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Libero Rassegna Stampa
30.07.2002 Quando Bruce Springsteen


Testata: Libero
Data: 30 luglio 2002
Pagina: 8
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Gli ebrei mettono Spingsteen all'indice»
Non comprate più "Raising", l'ultimo cd di Bruce Springsteen.
Lo cominciano a chiedere le comunità ebraiche della diaspora in tutto il
mondo a causa di una canzone, "Paradise", che praticamente racconta i
pensieri che passano nella testa a un attentatore suicida in un supermarket.
In una città non meglio identificata. Come maniera per commemorare un anno
da quel maledetto 11 settembre niente male per davvero. Il Cd che parla
proprio del disastro terroristico alle torri gemelle esce a quasi un anno da
quel delitto dando la sgradevole impressione di usarle il ricordo del
tragico evento come traino commerciale. In America le comunità ebraiche
locali già invitano a non comprare più i cd del "boss".
Per rendersi conto del cattivo gusto basta leggere le prime strofe della
canzone incriminata:

"where the river runs black, I take the schoolbooks
from your pack, plastics, wire and your kiss, the breath of eternity on your
lips, in the crowded market place I drift from face to face, I hold my
breath and close my eyes and I wait for paradise..".

Traduzione:
"dove il fiume diventa nero prendo i libri di scuola dal tuo
zainetto, il plastico , i fili della miccia e il tuo bacio, il soffio
dell'eternità sulle tue labbra, nell'affollato supermercato vago con lo
sguardo di faccia in faccia, trattengo il respiro e chiudo gli occhi e
aspetto il Paradiso.."

L'album è da pochi giorni in vendita in Italia e in America sta già scalando
tutte le classifiche. Eppure, anche se la scorsa settimana "Time magazine"
ha addirittura dedicato la copertina a questo disco e a Springsteen, con un
titolo che è tutto un programma ("Re born in Usa", rinato negli Usa, infatti
erano sette anni che non produceva nuove canzoni, ndr), le critiche per
l'operazione di "vendita della disgrazia dell'11 settembre" non sono mancate
proprio da quelli che sono da sempre più vicini al boss.
Ad esempio Charlie Cross che per oltre sedici anni è stato l'editore della
"fanzine" più letta di quelle dedicate a Springsteeen, "Backstreets", ha
lamentato con "Time magazine" che dopo avere sentito l'album in una festa di
"irriducibili fans del boss", ha avuto l'amara sensazione di un'operazione
di marketing sull'11 settembre.

"Lo stanno veramente vendendo come un album sull'11 settembre
- ha spiegato
Cross-

- e io penso che quelli come noi vogliono che l'arte non faccia affari
con queste cose, è ancora una cosa così poco digeribile per noi, una ferita
aperta.. francamente l'elemento commerciale di tutto ciò è una cosa che mi
spaventa.."

Commento di Riccardo Pacifici, portavoce della Comunità ebraica romana:

"dispiace constatare che una rock star, a corto di fantasia, non trovi di
meglio che iscriversi d'ufficio al clan dei cattivi maestri pur di vendere
qualche disco in più o per creare un po' di scandalo artificiale, ..vorrà
dire che consiglieremo alle persone della nostra comunità di non sentire più
i suoi dischi e soprattutto di non comprarli".
"Con Springsteen
- dice Tanya B.-
anche lei della comunità romana - siamo
arrivati al colmo di un cantautore, di chiare origini ebraiche (Springsteen
e l'americanizzazione dell'ashkenazita Springstein, ndr), che è diventato
ricco con uno degli oggetti cult del consumismo di massa, la musica rock, e
che per smania di politically correct crede di essere più alla moda
raccontando così le gesta degli estremisti islamici, principalmente dirette
contro altri ebrei".

Ancora più duro Yosef Tiles, dentista israeliano di Bologna e
vicepresidente della locale associazione Italia - Israele , che parla di
"un messaggio ambiguo ":

"Vorrei vedere a lui - aggiunge - se gli capitasse
di dover mandare i figli al supermarket a Tel Aviv, cosa che fa stare la
gente del luogo in ansia fino a che i propri cari non sono tornati a casa ..
e poi anche fare un album sull'11 settembre e piazzarci questi messaggi che
possono essere interpretati come una strizzata d'occhio allo "shaid" di
turno, è cosa che si poteva risparmiare".

Adesso nelle mailing list italiane ed europee che raccolgono i simpatizzanti
per lo stato di Israele è tutto un tam tam perchè questa canzone e il cd che
la contiene vengano boicottati da tutti gli ebrei del mondo. "Non comprate
Springsteen", è il messaggio - slogan che circola in rete. Se nei prossimi
giorni prendesse piede, c'è da stare sicuri che anche le radio e le tv
israeliane potrebbero rifiutarsi di passare le note di "Paradise", la
canzone dal testo più ambiguo di tutto l'album.
Un' altra canzone che rischia di dividere gli animi è "Worlds apart", che
racconta, sempre molto banalmente, la guerra di civiltà tra due amanti, uno
americano e un altro musulmano del Medio Oriente.
Springsteen semplifica il tutto cantando così:

"lasceremo che l'amore
costruisca un ponte, sopra le montagne drappeggiate con le stelle, ti
incontrerò sulle creste , fra questi mondi separati.."

C'è da dire che quello di "Paradise" non è certo il primo caso in cui i
messaggi, un po' demagogici, delle canzoni di Springsteen hanno provocato
polemiche politiche.
L'ultima volta è capitato il 14 giugno 2000 quando l'ex sindaco Rudolph
Giuliani e la polizia di New York lo denunciarono per le parole oltraggiose
contenute nella canzone "Amerikan skin", pelle americana.
In quell'occasione molta stampa di sinistra difese "the Boss" per avere
raccontato in maniera molto cruda il conflitto a fuoco in cui nel febbraio
1999 la polizia di New York aveva ucciso crivellandolo con 41 colpi di gun
machine il nero Amadou Diallo, scambiandolo per un delinquente che tirava
fuori la rivoltella. Mentre in realtà l'immigrato di colore stava solo
estraendo il portafoglio per mostrare i documenti.
La canzone di Springsteen diceva così: "è una pistola? O è un coltello? E'
un portafoglio? Questa è la tua vita, non ci sono segreti, il segreto amico
mio è che tu puoi venire ucciso solo per essere vissuto nella tua pelle
americana..41 spari, 41 spari, 41 spari..."
La morale del caso Springsteen? In America confondere la politica con le
canzonette viene giudicato male, specie se è solo per vendere qualche copia
in più.


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