutare l’attuale vicepresidente ci sono invece l’ex governatore del Wisconsin Scott Walker, l’ex procuratrice della Florida Pam Bondi, e sua figlia Charlotte, 27 anni. Lì per aiutare papà a scegliere un linguaggio gradito alle donne dei sobborghi, la fetta di elettorato che secondo i sondaggisti più determinerà queste elezioni. Contrariamente al match fra Trump e Biden di una settimana fa, dove volarono soprattutto insulti, i due sfidanti cercheranno di parlare di politica. Si scontreranno due opposte visioni dell’America che ieri hanno litigato persino sulla protezione in plexiglass: a ricordare a tutti che il virus è ancora qui.
Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante